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CHIUSI. Il Centro macellazione carni passa di proprietà al Comune. Dopo anni di attese e di mancato funzionamento della struttura, una legge approvata all'unanimità dal Consiglio regionale della Toscana dà una speranza di recupero per questo immobile, con i suoi 80 mila metri cubi esistenti e altri 200 mila metri cubi ancora da realizzare, in un’area di dieci ettari. “Molto bene!”, dichiara il sindaco Luca Ceccobao, che aggiunge: “Abbiamo l’occasione di far diventare il ‘problema’ centro carni un’occasione di sviluppo per la Valdichiana, grazie alla Giunta regionale che ha avanzato la proposta di legge e a tutti i gruppi politici che l’hanno sostenuta. Ora spetta al Consiglio comunale di Chiusi decidere se accettare il bene, confermando un orientamento positivo già espresso in passato”.
Intanto, si affacciano le prime ipotesi sull’utilizzo del bene. Ceccobao osserva che il centro carni “può consentire di attuare una previsione urbanistica coerente con le altre aree limitrofe destinate ad attività produttive, garantendo la disponibilità di nuovi spazi da mettere a disposizione delle aziende”.
Probabilmente si cercherà di mantenere una piccola parte per il recupero destinato a esigenze locali sempre di macellazione, ma dall’altro si prefigurano nuovi insediamenti produttivi attraverso un piano di recupero, senza escludere i privati. Ma non si tratta solo di liberare preziosi spazi produttivi, in un’area chiusa dal confine umbro: ci sono le sinergie possibili con l’area ferroviaria e con l’ambizioso centro logistico, in fase di realizzazione. La ristrutturazione potrebbe portare un grande valore al Comune di Chiusi, con l’opportunità di attuare un disegno urbanistico armonico e ordinato.
Una grande sfida, che può risolvere un problema trentennale. Il Centro macellazione carni di Chiusi verrà ceduto a titolo gratuito, insieme a quello di commercializzazione dei fiori di Pescia, al mercato ortofrutticolo di Pisa, all'impianto di invecchiamento dei vini di Radda in Chianti. Sulla base dei progetti di recupero presentati, la Giunta toscana si è impegnata a prevedere eventuali ulteriori risorse da attribuire al piano di alienazioni immobiliari. Così, anche il Comune di Chiusi potrà avere un’adeguata copertura per il ripristino, l'ammodernamento e il riutilizzo della struttura in questione. Ci saranno sei mesi di tempo per accettare il bene, anche solo in parte, sulla base di un progetto di massima sulla loro destinazione e sugli interventi per migliorare la sicurezza e la funzionalità. Sarà la stessa Giunta regionale a valutare il progetto di Chiusi, insieme agli altri, per il quale si aggiungerà una quota variabile in aggiunta ai 500 mila euro già assegnati.
Concepito negli anni Sessanta come “frigomacello”, si era subito dimostrato di una dimensione eccessiva, fuori scala. Da qui i problemi di gestione, quindi i passaggi di proprietà dallo Stato alla Regione, l’inutile tentativo di alienazione con una base di offerta di sei milioni di euro. A quel punto ci fu un aprima richiesta del sindaco Ceccobao di ottenere il trasferimento del bene, in una lettera indirizzata alcuni mesi fa al presidente Claudio Martini, all’assessore al patrimonio Paolo Giannarelli e ai dirigenti competenti, subito appoggiata da tutte le associazioni di categoria locali. Ora che la domanda del Comune è stata accolta, parte una nuova occasione di rilancio per l’economia di un territorio.
Intanto, si affacciano le prime ipotesi sull’utilizzo del bene. Ceccobao osserva che il centro carni “può consentire di attuare una previsione urbanistica coerente con le altre aree limitrofe destinate ad attività produttive, garantendo la disponibilità di nuovi spazi da mettere a disposizione delle aziende”.
Probabilmente si cercherà di mantenere una piccola parte per il recupero destinato a esigenze locali sempre di macellazione, ma dall’altro si prefigurano nuovi insediamenti produttivi attraverso un piano di recupero, senza escludere i privati. Ma non si tratta solo di liberare preziosi spazi produttivi, in un’area chiusa dal confine umbro: ci sono le sinergie possibili con l’area ferroviaria e con l’ambizioso centro logistico, in fase di realizzazione. La ristrutturazione potrebbe portare un grande valore al Comune di Chiusi, con l’opportunità di attuare un disegno urbanistico armonico e ordinato.
Una grande sfida, che può risolvere un problema trentennale. Il Centro macellazione carni di Chiusi verrà ceduto a titolo gratuito, insieme a quello di commercializzazione dei fiori di Pescia, al mercato ortofrutticolo di Pisa, all'impianto di invecchiamento dei vini di Radda in Chianti. Sulla base dei progetti di recupero presentati, la Giunta toscana si è impegnata a prevedere eventuali ulteriori risorse da attribuire al piano di alienazioni immobiliari. Così, anche il Comune di Chiusi potrà avere un’adeguata copertura per il ripristino, l'ammodernamento e il riutilizzo della struttura in questione. Ci saranno sei mesi di tempo per accettare il bene, anche solo in parte, sulla base di un progetto di massima sulla loro destinazione e sugli interventi per migliorare la sicurezza e la funzionalità. Sarà la stessa Giunta regionale a valutare il progetto di Chiusi, insieme agli altri, per il quale si aggiungerà una quota variabile in aggiunta ai 500 mila euro già assegnati.
Concepito negli anni Sessanta come “frigomacello”, si era subito dimostrato di una dimensione eccessiva, fuori scala. Da qui i problemi di gestione, quindi i passaggi di proprietà dallo Stato alla Regione, l’inutile tentativo di alienazione con una base di offerta di sei milioni di euro. A quel punto ci fu un aprima richiesta del sindaco Ceccobao di ottenere il trasferimento del bene, in una lettera indirizzata alcuni mesi fa al presidente Claudio Martini, all’assessore al patrimonio Paolo Giannarelli e ai dirigenti competenti, subito appoggiata da tutte le associazioni di categoria locali. Ora che la domanda del Comune è stata accolta, parte una nuova occasione di rilancio per l’economia di un territorio.