Via libera, con la sola astensione dell
L’unificazione in Ait, seppure con la permanenza delle strutture periferiche e l’esigenza di salvaguardare le peculiarità territoriali, impone di operare una razionalizzazione della struttura organizzativa attraverso la creazione di uffici comuni e il potenziamento o la creazione di uffici dedicati alle nuove funzioni attribuite dalla normativa regionale o derivanti dal nuovo quadro nazionale. Questo è l’intento del legislatore. Al contempo il mantenimento del rapporto dell’Ait con le realtà locali, attraverso un’organizzazione della stessa dotata di una struttura centrale di livello regionale, ma anche articolata in strutture periferiche, appare di fondamentale importanza nel conseguimento degli obiettivi strategici sopra indicati e del migliore rapporto con gli utenti.
Ad illustrare in Aula la delibera è stato il presidente della commissione Territorio e ambiente, Vincenzo Ceccarelli, Pd, che ha sottolineato la profonda riorganizzazione delle strutture organizzative delle ex autorità di ambito, già confluite nel nuovo soggetto giuridico, aggiungendo che in questo modo potrà essere garantito il rispetto degli obiettivi che la nuova normativa si pone.
Critico invece Giuseppe Del Carlo, Udc, secondo cui il passaggio da sei Ato a una sola Ait, dal momento che sul territorio permane il decentramento, non modifica l’assetto fino ad oggi esistente. Secondo Antonio Gambetta Vianna, Lega Nord, si sta andando nella direzione giusta e adesso occorre proseguire sulla strada della riforma. Anche Andrea Agresti, Pdl, vicepresidente della commissione Ambiente, si è espresso in modo favorevole, sottolineando la necessità di vigilare sul funzionamento della nuova Autorità idrica regionale. Per Marta Gazzarri, Idv, è importante avere uffici separati sul territorio e la razionalizzazione messa in atto con l’Ait risulta essere quello che, effettivamente, occorreva.
Monica Sgherri