Si è tenuto sabato un convegno a Firenze sulla sinergia tra inquinanti
FIRENZE (f. p.) Ancora nessun comunicato sulla conferenza “Patologie ambientali e lavorative in Toscana. Epidemiologia e geotermia”, appuntamento organizzato dall’O.N.A. (Osservatorio Nazionale Amianto) sul tema poco esplorato della sinergia tra agenti inquinanti, svoltasi sabato 19 settembre presso Auditorium della Regione Toscana di Firenze. Alla conferenza erano invitati Ezio Bonanni, presidente dell’O.N.A., Antonietta Gatti, International Fellow dell’Unione delle Società dei Biomateriali e Ingegneria, Andrea Borgia, geologo e ricercatore presso la Laurence Berkeley National Laboratory, Maurizio Ascione, sostituto procuratore della repubblica di Milano, Alberto Zolezzi, parlamentare del Movimento 5 Stelle e medico pneumologo, Sara Paglini senatrice e membro della Commissione lavoro del Senato, Antonella Franchi, coordinatore nazionale genitori dei ragazzi esposti all’amianto e Fabio Landi del Comitato SOS Geotermia. Moderatrice la giornalista Valentina Renzopaoli.
Questo il comunicato ufficiale: “L’Osservatorio Nazionale sull’Amianto ritiene opportuno e doveroso attivare iniziative che comportino il rinnovamento e l’ammodernamento delle infrastrutture e del sistema industriale in modo da coniugare lo sviluppo e la tutela della salute e dell’ambiente ed evitare così future esposizioni, altre malattie ed altri decessi” sostiene il presidente dell’Ona Ezio Bonanni. “In particolare, nel settore della geotermia assistiamo all’utilizzo di tecniche ancora obsolete con immissioni intollerabili, soprattutto perché sarebbe possibile evitarle completamente, ovvero abbatterle in modo tale da evitare ogni impatto su salute e ambiente, tanto più nel caso della Toscana, ove si assiste ad una sinergia per effetto dell’utilizzo massiccio di amianto”. A 23 anni dalla sua messa al bando, l’amianto causa più di 5mila morti ogni anno in Italia ed oltre 110mila nel pianeta. Enormi sono i ritardi sia nel censimento che nella mappatura e solo il 2% dei 32 milioni le tonnellate ancora presenti sul territorio sono stati bonificati. Secondo i dati dell’Ona, tra Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria e Valle d’Aosta sono ancora presenti più di 230mila strutture con amianto: gli edifici pubblici e privati contenenti amianto sarebbero più di 188.000 cui vanno aggiunti i 6.913 siti industriali e altre strutture contenenti, cui si aggiungono le 2.400 scuole con presenza di amianto in tutto il territorio nazionale. Solo la metà delle regioni italiane hanno concluso la mappatura dell’amianto (Campania, Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Toscana, Umbria e Valle d’Aosta), ed è in fase di ultimazione nelle province autonome di Bolzano e Trento.
Anche in Toscana dove i minerali di amianto sono stati utilizzati anche nelle centrali geotermoelettriche aumentano i casi di mesotelioma e di altre patologie asbesto correlate. Secondo uno studio dell’Agenzia Regionale di Sanità della Regione Toscana del 2010, l’ultimo realizzato in materia, nella zona dell’Amiata che ospita due importanti campi geotermali sfruttati, tra il 2006 e il 2010 sono stati rilevati 171 morti in più rispetto alla media dei Comuni in un raggio di 50 km. Di questi 81 sono deceduti per patologie tumorali. Un dato che, secondo il parere di numerosi esperti e studiosi, sarebbe da attribuire al rilascio di diversi agenti patogeni dannosi per la salute umana e per l’ambiente da parte degli impianti geotermici.