SIENA. Non sono un “animalista”, ossia non amo in maniera particolare gli animali. Ma odio fin nel mio profondo chiunque uccida per puro, orribile divertimento un essere vivente, animale o vegetale che sia. E’ su questo esclusivo versante che vorrei che fosse impostata ogni strategia dell’associazionismo di settore. Insomma la caccia dovrebbe e potrebbe sopravvivere solo e esclusivamente per lo scopo ancestrale per cui è nata – sin da milioni di anni prima della comparsa dell’uomo sulla faccia della Terra – ossia a esclusivo scopo di sopravvivenza fisica (alimentazione, difesa, abbigliamento ecc.).
La caccia così intesa, oltretutto, ha da sempre avuto come effetto positivo (effetto che sarebbe bene mantenere e curare), il mantenimento dell’equilibrio naturale tra le specie, così come si costuma nelle pochissime, rare situazioni arcaiche in cui l’uomo è ancora oggi cacciatore-raccoglitore.
Ragione per cui la caccia dovrebbe essere praticata solo da professionisti (un apposito albo?), che dal ricavato della professione traggano ogni ragione del sostentamento proprio e/o della propria famiglia. Ovviamente leggi ad hoc dovrebbero regolamentare l’intero settore ad evitare eccessi e abusi.
Per concludere: vorrei sapere se, al fine di salvare capra e cavoli, c’è spazio nella Lipu per una discussione in proposito.
Mauro Aurigi