"Il mercato non è l'unica variabile nella gestione della politica bancaria
![](https://www.ilcittadinoonline.it/wp-content/uploads/originali/1389260068336.jpg)
SIENA. Sembrerebbe una novità che anche su questioni “tecniche”, quali sono quelle riguardanti il modo di gestire una banca, possano esistere opinioni diverse. E non solo all’interno della dirigenza, come vedremo più avanti. A memoria nostra (ma anche dei soci presenti all’ultima assemblea azionisti), è la prima volta che la Fondazione, azionista di maggioranza della Banca, si differenzia dal CDA (in questo caso l’AD) nelle proposte presentate all’assemblea. Si trattava di scegliere il momento “migliore” per il lancio della ricapitalizzazione (tre miliardi di euro!) e le motivazioni di entrambe le posizioni apparivano consistenti, tutte ovviamente, a sostegno di una soluzione positiva alla crisi di MPS.
Anche sulla stampa le divergenze avevano trovato spazio, e le “opinioni” dei giornalisti apparivano altrettanto chiare; abbiamo trovato sostenitori di ognuna delle due tesi anche in articoli dello stesso giornale (ad esempio “Il Fatto Quotidiano” ha ospitato due articoli che ci sembravano sposare ognuna delle due tesi; Davide Vecchi il 28 dicembre sembra fortemente favorevole alla ricapitalizzazione a gennaio, mentre Orlando Cecini il 30 dicembre sembra di parere opposto…). Questo ci conforta sul fatto che non è sempre vero quanto invece spesso ci raccontano, e cioè che la soluzione “migliore” è sempre una e una sola; scegliere è sempre possibile, anzi è doveroso.
Secondo noi la comunità locale ha avuto in questo caso un peso non indifferente; la prova sarebbe che la dottoressa Mansi (attuale presidente della Fondazione MPS), e tutta la sezione locale di Confindustria, hanno manifestato pubblicamente opinioni diverse rispetto a quelle dell’organismo centrale della stessa Confindustria (la Mansi ne ha fatto parte per anni), che sarebbe invece più favorevole alla linea Profumo.
Il “mercato” pare dunque ancora una volta non essere l’unica variabile nella gestione della politica bancaria; anche nel passato ci sono state particolari “attenzioni” a quello che potremmo chiamare il “sentimento popolare”; noi ricordiamo per esempio il periodo in cui, sull’onda di campagne nazionali e internazionali che puntavano il dito sui profitti che le banche traevano dal commercio con le armi anche MPS si assunse l’impegno di rinunciare ai “poco etici” profitti, e lo scrisse addirittura nella pagina riguardante gli obiettivi della Banca pubblicata sul WEB. In una precedente assemblea degli azionisti l’allora presidente Mussari dichiarò che anche la neoacquisita Antonveneta si sarebbe adeguata a questo nobile principio. Poi le “mode” cambiano, e il “mercato”, approfittando della distrazione dei cittadini non solo dimentica l’etica nella ricerca dei profitti (pochi ormai!), ma la dimentica anche nella attenzione che a volte invece riservava a clienti e lavoratori.
Francesco Andreini – segretario provinciale PRC