E la banca definisce luoghi e numeri delle esternalizzazioni
di Red
SIENA. Da ieri mattina, quando la presidente della Fondazione Mps, Antonella Mansi si è recata il Ministero del Tesoro, sono sempre più insistenti le voci di una drastica riduzione delle quote detenute dal socio di maggioranza per quanto attiene alle azioni in suo possesso. Tra i compiti che il nuovo direttivo della Fondazione si è data le priorità vanno alla riduzione del debito, alla diversificazione degli investimenti e alla dismissione di un consistente numero di azioni del Monte. La notizia è piaciuta alla Borsa che ha premiato ulteriormente Banca Mps.
Secondo i bene informati la presidente Mansi avrebbe non solo annunciato la decisione al Ministero, ma avrebbe anche spiegato come la Fondazione intende muoversi. In tempi brevi, peraltro, per sfruttare l’onda positiva del momento. La fretta è considerata cattiva consigliera, di solito; ma viste le condizioni in cui versa l’ente, non c’è molto da fare i sofisti. Naturalmente non si sa di preciso quando avverrà la vendita ma è quasi certo che si tratterà di una quota intorno al 15 per cento (attualmente la Fondazione è al 33,4 per cento) per saldare il debito con le banche creditrici. Palazzo Sansedoni resterà così con il 19 per cento circa delle azioni, che dopo l’aumento di capitale – cui non potrà partecipare – si ridurrà circa al 9 per cento. Una piccola percentuale sarà utilizzata per le spese correnti e alla fine la Fondazione di ritroverà con un 8 per cento di titoli del Monte.
Banca Monte dei Paschi, intanto, prosegue con la sua operazione di esternalizzazioni. Si stanno anche chiarendo i numeri e gli uffici da cui i dipendenti passeranno alla newco controllata da Accenture e Bassilichi. Qualcuno ancora si chiede come farà Bassilichi, ma se – come si dice – il Monte ci metterà 1 miliardo in 10 anni… Non vale dire che tenersi i dipendenti costava meno. Una ventina di milioni meno.
Tra Firenze e Siena sono previste “uscite” di 420 persone, i tagli più consistenti. Firenze perderà l’80 per cento dell’organico (165 persone du 205), Siena “perde” 255 dipendenti. Gli altri – per un totale che alla fine sarà di 1085 lavoratori – andranno via dalle sedi di Padova, Mantova, Lecce, Milano, Abbiategrasso e Roma. E’ previsto per martedì l’incontro con le parti sindacali per la riorganizzazione del Daaca del back office, che prelude alle esternalizzazioni.
L’ad Viola vorrebbe chiudere l’operazione entro il 2013, recuperando con questo circa 430 milioni dalla cessione del ramo d’azienda. Questo consentirebbe alla banca di chiudere il bilancio in attivo, coprendo la perdita di 380 milioni del primo semestre. Il bilancio attivo permetterebbe al Monte di evitare il pagamento di 315 milioni in azioni allo stato a copertura degli interesse dei Monti Bond. A ciò si aggiunga il risparmio sul costo del personale esternalizzato e si vede come la banca intenda operare per ritornare in attivo anche se di poco. Ma il piano non va giù alla Fisac…
Aggiornamento 20,10
Il sindaco Valentini ed il presidente della Provincia Bezzini sono stati oggi a colloquio con il ministro Saccomanni. Valentini dopo l’incontro ha auspicato che la Fondazione non esca del tutto dal capitale della banca senese, e si augura che Palazzo Sansedoni mantenga un posto in cda nel Monte.
A Saccomanni è stato chiesto che il governo abbia un ruolo di garante rispetto ai possibili investitori futuri, che, per il sindaco, saranno, presumibilmente, anche stranieri. L’esecutivo, spiega il sindaco, dovrà operare per garantire che “siano affidabili, e su questo abbiamo chiesto un ruolo di governo e Banca d’Italia”.
SIENA. Da ieri mattina, quando la presidente della Fondazione Mps, Antonella Mansi si è recata il Ministero del Tesoro, sono sempre più insistenti le voci di una drastica riduzione delle quote detenute dal socio di maggioranza per quanto attiene alle azioni in suo possesso. Tra i compiti che il nuovo direttivo della Fondazione si è data le priorità vanno alla riduzione del debito, alla diversificazione degli investimenti e alla dismissione di un consistente numero di azioni del Monte. La notizia è piaciuta alla Borsa che ha premiato ulteriormente Banca Mps.
Secondo i bene informati la presidente Mansi avrebbe non solo annunciato la decisione al Ministero, ma avrebbe anche spiegato come la Fondazione intende muoversi. In tempi brevi, peraltro, per sfruttare l’onda positiva del momento. La fretta è considerata cattiva consigliera, di solito; ma viste le condizioni in cui versa l’ente, non c’è molto da fare i sofisti. Naturalmente non si sa di preciso quando avverrà la vendita ma è quasi certo che si tratterà di una quota intorno al 15 per cento (attualmente la Fondazione è al 33,4 per cento) per saldare il debito con le banche creditrici. Palazzo Sansedoni resterà così con il 19 per cento circa delle azioni, che dopo l’aumento di capitale – cui non potrà partecipare – si ridurrà circa al 9 per cento. Una piccola percentuale sarà utilizzata per le spese correnti e alla fine la Fondazione di ritroverà con un 8 per cento di titoli del Monte.
Banca Monte dei Paschi, intanto, prosegue con la sua operazione di esternalizzazioni. Si stanno anche chiarendo i numeri e gli uffici da cui i dipendenti passeranno alla newco controllata da Accenture e Bassilichi. Qualcuno ancora si chiede come farà Bassilichi, ma se – come si dice – il Monte ci metterà 1 miliardo in 10 anni… Non vale dire che tenersi i dipendenti costava meno. Una ventina di milioni meno.
Tra Firenze e Siena sono previste “uscite” di 420 persone, i tagli più consistenti. Firenze perderà l’80 per cento dell’organico (165 persone du 205), Siena “perde” 255 dipendenti. Gli altri – per un totale che alla fine sarà di 1085 lavoratori – andranno via dalle sedi di Padova, Mantova, Lecce, Milano, Abbiategrasso e Roma. E’ previsto per martedì l’incontro con le parti sindacali per la riorganizzazione del Daaca del back office, che prelude alle esternalizzazioni.
L’ad Viola vorrebbe chiudere l’operazione entro il 2013, recuperando con questo circa 430 milioni dalla cessione del ramo d’azienda. Questo consentirebbe alla banca di chiudere il bilancio in attivo, coprendo la perdita di 380 milioni del primo semestre. Il bilancio attivo permetterebbe al Monte di evitare il pagamento di 315 milioni in azioni allo stato a copertura degli interesse dei Monti Bond. A ciò si aggiunga il risparmio sul costo del personale esternalizzato e si vede come la banca intenda operare per ritornare in attivo anche se di poco. Ma il piano non va giù alla Fisac…
Aggiornamento 20,10
Il sindaco Valentini ed il presidente della Provincia Bezzini sono stati oggi a colloquio con il ministro Saccomanni. Valentini dopo l’incontro ha auspicato che la Fondazione non esca del tutto dal capitale della banca senese, e si augura che Palazzo Sansedoni mantenga un posto in cda nel Monte.
A Saccomanni è stato chiesto che il governo abbia un ruolo di garante rispetto ai possibili investitori futuri, che, per il sindaco, saranno, presumibilmente, anche stranieri. L’esecutivo, spiega il sindaco, dovrà operare per garantire che “siano affidabili, e su questo abbiamo chiesto un ruolo di governo e Banca d’Italia”.