Possibile il ricorso al referendum ad Abbadia San Salvatore
di Fabrizio Pinzuti
ABBADIA SAN SALVATORE. Sarà solo un caso che nel momento in cui si rileva, non solo da parte della stampa, dei comitati e delle forze di opposizione, la carenza di un’adeguata informazione sulle iniziative del sindaco Fabrizio Tondi in tema di geotermia, viene diffusa la notizia – tutt’altro che di corridoio – che la possibilità del ricorso a un referendum su un’eventuale installazione di centrali geotermiche nel territorio comunale di Abbadia San Salvatore è stata inserita nel programma elettorale della coalizione vincente su pressione, se non proprio per imposizione, delle forze politiche contro il parere di Tondi, allora candidato a sindaco, che sulla materia voleva avere carta bianca? Si sarebbe trattato non tanto di una forzatura, quanto dell’esigenza di conciliare l’apertura di Tondi alla geotermia con l’orientamento della precedente amministrazione, nettamente avversa alla geotermia come la stragrande maggioranza della popolazione.
La diffusione della notizia di fatto ha contribuito a far serpeggiare nell’opinione pubblica il dubbio che questa carenza di informazione da parte del sindaco sulle proprie iniziative nel campo della geotermia sia da collegare non tanto a difficoltà di comunicazione, quanto alla volontà del primo cittadino di decidere da solo e al suo disegno di far trovare tutti – cittadini, forze politiche e amministratori comunali – di fronte al fatto compiuto. Seguendo questa interpretazione anche la presenza del segretario della sezione del PD alla tavola rotonda presieduta dal sindaco e promossa da Ecofuturo (Libera università di Alcatraz di Jacopo Fo a Gubbio), il 4 Settembre scorso sulle buone pratiche della geotermia non inquinante, sarebbe da intendere, se non come un vero e proprio controllo sulle iniziative del primo cittadino, come una presenza politica collaterale fino ad allora assente o fioca. Dubbi, questi, che potranno rivelarsi anche infondati ma alla cui sollevazione hanno contribuito altri rilievi, quali:
- l’incontro del 15 luglio 2015 a Firenze presieduto dal sindaco sulla carta della “buona geotermia” era a porte chiuse e a invito e l’assenza negli organi di informazione di notizie sul convegno lascia ragionevolmente intendere che nessun rappresentante della stampa è stato invitato;
- nonostante l’affermazione del sindaco alla fine del dibattito che “tutti gli atti dell’incontro sono a disposizione come potrà essere visionato il video delle circa dieci ore di lavori svolti” e che “non c’è nessun tentativo di celare niente, nessun tentativo di fare blitz”, l’unico resoconto diretto della giornata, pur con tutte le ricerche in Internet, nel sito del Comune e anche presso gli uffici municipali, rimane quello del GIGA, da più parti criticato per la sua parzialità ed incompletezza. Anche rappresentanti della minoranza consiliare, consultati essendo arrivate le succitate parole del sindaco in risposta a una loro nota che lamentava la mancata discussione in consiglio, hanno negato di essere stati informati;
- non si riesce a rintracciare alcuna comunicazione ufficiale neppure sulla citata tavola rotonda del 4 settembre, sulla quale comunque è stato pubblicato un resoconto dai rappresentanti dei comitati ambientalisti presenti all’incontro.
Tuttavia – a spizzichi e bocconi e talvolta di straforo – qualcosa comincia a trapelare, anche se non per iniziativa del sindaco. In un resoconto a cura del GIGA su un convegno svolto a Viterbo il 14 settembre sulle possibilità di sfruttamento geotermico nella Tuscia, si parla, come esempio di contributi dal mondo delle moderne tecnologie, della sperimentazione del “professor Giuliano Gabbani, del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze, che ha presentato il progetto dello “scambiatore geotermico in pozzo”, portato avanti proprio dall’ateneo fiorentino in collaborazione con un azienda toscana di riferimento nel settore degli acciai speciali noti come EcoAcciai… il progetto mira ad eliminare alla radice la principale problematica geotermica, costituita dalla interazione dei fluidi geotermici con il sottosuolo. Il nuovo scambiatore, che avrà nei prossimi mesi una installazione pilota in una ex-
+-miniera di Abbadia San Salvatore infatti, utilizzando specifici fluidi termoconvettori, è in grado di andare a prelevare il contenuto entalpico della risorsa geotermica direttamente nel sottosuolo, senza mobilitarla, aprendo così una nuovo rivoluzionario capitolo per la geotermia”. Il nuovo impianto rientra nell’ambito delle “ultime tecnologie geotermiche sia legate all’uso termico diretto della risorsa, attraverso scambiatori di calore in grado di effettuare recuperi termici direttamente nei fossi dove oggi si riversano fluidi termali anche fino a 70° C, sia attraverso impianti di micro generazione a ciclo binario e a reiniezione totale controllata dei fluidi, in grado oggi di valorizzare fluidi con temperature anche inferiori agli 80° C e minime portate per produzione di energia elettrica e termica”. Si tratterebbe di un elemento risolutivo che “proietta finalmente anche la geotermia in quel nuovo modello energetico distribuito disegnato dalle rinnovabili come fotovoltaico ed eolico, che sta gradualmente accantonando il modello energetico concentrato di grandi poli energetici fossili che ci ha accompagnato fino a qui”. In seguito il ricercatore fiorentino ha specificato che “stiamo studiando e stiamo realizzando oltre ai noti sistemi binari uno scambiatore in pozzo che non avrà ripercussioni, proprio per le sue caratteristiche di non interferenza totale con la risorsa geotermica, con l’ambiente e con la popolazione. Questo è possibile visto che per definizione e per progettazione non rilascia assolutamente niente in atmosfera ma utilizza solo la temperatura del fluido endogeno … nessuno vuole ripetere le pratiche obsolete ma virtuosamente cerca, con lo sviluppo del progresso scientifico e tecnico, di costruire un mondo con le risorse a km 0 e con una ricaduta positiva e importante sulla popolazione del luogo e sopratutto sostitutivo delle micidiali risorse fossili delle quali stiamo da tempo, purtroppo, osservando gli effetti sul clima”.
La sperimentazione rientra nelle “intenzioni virtuose che l’Università e l’Amministrazione di Abbadia vogliono intraprendere insieme” e lo studioso conferma che “anche in occasione del Festival Ecofuturo (meeting sulle energie rinnovabili e le best practices in ambito energetico) svoltosi ad Alcatraz (Perugia) la prima settimana di settembre, con il Sindaco Tondi abbiamo ripetuto le intenzioni”. Aggiunge Gabbani che la “sperimentazione è stata dal Dr. Tondi compiutamente anticipata in Regione Toscana nella giornata sulla Carta della Buona Geotermia”, particolare questo che conferma tuttavia che al convegno di Firenze, e forse anche prima, non ci si è limitati ad ascoltare per “capire, studiare, approfondire”, come affermato dal sindaco, ma che qualche impegno è stato sottoscritto e qualche passo è stato fatto. Ancora una volta pertanto sorge qualche dubbio sulla congruenza di quanto “anticipato” dal sindaco e della risposta da lui fornita alla minoranza sulla presunta mancanza di informazione sul convegno: “Non siamo di fronte a nessuna decisione, stiamo affrontando i temi legati allo sviluppo tecnologico che offre una geotermia sicura, siamo coerenti con quanto dichiarato in campagna elettorale. Quando le idee, i confronti sugli studi, saranno chiari è ovvio che ci presenteremo in consiglio comunale per un confronto aperto e costruttivo. Non credo che il sindaco di nessun paese debba informare il consiglio comunale sulla sua agenda quotidiana, su incontri che hanno il principale scopo di conoscere, capire un tema e non certo quello di decidere nulla”. Lasciando da parte questioni prettamente politiche, quali il ruolo riconosciuto dal sindaco al Consiglio Comunale e i rapporti con questo istaurati, una informazione più diretta e capillare è non solo opportuna ma necessaria in ragione della possibile svolta che sulla geotermia si sta delineando e della eventualità di una consultazione referendaria, senza poi dimenticare che il Consiglio comunale è l’organo di indirizzo e di controllo politico-amministrativo del comune.
E’ auspicabile che l’annunciato incontro per il mese di novembre (giorno 5?), questa volta ad Abbadia, sia un’occasione utile, senza ulteriori rimandi, per capire se “la geotermia per un territorio sia una risorsa o una disgrazia” o quanto meno per fare il punto della situazione sullo “stato dell’arte”.
Esiste tuttavia anche l’altra faccia della medaglia: che interesse può avere il sindaco a celare procedimenti tecnici, sperimentazioni e iniziative varie comunque intese, ed utili a lui, ad “abbassare i livelli di avversità registrati su questa materia fino ad oggi”, per usare le sue parole che bene esprimono anche le sue intenzioni? Un’informazione più ampia e dettagliata che fughi dubbi e interpretazioni audaci è anche per questo non solo gradita ma necessaria.