Regione per regione come spariranno 35 capoluoghi
ROMA. Ecco in sintesi il Decreto di riordino delle Province approvato oggi dal Consiglio dei Ministri. A partire dal 1 gennaio 2013 vengono abolite le giunte provinciali. La fase di transizione verrà gestita dagli attuali presidenti, che si potranno avvalere con delega di tre consiglieri, visto che la fase non contempla l’istituzione di commissari. Tuttavia le province inadempienti nel rispetto dell’obbligo previsto verranno commissariate. La nuova geografia provinciale dell’Italia è basata su 51 Province. Con quelle a statuto ordinario che passano da 86 a 51, comprese le città metropolitane. Un taglio netto di 35 province. Confermati i criteri di formazione delle nuove realtà locali. Le province devono avere due requisiti fondamentali: un territorio di almeno 2.500 chilometri quadrati e una popolazione non inferiore a 350mila abitanti; mentre tutte le altre dovranno rispettare il decreto per l’accorpamento degli enti locali preparato dall’esecutivo. L’iter delle Conferenze permanenti regioni-autonomie locali e i Consigli delle autonomie locali (Cal) è stato ritenuto concluso, così che il governo ha deciso il piano di riordino come nel dettaglio che segue:
Toscana
Il decreto per la Toscana prevede il salvataggio di Firenze e Arezzo. Poi gli accorpamenti: Firenze-Pistoia-Prato, Siena-Grosseto, Massa Carrara-Lucca-Pisa-Livorno.
Abruzzo
Il decreto prevede il dimezzamento delle attuali province (da 4 a 2) in Abruzzo: L’Aquila-Teramo e Pescara-Chieti.
Basilicata
Il decreto prevede l’accorpamento delle due uniche province: Matera e Potenza.
Calabria
In Calabria oltre alla città metropolitana di Reggio Calabria, si salva Cosenza e vengono accorpate Crotone, Catanzaro e Vibo Valentia.
Campania
Fusione tra Avellino e Benevento in Campania. Salve tutte le altre: Salerno, Caserta e ovviamente la città metropolitana di Napoli.
Emilia Romagna
In Emilia Romagna oltre a Bologna, città metropolitana, si salva solo Ferrara. Gli accorpamenti riguardano: Piacenza-Parma; Reggio Emilia-Modena; Ravenna-Forlì Cesena- Rimini.
Friuli Venezia Giulia
Tutto invariato in Friuli Venezia Giulia anche se si sta pensando di delegare le funzioni amministrative delle quattro province attuali a Regione e comuni.
Lazio
Nel Lazio oltre alla città metropolitana di Roma il decreto prevede due accorpamenti: Frosinone-Latina e Rieti-Viterbo.
Liguria
In Liguria oltre a Genova, città metropolitana, rimane La Spezia. Accorpate Savona e Imperia.
Lombardia
Oltre alla città metropolitana di Milano si salvano Brescia, Sondrio, Bergamo e Pavia. Gli accorpamenti riguardano: Milano-Monza-Brianza, Mantova-Cremona-Lodi, Varese-Como-Lecco.
Marche
Per quanto riguarda le Marche si salvano Ancona e Pesaro-Urbino. Accorpate Macerata, Ascoli Piceno e Fermo.
Molise
In Molise vi è l’accorpamento delle due province: Campobasso e Isernia.
Piemonte
In Piemonte oltre alla città metropolitana di Torino si salva solo Cuneo. Poi tre accorpamenti: Alessandria-Asti, Novara-Verbano-Cusio-Ossola e Biella-Vercelli.
Puglia
In Puglia la provincia di Barletta-Andria-Trani sarà accorpata a Foggia e quella di Brindisi a Taranto, mentre Lecce resta autonoma, più la città metropolitana di Bari.
Sardegna
In Sardegna l’ipotesi di riordino deve concludersi entro la fine di febbraio 2013 e secondo alcune indiscrezioni si dovrebbe ritornare alle quattro province storiche: Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano.
Umbria
Anche in Umbria vi è l’accorpamento di Terni a Perugia.
Veneto
In Veneto oltre alla città metropolitana di Venezia si salvano Vicenza e Belluno. Poi due accorpamenti: Verona-Rovigo e Padova-Treviso.