Aumenta il traffico a Rocca Salimbeni: arriva Andrea Orcel come advisor
di Red
SIENA. Il cittadino (anche quello online), si alza la mattina per andare al lavoro con tutti i suoi problemi e, spesso, non ha tempo per discernere tutte le notizie che gli girano intorno. Per cui, leggendo una locandina di giornale che dice: “Viola: con lo stato rischio cessione a pezzi del Monte dei Paschi” uno si rassicura, pensando che i manager voluti da Mancini, Bezzini e Ceccuzzi (non sappiamo se a monte ci siano altri mandanti, ma il sospetto è forte), hanno evitato il peggio alla banca senese. Ma è così veramente?
Due casi ci vengono in mente, simili al Monte per capacità di dissesto dimostrata dai loro dirigenti: Bankia e Dexia. Il caso della banca spagnola, precipitata per colpa del mattone piuttosto che dell’Antonveneta, parte dal rosso di bilancio pari a 19 miliardi di euro. Bankia è stata nazionalizzata al 45%, ha ricevuto oltre 22 miliardi di prestiti europei e continua a sponsorizzare la federazione di pallacanestro spagnola oltre che tutte le squadre nazionali (vedi Europei in Slovenia). Lo stato spagnolo ha deciso il nuovo management – esattamente come farebbe il socio di maggioranza di qualsiasi azienda – e nel 2013 è partito un piano di ristrutturazione che prevede 4.500 esuberi, pari al 22% della forza lavoro attuale, e la chiusura di oltre un terzo degli sportelli. Un piano, come si legge, molto simile a quello che Bruxelles e il Mef hanno messo sul piatto della bilancia per Rocca Salimbeni, ma il cosiddetto spezzatino temuto da Viola non si è realizzato.
La franco-belga-lussemburghese Dexia ha una storia più travagliata, anche perché qui sono dovuti intervenire ben tre governi. Dal crollo in borsa nell’autunno 2011, ogni governo si è accollato la sua parte e la banca è stata divisa in tre; ma all’interno di ognuna di esse si è cercato – e si sta facendo con grossi problemi, avendo Dexia operato per decine di miliardi di euro in derivati sottoscritti da enti locali in default – di rimettere l’istituto in carreggiata senza fare alcuno spezzatino. Anzi, per collegare a vicende di casa nostra, Dexia in Belgio non lesina la sponsorizzazione alla squadra di basket del Mons (vedi i vari siti scommesse sportive).
Spiace moltissimo contraddire un’autorità della finanza bancaria come Fabrizio Viola, ma nazionalizzazione, come si vede all’atto pratico, non vuol dire per nulla spezzatino. Ora ci chiediamo perché l’ad tiri fuori – senza che sia stato richiesto – questa storia dello spezzatino. Excusatio non petita …forse si ricollega a quanto scritto (due righe in verità che passavano quasi inosservate alla fine di un lungo articolo) da La Repubblica. Qualche giorno fa Andrea Greco, a proposito dell’aumento di capitale da 2,5 miliardi di MPS con advisor Ubs (organizzerà il consorzio di garanzia dell’aumento), scrive che “Con Ubs – advisor senza incroci pericolosi o cause legali con l’ex gestione Mps – torna in pista Andrea Orcel, architetto di tante operazioni dell’Unicredit di Profumo, oltre che dello spezzatino di Abn Amro che consegnò Antonveneta al Santander e poi a Mps”. Che la paura del fantasma-spezzatino venga evocata per rintuzzare le critiche prima che vengano formulate?
Parlando a nuora perché suocera intenda, si consiglia ad Andrea Greco (che, peraltro, non dovrebbe averne bisogno) di non farsi prendere in giro dal Tandem e dai loro sottoscrittori. L’aumento di capitale da 2,5 miliardi non l’ha deciso Bruxelles oggi. L’hanno deciso i signori nella Rocca lo scorso anno e l’hanno fatto sottoscrivere ai soci nell’assemblea straordinaria di gennaio 2013, quando tutti pensavano di aver capito che si parlava di 1 miliardo solo e Profumo invitava i senesi a frugarsi in tasca, se volevano mantenere la banca a Siena. Se a febbraio la città sottoscriveva, si regalava un miliardo da gestire al Tandem e si era nuovamente “cornuti e mazziati” nella migliore delle italiche tradizioni.
P.S. Delle sponsorizzazioni delle banche Bankia e Dexia si sono nominate solo quelle relative al basket perché, come è noto, in quello sport lo sponsor associa il proprio nome al club mentre nel calcio (ad esempio) occorre fare ricerche più approfondite: non aiutiamo la disinformazione commentando che qualcuno vuole salvare il basket a scapito del pallone!
