COLLE VAL D’ELSA. Dal Gruppo d’Intervento Giuridico riceviamo e pubblichiamo.
“L’A.R.P.A.T. – Area Vasta Sud – Dipartimento di Siena ha rapidamente risposto (nota prot. n. 18005 del 10 marzo 2021) all’istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione dei provvedimenti di bonifica inoltrata (3 marzo 2021) dall’associazione ecologista Gruppo d’Intervento odv riguardo la presenza di cemento-amianto (eternit) in degrado nello stabilimento suinicolo Co.Mo.Va. s.r.l., grande struttura abbandonata da troppi anni nel bosco di Aiano, località presso la confluenza dei Torrenti Foci e Riguardi, nel Comune di Colle Valdelsa (SI).
L’effettuazione dei controlli ambientali, preludio per l’adozione dei provvedimenti di bonifica ambientale, “è stata presa in carico, per le attività di competenza, e inserita nel programma delle attività di controllo del Dipartimento”.
La presenza di cemento-amianto in degrado era in precedenza sconosciuta all’A.R.P.A.T., visto che agli “atti del Dipartimento ARPAT di Siena non è presente alcuna documentazione”.
La porcilaia industriale abbandonata è situata in un bosco, tutelato con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), dove passa anche la Via Francigena, (zona bivio Prodeggia – Badia a Conèo) percorso di grande interesse storico-culturale.
L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento odv ha coinvolto per la bonifica ambientale il Ministero della Transizione Ecologica, la Regione Toscana, il Comune di Colle Valdelsa, i Carabinieri Forestale, informando la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Siena.
Infatti, l’abbandono ed il deposito incontrollato di rifiuti sul suolo, nel suolo, nelle acque superficiali e sotterranee sono vietati (art. 192 del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.): il sindaco competente dispone con ordinanza a carico del trasgressore in solido con il proprietario e con il titolare di diritti reali o personali sull’area la rimozione dei rifiuti ed il ripristino ambientale. Trascorso infruttuosamente il termine assegnato, provvede d’ufficio l’amministrazione comunale in danno degli obbligati.
In particolare, per quanto riguarda le lastre in eternit, purtroppo per decenni comuni in edilizia, si ricorda che le stesse sono costituite da un impasto di cemento e amianto, le quali possono rilasciare fibre di amianto se abrase, perforate, spazzolate o se deteriorate, con gravi conseguenze per la salute delle persone che ne vengono a contatto (è, infatti, dimostrato che anche bassissime esposizioni a polveri di amianto possono indurre un preciso tumore polmonare, il c.d. mesotelioma pleurico). Per tali motivi, il nostro ordinamento prevede specifiche modalità per lo smaltimento delle lastre realizzate con fibre di amianto (legge n. 257/1992 e s.m.i.).
Un intervento di bonifica in tempi brevi è fondamentale per la tutela della salute pubblica e di un sito di rilevante interesse ambientale. Finalmente, dopo tanti anni di abbandono, vengono avviati i propedeutici controlli ambientali”.