Nessun valore allarmante di dose gamma nei venti che hanno raggiunto nei giorni scorsi l'Italia
di LEXDC SIENA
SIENA. I venti che trasportano la radioattività dispersa dalla centrale di Fukushima hanno attraversato l’Italia nei giorni scorsi e anche la nostra regione. Questo è il comunicato di Ispra, autorità di controllo per la sicurezza nucleare e la radioprotezione ed organo tecnico di supporto alle autorità di protezione civile per le emergenze nucleari e radiologiche, rilasciato alle ore 18 del 25 marzo: “La dispersione dei rilasci di radioattività dalla centrale giapponese, sin dall’inizio dell’evento, ha risentito delle traiettorie dei venti che, su larga scala, hanno interessato prevalentemente l’area orientale e nord orientale, verso l’Oceano Pacifico e gli Stati Uniti. Nel loro movimento le masse d’aria sono andate gradualmente depauperandosi del contenuto iniziale di radioattività, per cui si ritiene che interessando il territorio europeo, avranno una concentrazione di radioattività estremamente bassa, difficilmente misurabile con i normali sistemi di misura. Le suddette concentrazioni sono da ritenersi non rilevanti dal punto di vista radiologico e tali da non costituire alcun rischio di tipo sanitario”
SIENA. I venti che trasportano la radioattività dispersa dalla centrale di Fukushima hanno attraversato l’Italia nei giorni scorsi e anche la nostra regione. Questo è il comunicato di Ispra, autorità di controllo per la sicurezza nucleare e la radioprotezione ed organo tecnico di supporto alle autorità di protezione civile per le emergenze nucleari e radiologiche, rilasciato alle ore 18 del 25 marzo: “La dispersione dei rilasci di radioattività dalla centrale giapponese, sin dall’inizio dell’evento, ha risentito delle traiettorie dei venti che, su larga scala, hanno interessato prevalentemente l’area orientale e nord orientale, verso l’Oceano Pacifico e gli Stati Uniti. Nel loro movimento le masse d’aria sono andate gradualmente depauperandosi del contenuto iniziale di radioattività, per cui si ritiene che interessando il territorio europeo, avranno una concentrazione di radioattività estremamente bassa, difficilmente misurabile con i normali sistemi di misura. Le suddette concentrazioni sono da ritenersi non rilevanti dal punto di vista radiologico e tali da non costituire alcun rischio di tipo sanitario”
Da parte sua Arpat comunica: “Dalle misurazioni eseguite fino ad oggi, i dati di dose gamma in aria misurati dalla rete di monitoraggio della radioattività in Toscana risultano all’interno della normale variabilità del fondo naturale. Si conferma pertanto l’assenza di livelli anomali di radioattività in aria sul territorio regionale. Il monitoraggio effettuato riguarda il particolato atmosferico e il <fallout che vengono campionati a Firenze, nonché. la media giornaliera del rateo di dose gamma in aria (dose oraria) misurata in 8 stazioni sul territorio regionale”.
In tutto l’emisfero nord continuano i monitoraggi dei singoli paesi interessati oltre l’Italia. In particolare il governo canadese e quello statunitense conferma che anche da loro la soglia di radioattività è ampiamente inferiore ai limiti consentiti dalla legge. L’Autorità per la Radioprotezione dell’Islanda, grazie a sistemi molto sofisticati, in grado di rilevare anche concentrazioni di radioattività ampiamente al di sotto dei valori che possono comportare un rischio sanitario per la popolazione, ha rilevato tracce di Iodio 131 ritenute dall’Autorità stessa dell’ordine di un milionesimo di volte inferiori a quelle a suo tempo misurate in Europa a seguito dell’incidente di Chernobyl e che non comportano alcun rischio di tip o sanitario.
Intanto l’escalation nucleare continua in Giappone: la situazione della centrale si aggrava sempre di più e le mezze ammissioni del governo giapponese fanno salire il livello di gravità dell’incidente dall’iniziale valore 4 al massimo cioè a 7, quindi ci saranno conseguenze, nel tempo, paragonabili a quelle di Chernobyl con l’aggravante della contaminazione delle acque marine, e quindi l’ipotetica trasmissione attraverso la catena alimentare dei pesci della radioattività in diverse parti del mondo, che nel mare sbarramenti sanitari o CPT per la fauna marina non esistono.
Ciò sembra chiudere definitivamente il discorso della seconda stagione nucleare italiana, ma non parlarne più sembra la solita tattica governativa che fa leva sul la scarsa memoria storica degli italiani.
Gli abitanti della zona con raggio di 20km da Fukushima, costretti a emigrare dalle loro case dopo tantissime generazioni forse in modo definitivo, non scorderanno certamente per generazioni. Ma dopo l’ultima iniziativa del governo giapponese, che ha costretto all’evacuazione anche i residenti di altri 10km di raggio, non dovremmo scordarcelo nemmeno noi: terremoti e tsunami passano, la radioattività è un danno permanente per troppi secoli, forse millenni, e su questo non abbiamo ancora abbastanza esperienza.
Ciò sembra chiudere definitivamente il discorso della seconda stagione nucleare italiana, ma non parlarne più sembra la solita tattica governativa che fa leva sul la scarsa memoria storica degli italiani.
Gli abitanti della zona con raggio di 20km da Fukushima, costretti a emigrare dalle loro case dopo tantissime generazioni forse in modo definitivo, non scorderanno certamente per generazioni. Ma dopo l’ultima iniziativa del governo giapponese, che ha costretto all’evacuazione anche i residenti di altri 10km di raggio, non dovremmo scordarcelo nemmeno noi: terremoti e tsunami passano, la radioattività è un danno permanente per troppi secoli, forse millenni, e su questo non abbiamo ancora abbastanza esperienza.