La confusione nelle società fa pensare ad un "futuro altrove"
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di Red
SIENA. La Mens Sana Basket spa è composta da due entità che è bene tenere distinte, per non fare confusione. Una è quella costituita da baldi giovani che vanno in campo e pensano al basket giocato (quello degli otto scudetti e coppe varie e del tentativo di superare il turno di regular season in questo 2013-14), e ve ne rendiamo conto nelle apposite rubriche sportive. L’altra è quella dell’aspetto societario e amministrativo che sta passando – si dice e si legge in giro su blogs, carta stampata ma perfino nelle parole del Gm Minucci – un momento così difficile da far temere addirittura il fallimento. Dalle stelle alle stalle, come si suol dire, e tutto per l’incapacità – quella bella cosa che non impedisce di accettare cariche ben remunerate e per la quale sbagliando non si va in galera – di trovare le sponsorizzazioni necessarie all’attività sportiva per la quale si sarebbero impegnat i capitoli di spesa che non si sarà in grado di onorare.
SIENA. La Mens Sana Basket spa è composta da due entità che è bene tenere distinte, per non fare confusione. Una è quella costituita da baldi giovani che vanno in campo e pensano al basket giocato (quello degli otto scudetti e coppe varie e del tentativo di superare il turno di regular season in questo 2013-14), e ve ne rendiamo conto nelle apposite rubriche sportive. L’altra è quella dell’aspetto societario e amministrativo che sta passando – si dice e si legge in giro su blogs, carta stampata ma perfino nelle parole del Gm Minucci – un momento così difficile da far temere addirittura il fallimento. Dalle stelle alle stalle, come si suol dire, e tutto per l’incapacità – quella bella cosa che non impedisce di accettare cariche ben remunerate e per la quale sbagliando non si va in galera – di trovare le sponsorizzazioni necessarie all’attività sportiva per la quale si sarebbero impegnat i capitoli di spesa che non si sarà in grado di onorare.
E’ bene chiarire che, se non c’erano i soldi, potevano rinunciare da subito alla serie A: se si sono iscritti, il presidente Lazzeroni e la dirigenza (che poi è di fatto costituita dal solo general manager), un budget devono averlo pensato. Secondo loro dovrebbe essere in gran parte costituto dai quattrini del Monte che – se anche in quantità inferiore a quanto previsto contrattualmente – è stato affermato esserci, ergo si saranno impegnati per spese equivalenti. Come si fa a paventare che a febbraio, se non si vende Hackett al miglior offerente, si rischia di chiudere? Né la banca né la società poi dicono quanti soldi ci siano nella sponsorizzazione ed è un segreto che permette ai protagonisti di fare il gioco delle tre carte. E l’arte dell’imbonire è antica come il mondo.
Già il bilancio della Spa chiuso al 30 giugno 2012 doveva far pensare molte cose al socio di maggioranza della Mens Sana Basket Spa, la Polisportiva Mens Sana 1871 (86% circa di azioni) e al socio di minoranza Fises (11% circa di azioni). Le perdite erano calcolate in oltre 6,2 milioni di euro e in più si era dovuto contabilizzare un debito con l’erario (imposte differite) di 1,856 milioni di euro. Come si fa a perdere sei milioni di euro in un anno con una società di basket che realizza ricavi per 16 milioni di euro è un mistero incredibile: nemmeno a comprare una barca aziendale si può mettere insieme una massa debitoria così enorme. Ma nello stesso bilancio, chiuso con un utile di 336.897,00 euro, viene raccontato di una operazione straordinaria che frutta i soldini necessari per il lieto fine: la vendita dei marchi societari e dei diritti pubblicitari per 8.419.837,00 euro. Operazione realizzata con una società romagnola (Brand Management srl), che ebbe un fido di pari importo ovviamente dal Monte dei Paschi sembra nella persona di Giuseppe Mussari e di cui nessuno ci ha mai confermato essere stata approvata dal CdA in Rocca dopo aver verificato le garanzie reali di una srl appositamente costituita in quei frangenti (ne abbiamo scritto a suo tempo: https://www.ilcittadinoonline.it/news/158100/MPS_e_i_finanziamenti_facili_a_calcio_e_basket.html), da allora, a naso, dovrebbero essere scadute due rate almeno del finanziamento: Brand Management le ha pagate?
Una operazione unica e irripetibile, visto che dalla fine di aprile 2012 di crediti facili erogati da MPS si son perse le tracce, fortunatamente. Piero Ricci, presidente della Polisportiva, e Davide Rossi, storico direttore generale di Fises, avranno controllato che nella gestione dell’anno successivo, che per la Mens Sana basket va dal 1° luglio 2012 al 30 giugno 2013, una storia simile non si ripetesse? Il fatto che a oggi l’ultimo bilancio non sia stato ancora approvato (sono passati oltre 150 giorni dalla sua chiusura), non può alimentare illazioni e dubbi perché siamo nei termini di legge. Perciò ci divertiremo a immaginare una cosa da Fantabasket, ovvero cosa faremmo noi se avessimo in mano uno dei più prestigiosi titoli sportivi della serie A di basket italiana e non vedessimo più un futuro per il nostro business a Siena. Città dove il mancato controllo e la delega all’azione è costata alla Fondazione MPS tutto lo sfascio che è venuto fuori nella banca. E, nel caso della Polisportiva, il presidente Ricci sarebbe al centro di una fronda interna sull’argomento Spa.
Ecco, dunque, che cercheremmo di farci approvare dai soci (esageratamente fiduciosi) un bilancio che riporti più di 800mila euro di perdite. La proprietà sarebbe costretta in assemblea dei soci ad azzerare o quasi il valore del capitale sociale per coprire le perdite, come richiesto dalla legislazione. Naturalmente dobbiamo confidare che la proprietà non abbia i mezzi necessari per ricostituire detto capitale sociale in seguito, così che la società venga a valere pochissimo. Aggiungiamo che nel frattempo potremmo aver provveduto a creare un credito della controllante che diventi così inesigibile. Casualmente la Mens Sana Basket ne ha uno scritto nel bilancio 2011-12, e di oltre 500mila euro, nei confronti della Polisportiva. Probabilmente saranno affitti del PalaEstra non pagati, o mancato pagamento di servizi come riscaldamento ed elettricità, per esempio. La mancanza dell’attività sportiva, che in assenza di capitale e di sponsorizzazioni non può cominciare, svilirà il valore dell’unico asset che può rendere soldi: il titolo sportivo. Che si potrebbe vendere al miglior offerente, facendo la bella figura di ripagare il debito con la controllante prima di tirare giù (ingloriosamente) la saracinesca. Possibilmente a un qualche soggetto che ci stia bene, perché sarebbe un peccato perdere un business così redditizio per chi lo sa praticare. Un gioco pericolosamente simile a quello che in Rocca Salimbeni si sta facendo con l’aumento di capitale sostenuto dai Monti bond, Ma non tergiversiamo oltre. Naturalmente, a proposito di MPS, faremmo una bella campagna di stampa contro il Tandem che ci avrebbe costretto a chiudere bottega negandoci i sacrosanti soldi della città, e riprenderemmo i nostri affarii altrove, col titolo sportivo che ci permette di giocare subito l’Euroleague: dai particolari si riconosce chi ha la stoffa.
Nel giugno 2012 la società sportiva Affrico Firenze si è costituita nella forma di SSD a rl, come dai dettami della riforma dei campionati non professionistici richiesta dalla nascita della DNA Gold e Silver. Capitale sociale iniziale di 20mila euro, lo storico presidente Calosi al suo posto, il direttore sportivo Massimo Fruschelli, senese doc e commercialista, socio e vicepresidente. Tra gli altri soci c’è un certo Pierluigi Zagni, residente a Siena e amministratore unico della Best Solution, agenzia di comunicazione (che secondo Il Fatto Quotidiano risulta essere in contatto d’affari con la Brand Mangement già citata nella reale vendita dei marchi nel 2012), oltrechel genero di Ferdinando Minucci. Tra le tante società sportive che esistono nell’area fiorentina questa Affrico, che vuole fortemente il salto di categoria tra i pro e non si sente i piedi pestati dalla Mens Sana Basket edizione fiorentina per l’Euroleague e i terzi tempi coi Lions che a Siena non sono mai esistiti, risponde giusto giusto al profilo di quella che costituiremmo noi per veicolare la nostra vendita del titolo sportivo (e ha pure un signor allenatore… Attilio Caja). Certo non con il signor Zagni, che alla Mens Sana Basket non è riuscito a trovare uno straccio di sponsor fino ad oggi, ma forse – anche per lui – non è questo il suo mestiere.