Il19 ottobre l’incontro con alcuni esperti in un convegno-dibattito sulle sperimentazioni climatiche e possibili implicazioni
SIENA. Il 16 aprile di quest’anno un violento nubifragio si abbatteva su Dubai, oltre 140 millimetri di pioggia caduti in 24 ore in un’area che mediamente ne riceve 95 millimetri in un anno con gravi conseguenze su strade, aeroporti, residenti bloccati nelle case e negli uffici. Come ha raccontato l’articolo del Sole 24 Ore Alluvione a Dubai provocata dall’uomo? Come funziona“il cloud seeding“ il Centro nazionale di meteorologia di Dubai aveva dichiarato all’agenzia Bloomberg di aver “inseminato” le nuvole dal 14 al 15 aprile.
Fu Vincent Schaefer a scoprire il principio della semina delle nuvole (cloud seeding) nel luglio 1946 e attualmente sono molti i Paesi che lo utilizzano per scopi diversi. L’inseminazione delle nubi rientra in quell’insieme di tecniche artificiali di intervento umano sull’ambiente fisico che comunemente viene denominato geoingegneria e che per alcuni è più corretto definire di ingegneria climatica.
L’inseminazione avviene attraverso aerei che iniettano nelle nuvole particelle di sale o di ioduro d’argento, in modo da formare cristalli di ghiaccio che si condensano in pioggia o neve, a seconda dell’altitudine. Secondo l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM), in condizioni ottimali, la semina può aumentare le precipitazioni di una singola nuvola fino al 20 per cento. Secondo una ricerca dell’istituto no-profit Desert Research Institute i progetti di semina a lungo termine hanno aumentato il manto nevoso in aree circoscritte delle montagne americane del Nevada di circa il 10% all’anno. Risultati simili sono stati registrati nella Snowy Range e nella Sierra Madre Range del Wyoming, oltre che nelle Snowy Mountains dell’Australia.
L’OMM, in un rapporto del 2023, ha messo in guardia sulla mancanza di conoscenza degli impatti di questa tecnologia. Le preoccupazioni riguardano sì l’alterazione dei modelli meteorologici esistenti a livello locale ma gli esperti avvertono anche che le sostanze chimiche come lo ioduro d’argento sono tossiche e il loro uso dovrebbe essere monitorato per i potenziali effetti nocivi sulla salute e sull’ambiente.
Su questi temi sabato 19 ottobre dalle 16 Siena ospiterà il convegno-dibattito Geoingegneria e alterazione del clima: fake o realtà? presso la Sala dei Mutilati di via Maccari 3 dove alcuni esperti parleranno di geoingegneria, delle sue dirette implicazioni sull’equilibrio della nostra atmosfera e delle possibili ricadute sulla salute della popolazione. Maria Heibel e Marco Pizzuti, dopo anni di studi e ricerche, illustreranno i risultati delle loro indagini provando a fornire risposte a domande e curiosità del pubblico in sala. In collegamento remoto sarà presente anche Antonietta Gatti per illustrare i risultati delle sue ultime ricerche. L’appuntamento è organizzato dalle associazioni Atto Primo Salute Ambiente Cultura e Lucidamente, dai gruppi La Senesina, Valdelsa Attiva e Il Dubbio.
Marco Pizzuti è un ex ufficiale dell’esercito e ha lavorato presso istituzioni dello Stato (Camera dei Deputati, Senato della Repubblica e Consiglio di Stato). E’ saggista e ricercatore scientifico, sceneggiatore di cinema e teatro. E’ autore di “Emergenze climatiche non autorizzate”.
Maria Heibel è una ricercatrice e divulgatrice, esperta di tecnologie atte alla manipolazione ambientale. E’ curatrice del sito nogeoingegneria.com e del libro “Pianeta terra, ultima arma di guerra” di Rosalie Bertell. È coautrice del libro “Global war-ning” .
Antonietta Gatti è un fisico nucleare ed è specializzata in Bioingegneria. E’ stata visiting professor all’Institute for Advanced Sciences Convergerne (Dipartimento di Stato americano) e membro del Comitato Scientifico Nazionale del Ministero della Difesa (CPCM) oltre che consulente della Commissione governativa sull’uranio impoverito e le malattie correlate. E’ coordinatrice di progetti di ricerca europei e italiani e presidente dell’associazione Health, Law and Science con sede a Ginevra.