"Nazionalizzazione della banca? L'avevamo già detto"
SIENA. «Alla fine ci sono arrivati quasi tutti a capire che la nazionalizzazione è la strada migliore per il salvataggio di Mps. Restano fuori consapevolezza solo coloro che hanno “interessi particolari” da preservare o “aggrovigliati” vari che non sanno come fare a “sgrovigliarsi” o semplicemente non lo vogliono fare». La Lega Nord attacca la politica locale ed il cosiddetto “groviglio armonioso”, che da decenni ormai gestisce in modo indisturbato i gioielli di Siena.
«Siamo moderatamente contenti che Azione Mps, l’Adusbef ed il Codacons sostengano che l’unica soluzione possibile per non far pagare il prezzo della malagestione agli incolpevoli dipendenti sia la nazionalizzazione della Banca, anche se ormai ci sembra di veder affiorare i titoli di coda, visto anche che il ragionamento del Sindaco Valentini, che assieme al consiglio sarebbe l’unico a poter mettere i bastoni tra le ruote ad un piano industriale per salvaguardare i livelli occupazionali, si basa sulla necessità di trovare soci privati. La Lega Nord sosteniene da più di un anno la strada della nazionalizzazione, ma dai vertici politici della sinistra e dai vertici di Banca e Fondazione non sono mai arrivate spiegazioni plausibili sui motivi per cui una scelta del genere non sia neppure mai stata presa in considerazione, quando in altre realtà europee si è invece scelto di farlo senza tentennamenti. Di fatto si è perso più di un anno di tempo ed intanto sono partite le prime esternalizzazioni sottoscritte anche da alcune sigle sindacali che forse pensavano di fare gli interessi dei lavoratori, ma che invece vedono ogni volta l’asticella spostarsi verso il basso».
«Siamo moderatamente contenti che Azione Mps, l’Adusbef ed il Codacons sostengano che l’unica soluzione possibile per non far pagare il prezzo della malagestione agli incolpevoli dipendenti sia la nazionalizzazione della Banca, anche se ormai ci sembra di veder affiorare i titoli di coda, visto anche che il ragionamento del Sindaco Valentini, che assieme al consiglio sarebbe l’unico a poter mettere i bastoni tra le ruote ad un piano industriale per salvaguardare i livelli occupazionali, si basa sulla necessità di trovare soci privati. La Lega Nord sosteniene da più di un anno la strada della nazionalizzazione, ma dai vertici politici della sinistra e dai vertici di Banca e Fondazione non sono mai arrivate spiegazioni plausibili sui motivi per cui una scelta del genere non sia neppure mai stata presa in considerazione, quando in altre realtà europee si è invece scelto di farlo senza tentennamenti. Di fatto si è perso più di un anno di tempo ed intanto sono partite le prime esternalizzazioni sottoscritte anche da alcune sigle sindacali che forse pensavano di fare gli interessi dei lavoratori, ma che invece vedono ogni volta l’asticella spostarsi verso il basso».