Il direttore di Upa Siena Gianluca Cavicchioli plaude alla richiesta delle Regioni al Governo
SIENA. “Emergenza ungulati, una normativa chiara e stringente non è più rimandabile; serve un intervento legislativo immediato ed efficace, ne va delle nostre produzioni e del nostro territorio e non solo”.
Così Gianluca Cavicchioli, direttore dell’Unione Provinciale Agricoltori di Siena, plaude al sollecito fatto dalle Regioni al Governo per un intervento normativo in materia di ungulati. Nei giorni scorsi infatti il Presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga ha scritto al Ministro Stefano Patuanelli chiedendo sostegno alla proposta normativa predisposta dal Ministero della Transizione Ecologica, per contribuire in maniera efficace al controllo dei cinghiali e di altre specie di ungulati.
La proposta normativa del Ministero della Transizione ecologica è stata illustrata dalla Sottosegretaria Vannia Gava nel corso di un incontro con gli Assessori, ed è stata condivisa dalla Commissione Politiche agricole il 10 maggio, registrando poi l’unanimità nella Conferenza delle Regioni dell’11 maggio.
“L’unanimità evidenzia come le Regioni siano compatte nella valutazione di un problema che sta mettendo in ginocchio il settore agricolo – prosegue Cavicchioli -. Più volte ci siamo fatti portavoce della rassegnazione dei nostri agricoltori che ci chiedono di mediare a tutti i livelli, per quanto di nostra competenza, nella risoluzione o perlomeno nella mitigazione del problema ungulati. Ora non resta che sperare che il Ministro Patuanelli accolga l’indicazione delle Regioni e il grido di allarme. Questa manifestata unità d’intenti, deve ora trascriversi in fatti concreti. La misura non è colma, di più. E’ davvero surreale vedere i cinghiali muoversi nelle nostre città, vedere come in alcuni casi siano accolti come animali domestici. Dobbiamo rientrare nella normalità; ci sono mille sfaccettature che contraddistinguono questo problema. Una normativa stratificata non aiuta. Basta leggere i contenuti della legge quadro dell’anno 1992! Quanto tempo è passato: abbiamo vissuto per lo meno due vite. E non occorre essere dei biologi o degli attenti lettori perché è una norma vetusta – sottolinea il direttore di Upa Siena -. Poi deve essere armonizzata con leggi regionali e la nostra è del 1994! Per non parlare del piano faunistico venatorio, ampiamente scaduto. Così non è pensabile programmare, né gestire. A questo aggiungiamo anche la diversa normativa che attiene alle Riserve Naturali e zone a diviato con il cosiddetto territorio libero. Occorre un bravo azzeccagarbugli per uscirne. E poi manca sempre qualcosa., e poi c’è sempre un ritardo, sempre. Com’è possibile arrivare sempre tardi? Com’ è possibile attendere pareri o risposte che sappiamo da tempo che occorrono? Certo è che gli agricoltori non possono emigrare; e purtroppo le loro voci, da lustri, non sono ascoltate. Per questi motivi chiediamo certezze e concretezza – conclude Cavicchioli -; la colpa morì fanciulla, ma i danni sono cosa certa e non mancheremo di attendere e sollecitare azioni, davvero concrete”.