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GAIOLE IN CHIANTI. Il Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale ha sequestrato su ordine del Tribunale Ordinario di Siena alcuni immobili di un complesso ricettivo, dopo averne sgomberati i locali.
Gli atti della pubblica amministrazione che hanno consentito la realizzazione delle opere, infatti, sono risultati illegittimi, in quanto adottati sulla base della presentazione di atti non corrispondenti alla realtà dei luoghi e, con ogni probabilità, frutto di una dolosa connivenza tra i soggetti pubblici preposti al rilascio dei permessi a costruire (i quali dovevano verificare il rispetto della legislazione e della pianificazione territoriale vigente), ed i privati che hanno realizzato il complesso ricettivo.
L’area è assolutamente inedificabile e vi è vietata ogni riduzione dell’estensione dei boschi. Nonostante questa prescrizione di legge vincolante, è stato approvato un Piano di Recupero che ha consentito di raddoppiare abbondantemente i volumi rispetto ai preesistenti e di eliminare una porzione di bosco.
La struttura che è stata realizzata, aprendo un vero e proprio “buco nel bosco", è stata utilizzata da mesi per accogliere turisti italiani e stranieri ed è fortemente pubblicizzata anche via internet.
Oltre che all'illegalità paesaggistico-ambientale, in una zona prestigiosa e rinomata, l’intervento dell’Autorità Giudiziaria è stato determinato anche da motivi di sicurezza pubblica. Infatti, i locali, in parte totalmente interrati, come una beauty farm, non sono stati né collaudati, né dichiarati agibili.
Proprio per questo ultimo motivo, l’esecuzione del sequestro ha reso necessario l’immediato sgombero dei locali, con interruzione dell’attività ricettiva.
Le ipotesi investigative del personale della Forestale, che hanno consentito di ricostruire questo complicato quadro giuridico-amministrativo, sono state accolte dalla Autorità Giudiziaria di Siena, che ha disposto il sequestro preventivo degli immobili costituenti il complesso ricettivo “Le Corta”, posto nell’omonima località. Questa mattina sono stati apposti i sigilli.
Quattro sono le persone denunciate, tra funzionari pubblici, professionisti ed imprenditori, in concorso tra di loro. I reati ipotizzati sono abuso d’ufficio, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, falsità ideologica in certificati commessa da persone esercenti un servizio di pubblica necessità, lottizzazione abusiva ed esecuzione dei lavori edilizi in totale difformità o assenza del permesso a costruire e di prosecuzione degli stessi nonostante l'ordine di sospensione.
Gli atti della pubblica amministrazione che hanno consentito la realizzazione delle opere, infatti, sono risultati illegittimi, in quanto adottati sulla base della presentazione di atti non corrispondenti alla realtà dei luoghi e, con ogni probabilità, frutto di una dolosa connivenza tra i soggetti pubblici preposti al rilascio dei permessi a costruire (i quali dovevano verificare il rispetto della legislazione e della pianificazione territoriale vigente), ed i privati che hanno realizzato il complesso ricettivo.
L’area è assolutamente inedificabile e vi è vietata ogni riduzione dell’estensione dei boschi. Nonostante questa prescrizione di legge vincolante, è stato approvato un Piano di Recupero che ha consentito di raddoppiare abbondantemente i volumi rispetto ai preesistenti e di eliminare una porzione di bosco.
La struttura che è stata realizzata, aprendo un vero e proprio “buco nel bosco", è stata utilizzata da mesi per accogliere turisti italiani e stranieri ed è fortemente pubblicizzata anche via internet.
Oltre che all'illegalità paesaggistico-ambientale, in una zona prestigiosa e rinomata, l’intervento dell’Autorità Giudiziaria è stato determinato anche da motivi di sicurezza pubblica. Infatti, i locali, in parte totalmente interrati, come una beauty farm, non sono stati né collaudati, né dichiarati agibili.
Proprio per questo ultimo motivo, l’esecuzione del sequestro ha reso necessario l’immediato sgombero dei locali, con interruzione dell’attività ricettiva.
Le ipotesi investigative del personale della Forestale, che hanno consentito di ricostruire questo complicato quadro giuridico-amministrativo, sono state accolte dalla Autorità Giudiziaria di Siena, che ha disposto il sequestro preventivo degli immobili costituenti il complesso ricettivo “Le Corta”, posto nell’omonima località. Questa mattina sono stati apposti i sigilli.
Quattro sono le persone denunciate, tra funzionari pubblici, professionisti ed imprenditori, in concorso tra di loro. I reati ipotizzati sono abuso d’ufficio, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, falsità ideologica in certificati commessa da persone esercenti un servizio di pubblica necessità, lottizzazione abusiva ed esecuzione dei lavori edilizi in totale difformità o assenza del permesso a costruire e di prosecuzione degli stessi nonostante l'ordine di sospensione.