di Fabrizio Pinzuti
ABBADIA SAN SALVATORE. Fabrizio Tondi, sindaco di Abbadia San Salvatore, organizza un convegno per il 29 e 30 gennaio 2016 al teatro Amiata sulla “Carta della buona geotermia” e subito la Rete NOGESI (No alla geotermia speculativa e inquinante), prende le distanze dall’iniziativa, bocciandola come “una interessata campagna di speculatori in erba chiamata la ‘buona geotermia’”. In comunicati relativi a precedenti iniziative del primo cittadino badengo, anche SOS Geotermia, Coordinamento dei Movimenti per l’Amiata, aveva parlato di “uno spettro che si aggira per l’Amiata: la ‘buona geotermia’ del sindaco di Abbadia Fabrizio Tondi e dell’avallo della Regione ai venditori di ‘pentole geotermiche’. Una iniziativa, si leggeva nella nota, costruita da soggetti estranei al territorio amiatino (membri di GIGA, Gruppo Informale per la Geotermia e il Territorio), tutt’altro che sconosciuti perché non nuovi a iniziative a favore dello sfruttamento geotermico, da loro propagandato come assolutamente sostenibile, grazie alla tecnologia del ciclo binario e, … ma loro non lo dicono, grazie ai generosi incentivi che lo Stato offre a queste nuove società, incentivi prelevati dalle bollette elettriche dei cittadini. Incentivi che da soli garantiscono guadagni per milioni a questi novelli (im)prenditori… Fabrizio Tondi è stato ‘eletto con un programma esplicitamente favorevole alla geotermia sostenibile dei cicli binari e della totale reiniezione’, come scrive il vicepresidente Giga Fabio Roggiolani, … ma i suoi cittadini da sempre sono in maggioranza contrari alla geotermia di qualunque specie, tanto che Abbadia è uno dei pochi territori dell’Amiata che non ospita centrali e che non riceve compensazioni ambientali, cioè quattrini, dall’Enel; o forse è questo il problema?” Rete Nogesi e Sos Geotermia, se invitate, rifiuteranno dunque l’invito, come già avvenuto per le precedenti iniziative, “ritenendo l’evento una operazione strettamente finalizzata a giustificare la speculazione geotermica”? … “La geotermia veramente sostenibile e rinnovabile, continuava la nota di SOS Geotermia, non sono le tecnologie flash né i cicli binari, perché anche questi ultimi comportano impatti che spesso possono essere ambientalmente insostenibili. Certo è che non sono rinnovabili”. Da qui il suggerimento di adottare tecnologie più nuove come i BHE (Borehole Heat Exchanger), che sfruttano direttamente il calore senza estrazione di fluidi né gas. Anche gli studiosi Riccardo Basosi e Mirco Bravi, nel lavoro “Geotermia d’impatto”, pubblicato a giugno 2015 in QualEnergia, convengono che “per rendere le centrali geotermiche “carbon free” ed evitare gli impatti dovuti alle emissioni delle centrali Flash, il 100% dei fluidi geotermici prelevati deve essere reiniettato nello stesso bacino di prelievo, adottando tecnologie a ciclo chiuso basate in genere sul Ciclo Rankine Organico (ORC). A differenza dei sistemi con turbina a vapore, i sistemi a ciclo chiuso utilizzano un fluido di lavoro con un basso punto di ebollizione in un sistema a circuito per produrre elettricità. Questa tecnologia è stata ampiamente utilizzata in progetti geotermici a media entalpia o persino per migliorare il rendimento degli impianti Flash. Secondo quanto scritto nel lavoro di Shoshan (tiny.cc/WGC2015), nel corso degli anni le soluzioni ORC sono state migliorate e modificate per meglio adattarsi alle varie condizioni della fonte di calore, compresi i fluidi con alta temperatura, ad alta entalpia, e con presenza di un’alta concentrazione di gas non condensabili (NCG), come nell’impianto da 100 MW inaugurato nel 2014 a Ngatamariki (New Zealand). Questa tecnologia presenta costi di installazione superiori e rendimenti elettrici inferiori rispetto alle tecnologie Flash amiatine, ma allo stesso tempo, essendo a ciclo chiuso, minimizza le pressioni sull’ambiente (tiny.cc/Borzoni)”.
Inoltre un lettore segnala che qualche figura che ha già fatto di contorno a iniziative del sindaco Tondi, dopo aver ricoperto il mandato di “consigliere in Regione per due legislature (con relativo vitalizio mensile), oggi difende gli interessi del gruppo industriale Graziella Green Power. Come dire dall’ambientalismo al peggiore industrialismo… Graziella Green Power, tramite Magma Energy Italia srl, vuole costruire una grossa centrale geotermica in provincia di Pisa e ha chiesto l’occupazione coattiva (pre-esproprio) di numerosi terreni agricoli di proprietà dei cittadini di Montecastelli Pisano (alcuni proprietari di questi terreni sono pacifici allevatori di ovini). Di sedicenti ambientalisti o ecologisti che espropriano terreni ai contadini per costruire centrali che nessuno vuole non se n’erano mai visti. Altro che geotermia dal volto nuovo e veramente sostenibile.
La storia completa la trovate sul sito: ttp://www.casolenostra.org/ca…”. “Stando a ciò che si sente dire, segnala un altro lettore, il territorio è stato concesso a queste ‘imprese’ che fanno ricerca … di guadagni. Delle altre considerazioni non gliene importa un bel fico secco …” Il fenomeno delle speculazioni sull’attività geotermica è stato denunciato in occasione della manifestazione del 5 novembre scorso alla Camera dei Deputati anche dall’ex ministro dell’Ambiente e portavoce dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio, fonte attendibile perché nel suo ruolo di dirigente politico e di ministro conosce sicuramente bene chi si mette all’ombra di qualche partito o istituzione per trarne benefici personali. Non bisogna dimenticare che le centrali a ciclo binario, con il famigerato decreto Scajola- Berlusconi n.22 del 2010 sulla cosiddetta liberalizzazione dell’attività geotermica, sono diventate appetibili e fonte di speculazione. La necessità della revisione di quella normativa è più volte rimbalzata anche nel convegno del 5 novembre scorso organizzato dalla Rete NOGESI presso la Camera dei Deputati: in piena overcapacity energetica e senza dunque che ci sia una impellente richiesta di energia, le nuove centrali geotermiche ricevono incentivi notevolmente superiori a quelle tradizionali – lo ha dichiarato anche Massimo Montemaggi, responsabile di Enel Green Power – senza che siano richieste loro garanzie di un’adeguata professionalità e “know-out”, con un capitale sociale spesso irrisorio, senza alcuna fideiussione, con un percorso concessorio facilitato e con la riduzione delle possibilità ostative da parte degli enti territoriali. Unanime in quell’occasione il riconoscimento che queste centrali sono redditizie per gli incentivi che ricevono, non per l’energia da loro prodotta e a loro pagata. Marco Travaglio, direttore de Il Fatto Quotidiano, ha recentemente affermato che, al di là degli slogan, il messaggio lanciato da Berlusconi consiste nel seguire il suo esempio: rubare, evadere, approfittare di tutte le occasioni e crearle. Non pochi gli osservatori che fanno notare che il decreto in questione sembra rientrare perfettamente nell’ottica e nella logica di questo ultimo punto. Insomma occhio: il profitto è sempre in agguato, anche dietro le migliori intenzioni.