Il rapporto annuale di Legambiente certifica i tagli orizzontali alle politiche ambientali. Male Siena
di Lexdc
SIENA. La XIX edizione di Ecosistema Urbano 2012 di Legambiente certifica lo stato di mediocrità in cui è sprofondata la città di Siena nel corso di quest’anno, peraltro comune a molti altri capoluoghi di provincia italiani. I motivi sono diversi ma nascono tutti dal taglio orizzontale ai finanziamenti per lo sviluppo della sostenibilità ambientale nei centri urbani e dal cattivo utilizzo delle risorse fin qui a disposizione degli enti territoriali. La raccolta differenziata, ad esempio, diminuisce, a conferma del trend che dura da qualche anno, la produzione pro capite di rifiuti urbani in media pari a 567,6 kg pro capite (587,3 kg nel 2010 e 597,8 kg nel 2009) e cresce di circa 6 punti la media della differenziata, che arriva al 37,96%:. Si tratta comunque di quantità molto al di sotto degli obiettivi normativi che per il 2011 prevedevano la soglia del 60%, percentuale che è stata raggiunta solo da dodici città: Novara, Salerno, Trento, Pordenone, Verbania, Belluno, Oristano, Teramo, Benevento, Asti, Nuoro, Rovigo. Siena non compare tra le città virtuose, eppure la dimensione piccola e i progetti sbandierati dagli enti locali avrebbero dovuto favorire la riuscita dell’obiettivo.
Nella classifica generale stilata da Legambiente, fra le 15 città grandi (con più di 200.000 abitanti) Firenze si colloca al 5° posto; fra le 44 città medie (80.000-200.000 abitanti) le città toscane sono: Pisa (7°), Lucca (15°), Livorno (17°), Prato (18°), Pistoia (31°), Arezzo (32°) e Grosseto (36°); fra le 45 città piccole (meno di 80.000 abitanti), si trova Siena (21°) e Massa (40°). Posizione di metà classifica, dunque, per la città del Palio. Il quadro complessivo nazionale mostra un aumento generalizzato delle emissioni, mentre poco si continua a fare per migliorare l’efficienza energetica. Il trasporto pubblico sembra sempre meno in grado di rispondere alle esigenze degli utenti e non crescono le zone a traffico limitato, le piste ciclabili e le zone pedonali. Forte il divario tra Nord e Sud, ai poli opposti della classifica secondo gli indicatori utilizzati. Altri dati estrapolati dal rapporto di Legambiente: Mobilità, la densità di automobili nei capoluoghi continua a crescere leggermente, 63,8 auto ogni 100 abitanti, contro le 63,7 della scorsa edizione. Preoccupa la sempre maggior carenza di offerta di trasporto pubblico: più basso nelle grandi città, con la solita eccezione di Roma e Catania, dove c’è un’offerta maggiore rispetto alle città medie e piccole dimensioni. Nei grandi centri urbani italiani ci sono in media 57 auto ogni 100 abitanti, 61 nei medi e 68 nei piccoli. Si va da La Spezia e Genova che hanno meno di 50 auto per 100 abitanti fino a 12 città, Roma, Aosta, Catania, Frosinone, L’Aquila, Latina, Nuoro, Potenza, Isernia, Rieti, Vibo Valentia e Viterbo,che hanno 70 auto ogni 100 abitanti. La media dei viaggi effettuati con i mezzi pubblici dagli abitanti, che ne certifica l’inefficienza, scende dagli 85 viaggi per abitante l’anno della passata edizione agli attuali 83. Le aree destinate ai pedoni sono ferme ai dati della scorsa edizione: 0,34 mq per abitante. Crescono poco anche le zone a traffico veicolare limitato. Una situazione di degrado e di ritorno al passato, che rende improrogabile l’esame politico di come si destinano i sempre più scarsi finanziamenti.