Monica Sgheri presenta l'interrogazione in Regione
VALDIMERSE. Il Coordinamento Merse che riunisce molte tra le più importanti associazioni ambientaliste, culturali e comitati del territorio senese e grossetano, è tornato ad occuparsi dell’annosa vicenda dell’inquinamento del fiume Merse. Con l’accordo extragiudiziale del 2006 tra Eni ed Enti locali convolti (Regione Toscana, Province di Siena e Grosseto, Comuni di Chiusdino e di Montieri) ed il successivo Accordo di Programma per la bonifica del Merse credevamo di essere giunti ad un punto fermo e ad una risoluzione positiva del disastro ambientale che dal 2001 ha messo a dura prova il fiume Merse e lo stato di qualità del territorio circostante. Invece durante l’ultimo anno, nel silenzio più totale nei confronti dell’opinione pubblica, le Amministrazioni coinvolte si sono riunite in Conferenza dei Servizi per l’approvazione del Progetto esecutivo di bonifica senza però riuscire a trovare un accordo definitivo su alcuni punti contenuti del Progetto: in particolare il Mibact-Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici della Toscana, ha espresso parere contrario in relazione al fatto che nel Progetto non verrebbero salvaguardati i manufatti di lavorazione mineraria; parte degli interventi di messa in sicurezza dei rifiuti minerari, infatti, prevedono lo stoccaggio definitivo in loco di gran parte degli sterili di miniera (rifiuti pericolosi) con conseguente cementificazione a ridosso del corso d’acqua, andando a modificare radicalmente lo skyline della valle che costeggia il fiume Merse. Alla luce di tale divergenza di pareri, la Conferenza dei Servizi ha deciso di delegare questa importante decisione alla Presidenza del Consiglio dei Ministri di fatto privando la nostra comunità e il nostro territorio di qualsiasi voce in capitolo. Ricordiamo infatti che oltre il rilievo avanzato dal Mibact, il progetto presenta altre criticità a nostro parere irrisolte e dall’esito imprevedibile: viene prevista la costruzione di un acquedotto che dalla Miniera faccia defluire lo scarico alle Vene di Ciciano dove il fiume ha una maggiore portata e lo scarico si possa dunque diluire; la Regione Toscana continua a non segnalare la presenza di quasi 70.000 t di rifiuti pericolosi all’interno della Miniera che sono ritenuti da studi di alto valore scientifico l’origine dell’inquinamento che origina da Campiano; viene previsto il tombamento di tutte le uscite della miniera ipotizzando che la miniera sia un sistema chiuso quando da documenti storici del Corpo delle Miniere sappiamo che non lo è, quindi senza certezza di dove un domani potrà uscire altra acqua fortemente contaminata da metalli pesanti. Per fare chiarezza su tutti questi punti è stata presentata un’Interrogazione urgente dalla Consigliera Regionale del PRC Monica Sgherri, la cui discussione è all’ordine del giorno del Consiglio Regionale di sabato 28 marzo.
L’interrogazione riporta tra le altre cose gli ultimi dati di Arpat sullo stato ambientale del Fiume Merse. Si legge che dal documento “Monitoraggio ambientale del sistema Merse – Campiano ” a cura del Dipartimento Arpat Grosseto, “il Merse evidenzia la classe di qualità più bassa tra i fiumi che originano dalle Colline Metallifere” e il monitoraggio biologico effettuato negli anni 2010-2012 rileva uno stato di qualità del fiume, a valle del fosso Ribudelli, di livello V ovvero fortemente degradato con un drastico peggioramento localizzato essenzialmente a valle della zona interessata dalla presenza dello scarico della miniera di Campiano” e ancora “ nella zona Palazzetto di Chiusdino lo stato di qualità del fiume è peggiorato di una classe, da buono a sufficiente” pertanto nel dispositivo dell’Interrogazione si domanda “come si intende assicurare che con lo scarico dell’acqua dislocato da Ribudelli presso le Vene di Ciciano possa essere assicurato lo stato “buono”, visto che già oggi la qualità biologica del fiume nel tratto in questione è appena “sufficiente”. Viene inoltre ricordato come 10 anni orsono fu realizzato uno studio sullo stato di salute dei pesci nel fiume Merse, coordinato dal Prof. Leonzio dell’Università di Siena, che indicava la presenza di mercurio, piombo, arsenico e soprattutto cadmio nei pesci studiati evidenziando quindi “un problema relativo all’estensione dell’effetto inquinante di mercurio e arsenico dal momento che a 15 km dal punto di sversamento dell’effluente (dalla Miniera di Campiano) i valori di bioaccumulo presentano i valori più alti”.
Considerate tali criticità la Consigliera Sgherri chiede quali azioni la Regione Toscana intenda portare avanti per migliorare lo stato di qualità del Fiume Merse e noi crediamo che dopo tutti questi anni e le risultanze dei monitoraggi di Arpat, si renda necessario un’ulteriore ricerca sul livello di contaminazione dei pesci nel fiume, visto anche il numero di persone che pratica questa attività nell’area di Brenna.
Aspettiamo quindi con ansia che vengano risolti molti di questi interrogativi di cruciale importanza per il nostro territorio . Non si comprende come trasformare la zona fluviale a valle della Miniera di Campiano in una discarica definitiva (stoccaggio in loco dei residui minerari), possa restituire all’area parte del pregio ambientale che le è stato sottratto da Eni nei decenni di sfruttamento minerario. Prima di prendere tali decisioni in modo definitivo e prima di permettere al soggetto responsabile dell’inquinamento, l’Eni, di svincolarsi dai suoi impegni, vorremmo che la cittadinanza fosse a conoscenza di cosa sta succedendo e gli enti locali non delegassero al Governo centrale il futuro della Valle del Merse e dei Comuni che la abitano.