Gli approvvigionamenti sono soggetti alla disciplina delle aree di salvaguardia
FIRENZE. Recentemente, ARPAT, sulla base delle informazioni fornite dall’Autorità Idrica Toscana ha reso disponibile on line la mappatura (ed i relativi open data) delle captazioni idriche sotterranee e superficiali ai fini idropotabili della Regione Toscana. Tali approvvigionamenti sono soggetti alla disciplina delle aree di salvaguardia di cui all’articolo 94 del D. Lgs. 152/2006 che prevede:
- zone di tutela assoluta: area circostante le captazioni di estensione di almeno 10 metri adeguatamente protetta e adibita esclusivamente alle opere di presa.
- zone di rispetto: porzione di territorio circostante la zona di tutela assoluta di estensione pari a 200 metri dal punto di captazione dove sono vietate alcune attivita’ fra cui spandimento di concimi e prodotti fitosanitari in assenza di un piano di utilizzazione disciplinato dalla Regione, pascolo e stabulazione del bestiame, gestione dei rifiuti, stoccaggio di prodotti o sostanze chimiche pericolose.
Solamente una parte di questi punti di approvvigionamento idrico rientrano nell’attività di monitoraggio della qualità delle acque svolto da ARPAT, e cioè i punti di approvvigionamento dalle acque superficiali (fiumi e laghi) ai fini della potabilizzazione (POT), per i quali l’Agenzia rende disponibile sia una banca dati, continuamente aggiornata (contenente dati dal 1999 ad oggi) ed un rapporto annuale dettagliato, nonché articoli divulgativi.
In realtà anche una parte dei punti di prelievo dalle acque sotterranee destinati alla potabilizzazione sono monitorati da ARPAT, ma per altre finalità, e cioè per il monitoraggio ambientale appunto delle acque sotterranee, indipendentemente dal loro utilizzo. Anche in questo caso l’Agenzia rende disponibile la relativa banca dati (MAT) ed i relativi rapporti periodici. [in proposito vedi anche Come interrogare le banche dati ARPAT delle acque]
Infatti il controllo della qualità delle acque destinate al consumo umano vede competenze diverse, in particolare sanitarie, oltre che dei gestori degli acquedotti. Proprio le ASL ed i gestori del sistema idrico devono monitorare i punti di approvvigionamento relativi alle acque sotterranee che, nella stragrande maggioranza non rientrano nella rete ARPAT dei MAT.
Questa mappa complessiva che ARPAT mette a disposizione di tutti, può essere un utile strumento di lavoro per tutti quegli enti che hanno competenze sul territorio e possono contribuire ad assicurare il rispetto delle norme per quanto riguarda le zone di tutela circostanti i punti di approvvigionamento idrico. D’altra parte anche tutti i cittadini possono verificare se questa aree di salvaguardia sono effettivamente tali o meno.
Nel novembre 2014 ‘Autorità Idrica Toscana (AIT), ha inviato a tutti i comuni della regione i medesimi dati, utilizzati da ARPAT per realizzare la mappa, al fine di permettere loro di aggiornare gli strumenti urbanistici riguardo alle aree di rispetto (di 200 metri di raggio) dei punti di captazione delle acque e di informare le aziende agricole i cui terreni insistono nelle zone di salvaguardia dei vincoli derivanti dalla presenza in tali aree.
Questa iniziativa dell’AIT è stata assunta a seguito del fatto che nel rapporto sul monitoraggio delle acque destinate alla produzione di acqua potabile 2014 redatto da ARPAT era stato evidenziato che in alcune analisi su acque dei corpi idrici superficiali e sotterranei, da cui si preleva acqua da destinarsi, dopo idoneo trattamento, all’uso potabile, si sono riscontrati superamenti ai limiti del D.Lvo 31/01, relativamente a fitofarmaci. Va comunque sottolineato che tali analisi sono state effettuate al punto di prelievo, prima delle operazioni di potabilizzazione effettuate dai gestori dei servizi idrici.