Invece di combattere l'inquinamento è più facile nascondere i dati, secondo la regione Toscana
di Lexdc
SIENA. Spesso la qualità della vita dei cittadini passa in secondo piano rispetto alle esigenze della politica di controllare il consenso e di nascondere i problemi. La legge regionale entrata in vigore dal 1° gennaio 2011 sulla valutazione e gestione della qualità dell’aria in Toscana in teoria risponde ai criteri fissati dalla direttiva europea 2008/50/CE, in pratica nasconde le criticità dell’inquinamento nelle città della regione. D’altronde la pubblicistica “di regime” sottolinea sempre l’eccellenza della MIGLIORE QUALITA’ DELLA VITA in Toscana: chi potrebbe pensare che inceneritori, aree industriali, strade e aree autostradali potrebbero avere gli stessi problemi di Milano o Napoli? Se poi si aboliscono i mezzi per la raccolta dati, il gioco è fatto. Tutto in nome dell’Europa, che non c’entra nulla e nulla sa. Fioccano le polemiche a Firenze, dove dalla fine del 2010 all’inizio del 2011 c’è stato un innalzamento virtuoso delle giornate senza inquinamento senza che nessuno abbia preso alcun provvedimento.
Ma veniamo alla situazione senese. Esistevano due centraline fisse, a Poggibonsi (Largo Campidoglio) e Siena (Due Ponti). Nel febbraio 2010 la prima, senza alcuna spiegazione se non quella che la centralina registrava un numero di sforamenti di PM 10 tale da costringere la giunta Coccheri a provvedimenti radicali di chiusura del traffico, se mai avesse voluto applicare la legge, veniva trasferita in un giardinetto fuori da qualsiasi “corrente” inquinatrice: eppure ha sforato anche lì, ma tutti zitti! Da gennaio 2011 in Via De Amicis sono stati registrati 19 sforamenti, nei giardinetti pubblici fuori mano e fuori traffico e fuori portata dell’inceneritore.
Anche Siena Due Ponti aveva i suoi alti e bassi, più contenuti. Ebbene da gennaio i dati di Siena non esistono più sul sito dell’Arpat. Fine delle trasmissioni: nella città del Palio, secondo la regione Toscana, non esiste alcun problema: ce lo dice l’Europa. I numeri dello scorso anno, decine di sforamenti, che abbiamo osservato sui dati rilevati da Arpat sono finiti nel nulla. Anche a Siena non è stato preso alcun provvedimento contro traffico e riscaldamento, che sono i tradizionali veicoli di PM 10. Un miracolo istituzionale, un regalo della Regione per la tranquillità degli amministratori locali. Secondo Arpat “uno dei vantaggi introdotti dal nuovo sistema consiste nella possibilità di sganciare la valutazione della qualità dell’aria dal rigido sistema dei confini amministrativi a favore di un sistema fondato sulla ripartizione del territorio in zone omogenee dal punto di vista delle fonti di inquinamento, delle caratteristiche orografiche e meteo-climatiche e del grado di urbanizzazione”.
Il sistema omogeneo della zona collinare montana, quella che include la provincia di Siena, è stato costituito con tre sole centraline di rilevamento dati. Le altre due sono a Pomarance, nella Val di Cecina pisana, e a Chitignano, nella montagna sopra Bibbiena. Che omogeneità di dati possano fornire con Siena o Sinalunga non è intuitivamente comprensibile, tantomeno con Chianciano Terme. Ad esempio l’11 luglio scorso a Pomarance la qualità dell’aria era pessima per la presenza eccessiva di acido solfidrico: a Siena e nel Casentino soffioni d’aria non esistono: dove sta l’omogeneità dei territori? E allora si toglie la rilevazione del H2S dal pannello dei rilevamenti. Nella montagna silenziosa e disabitata del Casentino potrebbe mai esserci inquinamento da PM 10? Sono spariti con questa riforma “voluta dall’Europa” i dati della centralina mobile dell’Arpat senese dalla lettura indipendente dei dati, che sicuramente rimarranno a disposizione di sindaci e assessori per raccontarci una verità diversa e inconfutabile: stiano tranquilli i cittadini di Colle, così è certo che dalle lavorazioni della RCR non arriverà più alcun problema. Temiamo che questa distribuzione della aree compilata a tavolino serva solamente a proteggere i sonni notturni degli amministratori locali del PD e a non far prendere loro decisioni sgradite, ma preziose per la salute dei cittadini.