Oltre 3.700 produttori sul territorio (+4,8%): al primo posto nella produzione di prugne e noci
FIRENZE. Con 3.701 produttori biologici (+4,8% rispetto al 2012) la Toscana si conferma fra le regioni più ‘bio’ d’Italia, al 5° posto dopo Sicilia, Calabria, Puglia e Emilia Romagna.
“Questi numeri dimostrando l’importanza che ha questa eccellenza del made in Italy anche nella nostra regione”. sottolinea Francesco Miari Fulcis, presidente di Confagricoltura Toscana in occasione dei dati (aggiornati al 2013) presentati al “Sana”, il Salone internazionale del biologico e del naturale organizzato a Bologna.
Sulla base dei dati dello studio di Sinab, Ismea e Nomisma la superficie della Toscana destinata alla coltivazione di prodotti bio è di 102.443 ettari destinati in prevalenza alla coltivazione di colture foraggere (27%) prati e pascoli (20%), cereali (13.5%) olivo (12%) e vite (8,7%) .
Nello specifico la Toscana eccelle per quanto riguarda la produzione stimata di vite da vino con un ammontare di quasi 600 mila quintali che rappresentano il 12% della produzione nazionale. Da evidenziare anche la produzione bio di grano tenero e farro (al 2° posto con il 12,6% della produzione nazionale) Orzo (8,2%) Avena (13.8%) e patate (8,6%).
Con 24 mila quintali di produzione di prugna la Toscana risulta inoltre la prima regione d’Italia (21% della produzione nazionale). Primo gradino sul podio anche per quanto riguarda la produzione di noci (22% della produzione nazionale).
In Italia le vendite di prodotti agroalimentari certificati bio ammontano a 1,4 miliardi di euro e rappresentano il 4% dell’export agroalimentare italiano. Forte è la propensione all’export agroalimentare delle imprese del bio: il fatturato che raggiunge i mercati internazionali rappresenta il 24% (a fronte del 18% registrato dalle imprese agroalimentari italiane nel complesso).
Le aziende bio – ricorda Confagricoltura in base ai dati diffusi in occasione del Sana – sono sempre più proiettate verso i mercati esteri e oltre il 74% di esse è presente sui mercati internazionali da oltre 5 anni. I principali mercati sono la Germania (24%) la Francia (20%) e i Paesi del Nord Europa in generale. Il primo mercato extra UE è quello degli USA (+4%). La frutta e la verdura fresca rappresentano i primi prodotti di esportazione (+20%) seguiti dalle bevande vegetali (+16%).
Secondo i dati Nomisma la propensione a cercare mercati di sbocco all’estero crescerà nei prossimi anni. Infatti ben il 57% delle aziende bio italiane manifesta l’intenzione di farlo e si sta attrezzando; quasi 8 su 10 aziende prevedono un incremento del fatturato estero a marchio biologico nei prossimi tre anni.
“Quello del bio è settore in netta espansone e che rappresenta un sicuro reddito per le aziende agricole e un impatto positivo per l’ambiente. Un settore che Confagricoltura rappresenta per la gran parte con oltre il 42% degli ettari coltivati”.