GAIOLE IN CHIANTI. Andrea Pagliantini denuncia nel suo blog un nuovo “misfatto”. Sono scomparse le pietre angolari della fonte di Vertine.
“Nel maggio scorso – scrive Andrea -, ripulimmo La Fonte pubblica di Vertine allo scopo di riportare alla luce un luogo in cui erano intrecciati ricordi di giovinezza, di quando veniva frequentata da donne a fare il bucato, persone che avevano l’orto e altri che andavano per prendere l’acqua fresca per la cena. Era un piacevole punto d’incontro. Con un paio di giorni di lavoro, riuscimmo a far riemergere l’antica fonte (pare sia del 1400) e a riaprire la strada che proseguiva oltre. Il solo scopo era quello di ridare luce ad un luogo pubblico della memoria e ridarlo a chiunque aveva voglia di vederlo o farci una passeggiata”.
“Ieri pomeriggio la triste sorpresa di vedere che sono stati rimosse e portate via delle pietre d’angolo bellissime. In terra – continua – non vi è assolutamente nessun segno di frana, i sassi che mancano e costituivano il muro, sono spariti. Certamente chi ha compiuto quest’opera non è uno dei tanti turisti che adesso ci vanno e vogliono portarsi a casa un ricordo”.
E' più deluso che arrabbiato, Andrea. Deluso per la mancanza di rispetto (l'ennesima) e per l'atto vandalico, perché non si può definire altrimenti. “Mi duole dirlo, ma sicuramente chi ha fatto razzia di quelle pietre è con ogni probabilità qualcuno dei dintorni, ben attrezzato per compiere un operazione del genere. Non è importante sapere chi sia stato, angoscia il fatto che se non si ha rispetto neanche dei luoghi dove si vive, la speranza è pari a zero”.
Infine, l'amara conclusione: “Mi ero ripromesso appena fossi stato più efficiente di tornare a dare una nuova ripulita all’erba e ai rovi rinati. A questo punto credo che l’incuria e la vegetazione che ricresce sia una delle forme migliori per preservare quel posto. Peccato”.
“Nel maggio scorso – scrive Andrea -, ripulimmo La Fonte pubblica di Vertine allo scopo di riportare alla luce un luogo in cui erano intrecciati ricordi di giovinezza, di quando veniva frequentata da donne a fare il bucato, persone che avevano l’orto e altri che andavano per prendere l’acqua fresca per la cena. Era un piacevole punto d’incontro. Con un paio di giorni di lavoro, riuscimmo a far riemergere l’antica fonte (pare sia del 1400) e a riaprire la strada che proseguiva oltre. Il solo scopo era quello di ridare luce ad un luogo pubblico della memoria e ridarlo a chiunque aveva voglia di vederlo o farci una passeggiata”.
“Ieri pomeriggio la triste sorpresa di vedere che sono stati rimosse e portate via delle pietre d’angolo bellissime. In terra – continua – non vi è assolutamente nessun segno di frana, i sassi che mancano e costituivano il muro, sono spariti. Certamente chi ha compiuto quest’opera non è uno dei tanti turisti che adesso ci vanno e vogliono portarsi a casa un ricordo”.
E' più deluso che arrabbiato, Andrea. Deluso per la mancanza di rispetto (l'ennesima) e per l'atto vandalico, perché non si può definire altrimenti. “Mi duole dirlo, ma sicuramente chi ha fatto razzia di quelle pietre è con ogni probabilità qualcuno dei dintorni, ben attrezzato per compiere un operazione del genere. Non è importante sapere chi sia stato, angoscia il fatto che se non si ha rispetto neanche dei luoghi dove si vive, la speranza è pari a zero”.
Infine, l'amara conclusione: “Mi ero ripromesso appena fossi stato più efficiente di tornare a dare una nuova ripulita all’erba e ai rovi rinati. A questo punto credo che l’incuria e la vegetazione che ricresce sia una delle forme migliori per preservare quel posto. Peccato”.