AMIATA.Parliamo spesso di energie alternative, di risparmio ed efficientamento energetico e di altre consimili amenità, e perdiamo di
vista che il combustibile che l’uomo da sempre utilizza, la legna –con il suo ultimo derivato, il pellet – resta, almeno per il riscaldamento domestico, il più economico e il meno inquinante, come confermato da due recenti articoli apparsi in QualEnergia.
Cominciamo dal primo, quello sul risparmio, a firma di Leonardo Berlen, che si occupa di aspetti economici e normativi del settore delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica., anche nell’ottica della sostituzione di un impianto con uno a biomassa e del meccanismo di
incentivazione più conveniente. Ogni caso fa storia a sé: differenti zone climatiche, superficie da riscaldare, stato dell’involucro e della coibentazione termica dell’edificio, impianto di riscaldamento e combustibile che si va a sostituire, fabbisogno di calore, costi della legna e del pellet. In ogni caso i benefici economici sono legati al costo inferiore dell’energia della biomassa (calcolata in chilowattora) rispetto ad altri combustibili. Anche abitazioni particolarmente energivore, sostituendo ad esempio un generatore di calore a gasolio o gpl con uno a biomassa, possono avere dei tempi di ritorno dell’investimento molto interessanti, anche di soli 5-7 anni (si tratta comunque di un valore indicativo da verificare nello specifico con un tecnico), a volte anche in assenza di incentivi (detrazioni fiscali, conto termico, certificati bianchi), dei quali comunque questi impianti godono. Il prezzo del pellet (ma anche quello di gpl e gasolio) ha variazioni stagionali (più basso nel periodo da maggio a luglio, più caro verso agosto, si stabilizza durante l’inverno). Prima della stagione fredda una tonnellata può essere venduta a circa 320-360 euro: il consumatore pagherà dunque un sacco da 15 kg tra 4,8 e 5,5 euro (Iva inclusa). I prezzi dei vari
combustibili (espressi in €/kWh) sono soggetti a continue variazioni, ma al momento possono essere così riassunti indicativamente in costo €/kWh: metano 0,090; gasolio 0,140; gpl 0,146; pellet 0.070, legna 0.042.
Come si può notare l’utilizzo del pellet riduce i costi unitari di energia (€/kWh) del 50% rispetto a impianti alimentati a gasolio e GPL. Con la legna i costi si riducono del 70% circa. Mentre minore è lo scarto con il metano. Da qui la convenienza economica a “rottamare” la propria caldaia a Gpl o gasolio e rimpiazzarla con un sistema a biomasse. A tal proposito è interessante un progetto segnalato su
Agriforenergy, la rivista trimestrale di Aiel (Associazione italiana energie agroforestali) su un caso di installazione di una caldaia
centralizzata legno-pellet per un B&B in provincia di Belluno che va a sostituire due caldaie a Gpl per un’edificio di complessivi 250 mq.
Con il nuovo sistema di riscaldamento a biomasse si è stimato non solo una riduzione dei costi di combustibile ma anche che, sfruttando la
detrazione fiscale al 50%, in 10 anni, l’ammortamento semplice è di circa 6,5 anni. Un risultato economico sicuramente soddisfacente a cui
si aggiunge anche un comfort decisamente superiore rispetto al precedente uso del Gpl. (fonte QualEnergia).