SIENA. “Non potrebbe essere lo Stato l’azionista ideale per Banca MPS per garantire la senesità della banca, un ruolo di azionista di riferimento alla Fondazione MPS e la salvaguardia degli oltre 8.000 posti di lavoro che altrimenti saranno cancellati da Siena assieme alla sede e alla direzione generale? Questo dovrebbe essere un tema centrale nei confronti politici, istituzionali e congressuali, altro che infinite discussioni sulle regole o la corsa a salire sul carro del presunto vincitore dichiarandosi a sostegno di un leader o di un altro senza neppure conoscere i suoi progetti. A cosa serve essere per Renzi o Cuperlo, Alfano o Berlusconi senza sapere quale idea di Paese hanno, come pensano di creare posti di lavoro e nuove imprese, garantire il diritto alla casa, all’istruzione e alla salute, ridurre la pressione fiscale e la burocrazia o salvare una azienda come il Monte dei Paschi che ha previsto 8.000 esuberi?” E’ quanto si chiede Riccardo Burresi, Presidente del Consiglio Provinciale di Siena che indica: “Banca MPS ha un debito con la Stato di quasi 4 miliardi di Euro perché la passata gestione ha commesso errori gravissimi sui quali sta indagando la magistratura. La Banca ha necessità di un aumento di capitale da oltre 2,5 miliardi perché è sul baratro del fallimento. La Fondazione MPS è strangolata dai debiti e non ha perciò le risorse per sottoscrivere un nuovo aumento di capitale in Banca MPS. Fino ad oggi si è tanto parlato di azionisti privati, ma in Italia è quasi impossibile individuare imprenditori con questa ingente disponibilità di risorse finanziarie. Se al posto dei capitali italiani – osserva Burresi – a sottoscrivesse l’aumento di capitale fosse un gruppo di finanzieri esteri, Russi, Cinesi o Arabi, il Monte dei Paschi sarebbe in mano alla speculazione internazionale, dove il profitto degli investitori è totalmente slegato e in contrasto con le reali necessità del nostro territorio e dei dipendenti di Banca MPS. Condannando così Siena al declino e alla disoccupazione. Perché non pensare allora allo Stato come un possibile azionista di Banca MPS, essendo esso un soggetto capace di avere le risorse per sottoscrivere l’aumento di capitale? Perché non pensare alla possibilità di siglare un patto tra lo Stato e la Fondazione MPS che le garantisca il mantenimento di una quota qualificata del Monte dei Paschi con il risultato di far restare a Siena la Banca? Non sarebbe per lo Stato questo il miglior investimento e la migliore garanzia di vedere rimborsato il debito di quasi 4 miliardi con Banca MPS?”
“Lo Stato – conclude Burresi – avrebbe a disposizione tutti gli strumenti operativi per farlo e credo che le Istituzioni e la Fondazione MPS dovrebbero considerare di percorrere anche questa strada perché porterebbe una equa distribuzione dei benefici e degli oneri, posando fondamenta stabili per il rilancio della Banca: l’impresa più importante del nostro territorio e il terzo gruppo bancario del Paese.”