In occasione della Giornata Mondiale dell'Acqua, i Geologi toscani denunciano le cause del degrado
FIRENZE. Tutelare l’acqua sotterranea, quella buona, importante risorsa idrica, con la prevenzione. In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua del 22 marzo, l’Ordine di Geologi della Toscana traccia un quadro di quello che succede nella regione. «La Toscana – commenta la presidente Maria Teresa Fagioli – E’ una regione ricca di acque sotterranee di ottima qualità , ma l’uso insipiente e sconsiderato che nel passato ne è stato fatto ha già prodotto molti danni, generando vaste aree in crisi idrica costante. Cerchiamo adesso di non estenderle o produrne altre».
In Toscana gestione delle acque sotterranee di corto respiro e con errori. Di acqua, sottoterra ce n’è veramente tanta, il 90% dell’acqua dolce del pianeta, calotte polari a parte, sta sottoterra. Acqua quasi sempre ottima, se qualcuno non la sciupa. Per questo occorre una gestione attenta. «Non possiamo far passar sotto silenzio l’inspiegabile leggerezza con la quale la Regione ha emanato un ‘disciplinare di buona pratica’ per pozzi domestici in area non critiche (che costituiscono la stragrande maggioranza di accessi alle falde idriche) che non risolve il problema rischiando in alcuni casi di aggravarlo. Si potrà dire: sempre meglio che a livello nazionale, dove le normative tecniche sui pozzi brillano per la loro assenza, ma da una Regione giustamente attenta alla tutela e alla gestione sostenibile delle risorse naturali era legittimo aspettarsi di meglio, soprattutto a valle delle reiterate segnalazioni dell’Ordine dei geologi, che, ahimé, sono rimaste inascoltate».
La Toscana conosce la sua acqua ma il tentativo di porre rimedio alle carenze normative a scala nazionale contiene pericolose inesattezze. Qualcosa di buono c’è. Ma non basta. «A livello di programmazione a grande scala e quadro conoscitivo, come Piani delle Autorità di Distretto o Piani di tutela, in Toscana non siamo affatto messi male, la qualità della conoscenza e della programmazione è ottima. Ma i problemi spuntano quando si passa alla normazione specifica e alla gestione per l’ordinario», continua Fagioli.
La politica della tariffa ‘politica’ imposta ai gestori del servizio e una rete di distribuzione che perde fino al 40%. La non buona gestione delle acque passa anche attraverso il servizio idrico. «Non gioca a favore della tutela delle falde che i gestori del servizio idrico siano di fatto costretti a fornire acqua potabile a tariffe ‘politiche’che non tengono conto dei prevedibili costi futuri generati da effimere economie contingenti – spiega la presidente del Geologi -. Troppo spesso, invece di tappare i buchi di una rete idrica colabrodo, che perde fino al 40%, si preferisce pompare più acqua da sottoterra perché costa meno».
Sulla costa rischio salinizzazione delle acque dolci. Uno degli esempi di quello che non va, arriva dalla costa. «Le piane costiere si stanno rapidamente salando anche per i prelievi per uso idropotabile che nel periodo estivo, di massima criticità, si incrementano proporzionalmente al decuplicarsi del carico antropico ‘balneare’ con evidente sovra sfruttamento delle falde. Per lungo tempo del degrado delle falde sono state incolpate solo agricoltura e industria, ma i Geologi sanno bene, e lo dicono, che anche le bonifiche meccaniche, in aree costiere, hanno responsabilità non marginali, allontanando rapidamente le acque, dolci, delle piogge per tenere asciutti i coltivi, col frequente risultato che dopo alcuni anni quei terreni che si tendeva a mantenere coltivabili diventano salmastri, e inutili».
I piccoli pozzi domestici, un vero grande problema. Manca una legge. A complicare la situazione delle acque sotterranee, ci sono i pozzi ‘ad uso domestico’. «Visto il loro numero e la loro diffusione, anch’essi possono contribuire massicciamente al degrado della qualitE’ delle acque sotterranee. Il cittadino, non informato, cerca il perforatore meno caro, ma la qualitE’ ha dei costi, e spesso se non sempre, il pozzo a prezzi da discount è realizzato al risparmio. Col risultato che non solo ha un bassissimo rendimento, ma diventa anche via preferenziale di inquinamento negli acquiferi e fra gli acquiferi. D’altra parte un pozzo uso domestico, non in area di crisi conclamata può essere realizzato legalmente senza l’ausilio di un professionista che si assuma le debite responsabilità , e ad oggi non esiste ancora una norma nazionale che disciplini come devono essere fatti i pozzi, domestici o d’altra destinazione d’uso».
Occorre creare una cultura dell’acqua, l’appello dei Geologi per difendere le falde. E’ proprio in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, che l’Ordine dei Geologi della Toscana lancia un appello. «Non solo è lecito, ma doveroso darsi da fare per prevenire ed arrestare il degrado delle falde. Industria, turismo, agricoltura irrigua, urbanizzazione impattano inevitabilmente sulla risorsa acqua il cui uso sostenibile va programmato a grande scala, ma va anche gestito consapevolmente a scala locale, nell’ordinaria amministrazione del territorio. Dobbiamo creare una cultura dell’acqua facendo crescere nella coscienza dei cittadini la consapevolezza che l’acqua sotterranea E’š una risorsa che quando danneggiata non si riprenderE’ per centinaia di anni. E’ solo con la conoscenza della risorsa, di come si muove nel sottosuolo, di come evitate comportamenti e scelte che la possono inquinare o depauperare che potranno essere tradotti in pratica da tutti i concetti di risparmio idrico e tutela delle falde. Cominciamo dalle scuole a diffondere la cultura dell’acqua e interveniamo, facciamolo prima di esser costretti a farlo perché non abbiamo più acqua ‘buona’: non farlo ci costerebbe molto, ma proprio molto di più».