di Fabrizio Pinzuti
AMIATA. Continua il botta e risposta, con repliche e controrepliche, tra divergenze e qualche punto di convergenza, tra i comitati contro la geotermia e “Gli Amici Della Terra”, dopo la presentazione del 14 giugno scorso a Roma degli studi del dipartimento di Scienza Della Terra dell’Università di Firenze sull’inquinamento da mercurio dei fiumi Paglia e Tevere, fino al mar Tirreno. Ai primi, secondo i quali la ricerca ignora totalmente l’influenza che il mercurio emesso dalla geotermia Enel può esercitare sul bacino idrografico del Paglia e del Tevere, i secondi, tramite la portavoce Monica Tommasi, ribattono:
“Nel convegno ‘La strada del mercurio’ organizzato dagli Amici della Terra il 14 giugno scorso al Senato non si è parlato del mercurio emesso dalle centrali geotermiche non perché il problema non esista, anzi è conosciuto e monitorato dall’Arpa Toscana che ne dà conto come previsto dalla legge, ma perché a noi premeva portare alla luce ciò di cui non si è dato conto fino ad oggi cioè di una grave situazione di inquinamento da mercurio originata in più di un secolo di estrazione e lavorazione dei minerali di mercurio nel territorio dell’Amiata, uno dei più grandi giacimenti di mercurio di tutto il mondo. Dopo più di 30 anni dalla chiusura delle miniere, gli interventi di bonifica ambientale sono fermi e gli scarti di lavorazione ricchi di mercurio metallico si trovano nei suoli fino a diversi chilometri dagli impianti, finiscono nei torrenti, nel fiume Paglia, nei sedimenti fluviali, contaminando la biosfera (soprattutto i pesci) prima di finire nel mar Tirreno. Quindi mentre il problema emissioni da centrali è monitorato e conosciuto questo è stato fino ad ora completamente sottovalutato”.
Le differenze non appaiono solo di ambiti e competenze, ma anche di ruoli e metodologie e soprattutto di forma mentis. Prosegue infatti la Tommasi: “L’articolo dei comitati “no geotermia” ha messo in evidenza un’altra questione importante: la differenza di approccio ai problemi ambientali tra l’associazione Amici della Terra e questi comitati. La corrente di pensiero che ci caratterizza da quaranta anni è l’esplicitazione delle criticità. Solo attraverso la conoscenza e la pubblicità dei dati si possono comprendere i problemi e si possono mettere in atto iniziative e comportamenti per risolverli e questo approccio ci ha reso credibili all’esterno in tutti questi anni. Mentre spesso, nei comitati, l’approccio ideologico prende il sopravvento, si coltiva così una cultura del sospetto e del complotto, non si cercano soluzioni ma un nemico da combattere”.
Netta e polemica la presa di distanza degli Amici Della Terra da alcune posizioni dei comitati, quasi ad invertire l’accusa, e cioè di essere i comitati a non aver acquisito la consapevolezza delle proporzioni e della gravità dell’inquinamento da mercurio da fonte minero-metallurgica. “In questa vicenda del mercurio i comitati hanno addirittura cercato di manipolare i dati dando la stessa importanza a quantità in gioco diverse: un possibile contributo da parte degli impianti geotermici non è escluso e andrebbe sicuramente quantificato da studi ad hoc, tuttavia i dati disponibili sembrano indicare che questo contributo è d’importanza secondaria rispetto a quello delle miniere. Infatti i dati dell’Arpa Toscana indicano che la quantità di mercurio emessa in atmosfera dalle centrali è di due ordini di grandezza (almeno) inferiore rispetto a quella storicamente emessa dagli impianti metallurgici. Per essere più chiari è come dire che 100 chilogrammi di mercurio sono la stessa cosa di 10.000 chilogrammi di mercurio. Infine, a tutt’oggi, gli studi disponibili (Vaselli e altri) sembrano confermare che le emissioni più significative in atmosfera vengono dalle zone minerarie piuttosto che dagli impianti geotermici. Cercare di manipolare i dati non va certo nella direzione di risolvere i problemi”.
Articolata la risposta di SOS Geotermia/ Rete NOGESI: “Salutiamo con piacere che gli Amici della Terra ammettano – dopo il nostro comunicato – il concorso nell’inquinamento da mercurio dell’asta del Paglia fino al Mar Tirreno delle centrali geotermiche di ENEL Green (!!!) Power. Scientificamente aver taciuto questo dato, in un convegno il cui scopo era sollecitare l’intervento del Governo alla bonifica, rimane un dato grave. Ma tutto è bene quel che finisce bene: tra le cause del grave inquinamento c’è –per centinaia di km. – il mercurio emesso dalla geotermia. E ciò non potrà essere taciuto nel “focus” che il comune di Orvieto giustamente ha organizzato il 12 luglio prossimo nell’ambito del Contratto di Fiume del Paglia. Circa poi le quantità – che a noi risultano molto più consistenti dato che lo sfruttamento geotermico esiste in Toscana da oltre 50 anni e l’adozione di filtri nelle centrali (che comunque non trattengono tutto il mercurio) sono solo recenti – ci sarà spazio, nella vertenza che si incardinerà sul tema, di fornirli. Circa poi l’asserita “politicizzazione“ dei comitati si ricorda a chi ha detto Sì alle trivelle nel Mediterraneo che tutti fanno politica anche gli asseriti “tecnici”; la nostra è solo radicalmente a difesa degli interessi dei cittadini e dei territori”.
Si confrontino i diversi dati in possesso – è la risposta prevalente nell’opinione pubblica – con lo scopo di mettere a fuoco problemi da angoli di visuale diversi ma con l’obiettivo comune di portare un contributo utile a risolverli, senza avanzare primati di posizione.