In Italia Ispra non comunica più alcunché
di LEXDC
SIENA. Le notizie che vengono dal Giappone e di cui non si parla in Italia descrivono la presa di coscienza da parte del governo e del popolo nipponico dei danni gravissimi e irreparabili che ha causato il disastro nucleare di Fukushima. L’ultimo scandalo riguarda unagrandissima quantità di carne bovina ritirata dal mercato perché è stato scoperto che gli animali erano stati nutriti con fieno e paglia di riso contaminati (a insaputa probabilmente degli allevatori, che si ritenevano al sicuro perché lontani dalla centrale nucleare, che lasciavano asciugare all’aria aperta le balle di fieno). Per motivi di sicurezza, e nonostante ciò provochi molti problemi energetici, il 70% del parco nucleare giapponese, 37 centrali su 54, è fermo e al più tardi nella primavera del 2012 si stima che sarà completamente spento.
A causa dei nuovi stress test ordinati dal governo centrale all’inizio di luglio, nessuna azienda elettrica del paese si sogna di riprendere la produzione, in quanto consci che la mitica sicurezza non è stata mai rispettata in questi anni e che ogni centrale è un colabrodo che al minimo problema potrebbe esplodere. Elettricità che manca anche a Fukushima e rende difficile la gestione della messa in sicurezza dei reattori, con pericolo per la gestione della radioattività altissima. Il tifone Ma-on ha portato piogge fortissime nella regione e la gestione delle piscine è sempre più difficoltosa, anche se il livello dell’acqua continua a salire e ci potrebbe essere nuove dispersioni. Riguardo ai problemi energetici giapponesi, la cosa più clamorosa è l’attenzione e la disciplina che mette la popolazione nel rispettare le nuove norme di risparmio energetico volute dal governo: infatti non c’è stato aumento di consumi petroliferi nella nazione asiatica né di consumi carboniferi.
E dopo i primi mesi di difficoltà, sono riprese pure le esportazioni manifatturiere, segno che la richiesta di energia non manca, ma la razionalizzazione dei consumi può risultare fondamentale per risolvere i problemi energivori degli Stati, Italia compresa. Altro segnale di quanto il nucleare fosse inutile, per un paese che lo aveva bandito già dal 1987. Secondo le comunicazioni di Terna, il gestore della rete elettrica nazionale, dal 2008 i consumi di elettricità nel nostro paese sono in netta diminuzione. Figuriamoci se si facesse una seria politica di risparmio energetico! Del nucleare non c’è bisogno: Areva, in un comunicato, ha dovuto recentemente ammettere che i costi della centrale nucleare di Flamanville saranno doppi di quanto preventivato, alla fine. Senza considerare il raddoppio dei tempi di consegna: se la Francia avesse veramente avuto bisogno dell’elettricità di Flamanville, sarebbe in vera emergenza energetica.
Nell’ultimo report di Ispra del 22 luglio, l’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, sono stati interrotte le comunicazione dello stato della radioattività in Italia per cui rimaniamo ai dati del 5 luglio, che non ci sono pericoli e i valori riscontrati non hanno alcuna rilevanza dal punto di vista radiologico e sanitario. Così dovrebbe essere anche per gli altri paesi europei, da cui non provengono notizie di crisi, almeno per il momento.