Correlazioni con la pioggia e la portata del fiume, valutazioni sulle possibili cause
VALDELSA. Il fiume Elsa è da molto tempo oggetto della attività di monitoraggio e di controllo puntuale da parte di ARPAT. Fino dalla costituzione nel 1997 del presidio ARPAT nel Circondario Empolese si hanno notizie di segnalazioni di schiume nell?Elsa e di conseguenti accertamenti, in particolare proprio in prossimità della pescaia di San Galgano.
Da allora ARPAT ha effettuato numerosissimi controlli, particolarmente intensificati nel corso degli ultimi anni. In particolare nel 2012 è stata attivata uno stretto rapporto di collaborazione con i Comuni e con le associazioni di protezione civile per garantire un intervento puntuale in occasione di ogni evento di schiume segnalato, con i relativi campionamenti di acque (i risultati analitici di dettaglio sono contenuti nella relazione Stato Ambientale del Fiume Elsa del luglio 2012 e nella presentazione del settembre 2012). Fra l?altro alcuni campioni sono stati sottoposti anche a verifica analitica da parte di Enti esterni specializzati sui tensioattivi.
Dalla presentazione (settembre 2012) si riporta la tabella riepilogativa dei controlli effetuati, dalla quale si rileva per i tensioattivi anionici (tipici dei prodotti per la pulizia a maggiore capacità schiumogena) un range di concentrazione sempre inferiore a 2,2 mg/l: non è stata individuata una soglia oltre la quale si sviluppano schiume, ma in genere questo avviene a concentrazioni molto più elevate.
Contemporaneamente sul depuratore Le Lame di Poggibonsi sono stati effettuati sia i controlli ordinari che straordinari in parallelo alla presenza di schiume, e non sono mai stati riscontrati elementi di correlazione tra lo scarico del depuratore stesso e i fenomeni di presenza delle schiume.
ARPAT ha proceduto, con la collaborazione del Centro funzionale di monitoraggio meteo-idrologico del Servizio Idrologico Regionale della Toscana, a mettere in correlazione gli episodi di presenza di schiume con le precipitazioni atmosferiche e l?andamento della portata del fiume Elsa.
Un primo elemento importante concerne i risultati, allo stato attuale, delle verifiche svolte da ARPAT per individuare la causa delle schiume.
Dopo molto lavoro, sia in occasione degli episodi di schiume, sia di controllo sul territorio, la conclusione è che non ci sono elementi a favore di una causa specifica di origine antropica (scarico di depuratore o fognatura, scarico industriale, scarico volontario, presenza di aziende con potenziale elevato carico di tensioattivi). Non è stato mai individuato un punto di origine della contaminazione, con presenza di schiume per l?elevata concentrazione di tensioattivi nello scarico.
Il secondo elemento è costituito dalla accertata (almeno nell?ultimo anno), correlazione fra episodi di schiuma e piogge, con conseguente incremento di portata del fiume. Questo porta a ritenere che l?origine della presenza di schiume possa consistere, in presenza di piogge dopo prolungati periodi di assenza delle stesse, nel dilavamento sia dei terreni antropizzati ed edificati (strade piazzali, etc.), sia dei suoli agricoli e naturali, ai quali si può aggiungere il risciacquo delle fognature bianche, dove nel corso dei periodi di siccità possono depositarsi varie tipologie di sostanze.
Esaminando ciò che è successo il giorno 31 agosto (vedasi scheda allegata ) si possono fare delle ipotesi, che possono spiegare la comparsa delle schiume in quel giorno, ma anche in altre occasioni.
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La pioggia violenta inizia a dilavare i suoli e a portare acqua al fiume. Dato che non pioveva da molte settimane le prime acque che arrivano al fiume sono particolarmente cariche di sostanze accumulatesi sui suoli e che tendono ad avere azione schiumogena.
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Inizia ad incrementare la portata e le acque di dilavamento sono una parte significativa delle acque presenti nel fiume.
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Alla pescaia di San Galgano le caratteristiche fisiche della pescaia favoriscono la formazione delle schiume.
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Continua a piovere e di conseguenza continuano ad affluire al fiume acque meno cariche di sostanze con effetto schiumogeno, la portata si incrementa significativamente e le schiume a Sam Galgano scompaiono per l?effetto di diluizione dovuto al consistente incremento di portata.
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Nel frattempo l?onda in cui sono presenti le acque di prima pioggia,ricche di sostanze ad effetto schiumogeno arriva all?altezza delle Steccaia di Certaldo e si ha una nuova formazione di schiuma.
Nei giorni successivi si sono avuti tre ulteriori episodi di formazione di schiume. Dall?andamento dell?idrometro di Certaldo appare probabile che ogni episodio sia correlato ad un incremento di portata, causato da piogge a monte, ed è quindi possibile che lo schema suddetto si sia ripetuto, ma con formazione di schiume via via di minore entità, come del resto segnalato dagli osservatori sul posto.
Ulteriori accertamenti ed approfondimenti sono in corso, mirati a valutare il contributo degli scaricatori di piena ed a comprendere se vi sono lungo il bacino del fiume Elsa particolarità geologiche o vegetazionali. La frequenza e l?intensità dei fenomeni di presenza di schiume è infatti propria dell?Elsa e rara su altri corsi d?acqua.
E’ bene comunque ricordare che, dal monitoraggio effettuato da ARPAT a partire dal 2002 e tuttora in corso, il fiume Elsa è stato individuato come corpo idrico a rischio di non raggiungere l?obiettivo, fissato dalla normativa comunitaria, di un buono stato ambientale entro il 2015. E? quindi auspicabile che vengano adottate dai soggetti competenti, tutte le azioni utili al conseguimento di tale risultato. Tra le azioni segnaliamo ad esempio quelle atte al miglioramento di:
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trattamento e collettamento di scarichi civili attualmente non depurati;
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efficienza degli impianti di depurazione e della relativa rete fognaria;
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gestione delle acque di piazzale;
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gestione degli attingimenti.
Il raggiungimento di un buono stato ambientale avrebbe con ogni probabilità effetti positivi anche sulla frequenza ed entità dei fenomeni di presenza di schiume.
Da tutto ciò che sappiamo ad oggi, viste le ripetute analisi compiute su campioni prelevati in presenza di schiume, e considerato che di norma non si sono registrati effetti negativi sulla fauna ittica, appare che la presenza delle schiume non abbia comportato danni per l?ambiente, né tantomeno sembrano esserci elementi anche solo per ipotizzare effetti sulla salute.
ARPAT fornirà comunque ai Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende ASL interessate tutti gli elementi a sua disposizione, per ogni valutazione di competenza