Ambientalisti: "Come fare greenwashing e derogare ai controlli ambientali"
AMIATA. A seguito del nostro comunicato (https://sosgeotermia.noblogs.org/2020/03/20/coronavirus-e-centrali-geotermiche-ci-mancava-anche-questo/ ) che dava risalto, anche per le possibili connessioni con la geotermia toscana, al recente documento del Sima/Università di Bari e Bologna sulla possibile connessione tra inquinamento ed epidemia Covid 19
(http://www.simaonlus.it/wpsima/wp-content/uploads/2020/03/COVID19_Position-
Paper_Relazione-circa-l%E2%80%99effetto-dell%E2%80%99inquinamento-da-particolato-
atmosferico-e-la-diffusione-di-virus-nella-popolazione.pdf ), si è scatenato il solito can can a
difesa delle centrali Enel, soprattutto dal solito Greenreport, sponsorizzato dal Cosvig, il
consorzio che gestisce gli incentivi geotermici toscani, che ci tira in ballo direttamente
(http://www.greenreport.it/news/economia-ecologica/unoccasione-per-sottolineare-i-benefici-
ambientali-della-geotermia/).
Lo stesso aveva già, forse incautamente, dato pubblicità al citato documento Sima
(http://www.greenreport.it/news/economia-ecologica/coronavirus-linquinamento-
atmosferico-ne-accelera-la-diffusione-il-caso-pianura-padana/?fbclid=IwAR3zWA6ZZor1Bv9ISahx8pi4dB1EGS_f4w6KyYxYqu2hApfiJ_fGfwNFiTI ), ma, dopo il nostro comunicato, ha iniziato a produrre articoli per cercare di ”riparare il danno” e
smentire il Sima, noi e anche se stessi, che pure gli avevano dato spazio.
C’è da dire che tale condotta non è nuova per chi si dichiara ambientalista, ma mai contro la
geotermia, anzi! In un recente e documentato articolo denuncia che “Approfittando
dell’emergenza coronavirus, Trump sospende l’applicazione delle leggi ambientali”
(http://www.greenreport.it/news/diritto-e-normativa/approfittando-dellemergenza-
coronavirus-trump-sospende-lapplicazione-delle-leggi-ambientali/ ), peccato però che non si
accorge che in Toscana, il governatore Rossi, sempre all’avanguardia, con il Decreto n.4519
del 27 marzo 2020 (http://www301.regione.toscana.it/bancadati/atti/Contenuto.xml?id=5248312&nomeFile=Decreto_n.4519_del_27-03-2020 ), autorizza l’Enel a “derogare rispetto alle scadenze previste per l’effettuazione dei controlli alle emissioni in atmosfera degli autocontrolli e dei vari monitoraggi delle centrali geotermoelettriche e per la centrale a biomasse di Cornia per il periodo di emergenza sanitaria”.
Che dire? Ambientalismo strabico o ambientalisti col c…o degli altri?
Tornando agli articoli recenti in difesa della geotermia, per quanto riguarda le emissioni delle
centrali geotermiche della Toscana, leggiamo che Adele Manzella, presidente dell’Unione
geotermica italiana, rispondendo al nostro citato comunicato “Coronavirus e centrali
geotermiche”, scrive: “…condivido l’attenzione alla qualità della vita arrivando però a
conclusioni esattamente antitetiche”.
Di cosa parliamo? Nel comunicato avevamo scritto che “l’Ammoniaca (NH 3 ) è universalmente
riconosciuto come un precursore del particolato secondario inorganico PM10 e PM2,5. Quindi
più Ammoniaca significa più inquinamento da particolato atmosferico. Le centrali geotermiche
toscane emettono mediamente (anni 2016-2018) 7.598 tonnellate di Ammoniaca all’anno; si
consideri che nello studio Basosi-Bravi (su dati IRSE-regione Toscana) viene calcolato che le
emissioni toscane sono il 39% di tutte le emissioni d’Italia. Possiamo quindi affermare che la
Toscana, soprattutto nelle aree geotermiche, è soggetta ad un maggior inquinamento da
particolato atmosferico”. Concludevamo, considerando che anche alla luce del citato
documento Sima, chiedendo che le autorità preposte dovessero in via cautelativa attenersi
alla sollecitazione degli studi a prendere conseguenti “misure restrittive di contenimento
dell’inquinamento” con l’immediata sospensione di tutta l’attività geotermica in essere e di
progetto. Abbiamo visto che Rossi va esattamente nella direzione opposta…
Invece Adele Manzella ritiene infondata questa nostra richiesta perché “…ad oggi tutti i
monitoraggi ARPAT indicano per la Toscana geotermica l’ottima qualità ambientale della
produzione industriale…”. Questo è un enunciato senza senso se consideriamo che non esiste
nessuna misurazione del particolato atmosferico nelle aree geotermiche, infatti nessuna delle
34 centraline ARPAT funzionanti a livello regionale è posizionata in tali aree. Poi il fatto che
nelle centrali geotermiche della Toscana la produzione industriale “…impiega le migliori
tecnologie attualmente disponibili, e in alcuni casi le sviluppa, per evitare o abbattere le
contaminazioni” non ci dà nessuna indicazione concreta circa la sostenibilità ambientale degli
impianti, visto che i fluidi sono “ricchi di contaminanti naturali” (vedi nota §).
Queste “migliori tecnologie” sono lontane da essere sufficienti a salvaguardare la salute della
popolazione e, anche, a soddisfare l’indicazione delle Direttive Europee, peraltro imprecise e
incomplete, laddove prescrivono che le centrali geotermiche dovrebbero avere “un basso
impatto ambientale”. Non siamo quindi d’accordo con Adele Manzella che le misure di
contenimento vadano cercate altrove e non certo in ambito geotermico. Non siamo neanche
d’accordo che tale attività è “ambientalmente e comprovatamente sostenibile”, che è
un’affermazione priva di ogni fondo scientifico soprattutto per le centrali a ciclo aperto della
Toscana (http://osservatoriodellagodibolsena.blogspot.com/2020/02/quale-geotermia-2-la-
geotermia-e-una.html).
In un altro articolo (http://www.greenreport.it/news/economia-ecologica/ecco-qual-e-
limpatto-della-geotermia-su-inquinamento-atmosferico-e-clima-in-italia/ ) sull’ultimo rapporto
sulle energie rinnovabili pubblicato dall’Agenzia europea per l’ambiente (EEA)
(https://www.eionet.europa.eu/etcs/etc-cme/products/etc-cme-reports/renewable-energy-in-
europe-2019-recent-growth-and-knock-on-effects ), citato più volte, non ci convincono alcuni
punti oscuri.
Per quanto riguarda la produzione elettrica italiana, il rapporto constata (vedi la tabella
riprodotta anche nell’articolo), che la produzione di elettricità dalla geotermia ha permesso di
evitare l’emissione di 0,51 Mt di CO 2 . Ora, secondo i dati dell’ARPAT relativi alla media delle
centrali toscane, il fattore di emissione per la CO 2 è di 508 gCO 2 /kWh. Il fattore di emissione
totale per i gas climalteranti (considerando anche l’emissione di metano) risulta quindi di
circa 660 gCO 2 /kWh. Sappiamo che nella media nazionale delle centrali termoelettriche a
combustibile fossile, questo fattore è di 491 gCO 2 /kWh. Quindi le centrali geotermoelettriche
italiane aumentano l’emissione di CO 2 , invece di ridurla. Ci chiediamo: quali sono i dati alla
base delle conclusioni dell’EEA? Non essendo più accettabile la tesi che le emissioni di CO 2
delle centrali geotermiche siano sostitutive di quelle “naturali” mentre sono invece in
aggiunta a quelle naturali in quanto derivanti dall’estrazione di CO 2 che “naturalmente”
impiegherebbe secoli per venire alla luce, ci siamo rivolti all’UE con la richiesta di chiarimenti,
di cui vi informeremo. Gli impianti geotermoelettrici della Toscana non rispettano gli indirizzi
di abbattimento di gas climalteranti. Sono lontani da essere a “…ridotte emissioni di gas a
effetto serra rispetto alle fonti non rinnovabili”; potrebbero diventarle solo nel momento in cui
le attuali emissioni venissero almeno dimezzate.
L’incentivazione della geotermia elettrica toscana, con le sue centrali a ciclo aperto, è un
esempio dei “sussidi ambientalmente dannosi” (http://www.greenreport.it/rubriche/il-green-
new-deal-spiegato-dal-ministero-dellambiente/) rilevati dal Ministro dell’ambiente. Insistere
su questi incentivi vuol dire impedire la diffusione di energie ambientalmente favorevoli,
rallentare la de-carbonizzazione e arrecare un enorme danno alla salute e all’ambiente,
promuovendo tra l’altro il riscaldamento globale. Crediamo quindi che l’enorme opera di
mistificazione e di greenwashing raffazzonata tenti inutilmente di sostenere la linea che
vorrebbe la geotermia come “fonte rinnovabile” col diritto a incentivi pubblici (pagati in
bolletta dai cittadini) e senza lacci e lacciuoli burocratici e ambientalisti.
Ribadiamo che nessun dibattito serio sulla geotermia si possa affrontare con le centrali aperte
e enormi risorse economiche (pubbliche) elargite anche per condizionare tale dibattito e
quindi confermiamo la richiesta di sospensione immediata di tutta l’attività geotermica
esistente e di progetto, dirottando gli enormi incentivi per ridurre i costi delle bollette
elettriche più utile alle famiglie, specie in questo periodo di emergenza.
Rete Nazionale NOGESI, SOS Geotermia, Forum Ambientalista Toscano
Nota §
Considerata la sporadicità dei controlli eseguiti da ARPAT, si ritiene maggiormente significativo, ai fini della quantificazione delle emissioni effettive delle centrali, quanto si può ricavare da un recente studio, che ha calcolato le emissioni medie che si sono avute da tutte le centrali geotermiche nel periodo di tempo che va dal 2002 al 2016, rapportate ad ogni MWh di potenza prodotta; per ottenere le emissioni di ogni sostanza in un particolare anno, si può moltiplicare il valore medio riportato per la potenza generata dalle centrali in quello stesso anno; con questo metodo, per la potenza lorda di 6.105,40 GWh, si ottengono le seguenti quantità di sostanze emesse nel 2018: (https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0959652619321833)
Anidride carbonica (CO2): 6.105,40 * 483 kg/h = 2.948.908 t.
Metano (CH4): 6.105,40 * 7,10 kg/h = 43.348 t.
Anidride solforosa (SO2): 6.105,40 * 1,99 kg/h = 12.150 t.
Ammoniaca (NH3): 6.105,40 * 1,23 kg/h = 7.510 t.
Acido solfidrico (H2S): 6.105,40 * 1,34 kg/h = 8.181 t.
Monossido di carbonio (Co): 6.105,40 * 49,6 g/h= 303 t.
Mercurio (Hg): 6.105,40 * 0,372 g/h = 2,27 t.
Antimonio (Sb): 6.105,40 * 0,041 g/h = 250 kg.
Arsenico (As): 6.105,40 * 0,04 g/h= 244 kg.