La Carta di Siena è stata presentata e discussa durante il convegno ed è ora aperta alla condivisione con tutti i cittadini e le associazioni
SIENA. La Quercia delle Checche si staglia nel panorama della Val d’Orcia come una sentinella della Natura. Unica sopravvissuta di un magnifico bosco di querce che è ormai parte solo della memoria collettiva, la Quercia delle Checche è ora diventata uno dei simboli dei monumenti verdi del nostro Paese. Un albero di eccezionale pregio naturalistico, ma anche storico ed antropologico che è stato riconosciuto come monumento naturale dal Mibact nel 2017. Vera espressione identitaria del paesaggio della Val d’Orcia ha rappresentato il punto di partenza per un’azione di salvaguardia promossa dagli abitanti del luogo, rappresentati dall’associazione Opera Val d’Orcia, che ha organizzato il convegno di Siena, insieme all’Università di Siena ed al Complesso Museale Santa Maria della Scala.
Il principale frutto del convegno è stato il lancio della Carta di Siena, la “Carta dei valori dei monumenti verdi”, che si popone di costituire il punto di riferimento per una nuova, più consapevole e più efficace tutela dei patriarchi verdi d’Italia, cercando di favorire sinergie tra le diverse normative esistenti in materia di salvaguardia degli alberi di eccezionale pregio, che tutelano in modo parallelo e talvolta sovrapposto i monumenti verdi e gli alberi monumentali, ma soprattutto cercando di promuovere un nuovo approccio alla loro salvaguardia e valorizzazione.
La Carta di Siena è stata presentata e discussa durante il convegno ed è ora aperta alla condivisione con tutti i cittadini e le associazioni, in vista di una sua stesura finale che verrà sottoposta alla firma di tutti gli interessati, per essere poi adottata in forma definitiva nei prossimi mesi. La Carta di Siena invoca l’instaurazione di un nuovo rapporto tra esseri umani e natura, che deve essere concepito e realizzato nel contesto della ricerca di un nuovo approccio ecologico al diritto, che ponga al centro la questione della responsabilità degli esseri umani nei confronti della natura. I monumenti verdi sono esseri senzienti, in grado di percepire sensazioni fisiche e stimoli esterni in modo non dissimile dagli altri esseri viventi. La loro tutela si pone nell’ottica di una nuova relazione tra esseri umani e natura che riconosce il valore intrinseco della natura come valore morale, prima ancora che culturale, patrimoniale e giuridico.
I monumenti verdi sono elementi di forte caratterizzazione dei paesaggi, il cui valore va ben oltre la loro valenza per il patrimonio naturale. Essi sono il frutto di un lungo processo di co-evoluzione tra esseri umani e natura, e con il passare del tempo sono divenuti espressione identitaria dei luoghi e dei paesaggi nei quali si trovano e delle comunità che li abitano. I monumenti verdi sono parte integrante del patrimonio culturale e la loro salvaguardia e valorizzazione non possono prescindere dal pieno coinvolgimento delle comunità territoriali di riferimento.
La Carta di Siena contiene un forte richiamo alla necessità che la salvaguardia e valorizzazione dei monumenti verdi siano assicurate con la partecipazione attiva delle comunità territoriali di riferimento, vere e proprie “comunità patrimoniali”, attraverso lo sviluppo di modelli avanzati di partecipazione. Lo sviluppo di nuove modalità di concepire e realizzare la partecipazione attiva costituisce una delle sfide del futuro che la Carta di Siena vuole ambiziosamente contribuire a vincere.
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