Qualcuno da Roma e da Bruxelles, con il tacito accordo della politica locale, ci ha tolto di mano carta e penna per scrivere il futuro
SIENA. «Mi ha colpito il grido di dolore lanciato ieri dal presidente della Cna Siena Fabio Petri. È il grido di quelle migliaia di artigiani e piccoli imprenditori che hanno sempre fatto la loro parte, che hanno contribuito a portare in alto il buon nome dell’Italia e della Toscana, ma che oggi, proprio dallo Stato, non solo sono stati abbandonati, quello è già tanto che è avvenuto, ma vengono letteralmente affossati con una tassazione insostenibile e con una caccia alle streghe tra gli imprenditori che ha come fine ultimo il rastrellamento delle risorse per il mantenimento delle sacche di inefficienza della Pubblica Amministrazione» commenta il segretario provinciale della Lega Nord Riccardo Galligani.
«I dati economici della Toscana li conosco molto bene, visto che ho avuto l’onore di lavorare in Consiglio Regionale seguendo i lavori della commissione attività produttive, e non posso che concordare con Petri quando dice che da piccolo gioiello dell’economia italiana, la Toscana sta regredendo ai livelli delle regioni meno sviluppate del Sud Italia. A niente sono valsi emendamenti e proposte di legge regionale scritte di mio pugno per il gruppo Lega per istituire il Sistema Regionale di Coordinamento sul Credito, ad esempio. Oppure per cambiare il sistema degli aiuti alle imprese privilegiando i fondi rotativi a quelli a fondo perduto, che in altre regioni dove vengono utilizzati, come il Veneto, è provato che diano risultati migliori. Essere consapevoli di questo fa piangere il cuore a chi, come me, è orgoglioso di essere nato e cresciuto in una delle più belle regioni del mondo che si è contraddistinta nella storia per aver contribuito in modo unico al progresso e allo sviluppo non solo della Toscana, ma addirittura di tutta la civiltà occidentale. Per questo serve uno scatto di orgoglio. La verità è che qualcuno da Roma e da Bruxelles, con la complicità ed il tacito accordo della politica locale, ci ha tolto di mano carta e penna dove dovevamo scrivere il nostro futuro. Forse perché hanno la presunzione di volerlo scrivere loro per noi. O forse per paura che la nostra creatività ed il nostro ingegno potessero scrivere un futuro splendido per noi e forse un po’ meno per loro. Chissà?! La verità è che ancora qualcosa possiamo fare. I nostri imprenditori sono abituati a lavorare tra mille difficoltà ed impedimenti, spesso e volentieri voluti proprio da chi invece dovrebbe semplificare le cose. Figuriamoci cosa sarebbero in grado di fare in un contesto di minima burocrazia che premi il merito e la sana competizione. Ma dobbiamo incominciare a porre l’attenzione su dinamiche più “alte”, quelle di principio, per scoprire e raggiungere degli ideali che, se ben attuati, risolverebbero gran parte dei nostri problemi. Il Federalismo ed i principi che lo sostengono sono una di queste dinamiche che dobbiamo comprendere e cercare di attuare al più presto, sia a livello nazionale che europeo, perseguendo la realizzazione di un diverso modello di Europa. Un’Europa non accentratrice dei poteri a Bruxelles e agli Stati Nazionali, ormai in disgregazione, ma semmai garante e controllore dei poteri delegati alle Euro Regioni, nuove entità politiche basate su aspetti sociali, culturali, identitari ed economici omogenei che perseguono obiettivi comuni in modo autonomo attingendo direttamente alle risorse prodotte al proprio interno. Noi della Lega Nord crediamo che questa sia la strada migliore per riprenderci quella carta e quella penna che qualcuno ci ha sottratto in modo coatto e per ricominciare a scrivere il nostro futuro. Crediamo che la Toscana possa tranquillamente collocarsi all’interno di questo progetto in modo autonomo ed indipendente, perché ha una propria identità forte e tutte le risorse materiali e soprattutto umane per ritornare ad essere grandi e per vincere le sfide del futuro. Senz’altro stringendo delle alleanze con le regioni del Nord che sono la locomotiva d’Italia e d’Europa. Ma per fare questo dobbiamo stare attenti che, dopo carta e penna, nessuno ci tolga il portafoglio con all’interno i nostri soldi, come invece sotto sotto sta avvenendo con il Monte dei Paschi. Magari il primo passo in questa direzione potrebbe essere quello di una Toscana a Statuto Speciale. Queste sono battaglie che non si vincono in un giorno. Ci vuole tenacia ed unità. Noi di tenacia ne abbiamo da vendere, speriamo che qualcun altro si unisca per darci più forza.»
«I dati economici della Toscana li conosco molto bene, visto che ho avuto l’onore di lavorare in Consiglio Regionale seguendo i lavori della commissione attività produttive, e non posso che concordare con Petri quando dice che da piccolo gioiello dell’economia italiana, la Toscana sta regredendo ai livelli delle regioni meno sviluppate del Sud Italia. A niente sono valsi emendamenti e proposte di legge regionale scritte di mio pugno per il gruppo Lega per istituire il Sistema Regionale di Coordinamento sul Credito, ad esempio. Oppure per cambiare il sistema degli aiuti alle imprese privilegiando i fondi rotativi a quelli a fondo perduto, che in altre regioni dove vengono utilizzati, come il Veneto, è provato che diano risultati migliori. Essere consapevoli di questo fa piangere il cuore a chi, come me, è orgoglioso di essere nato e cresciuto in una delle più belle regioni del mondo che si è contraddistinta nella storia per aver contribuito in modo unico al progresso e allo sviluppo non solo della Toscana, ma addirittura di tutta la civiltà occidentale. Per questo serve uno scatto di orgoglio. La verità è che qualcuno da Roma e da Bruxelles, con la complicità ed il tacito accordo della politica locale, ci ha tolto di mano carta e penna dove dovevamo scrivere il nostro futuro. Forse perché hanno la presunzione di volerlo scrivere loro per noi. O forse per paura che la nostra creatività ed il nostro ingegno potessero scrivere un futuro splendido per noi e forse un po’ meno per loro. Chissà?! La verità è che ancora qualcosa possiamo fare. I nostri imprenditori sono abituati a lavorare tra mille difficoltà ed impedimenti, spesso e volentieri voluti proprio da chi invece dovrebbe semplificare le cose. Figuriamoci cosa sarebbero in grado di fare in un contesto di minima burocrazia che premi il merito e la sana competizione. Ma dobbiamo incominciare a porre l’attenzione su dinamiche più “alte”, quelle di principio, per scoprire e raggiungere degli ideali che, se ben attuati, risolverebbero gran parte dei nostri problemi. Il Federalismo ed i principi che lo sostengono sono una di queste dinamiche che dobbiamo comprendere e cercare di attuare al più presto, sia a livello nazionale che europeo, perseguendo la realizzazione di un diverso modello di Europa. Un’Europa non accentratrice dei poteri a Bruxelles e agli Stati Nazionali, ormai in disgregazione, ma semmai garante e controllore dei poteri delegati alle Euro Regioni, nuove entità politiche basate su aspetti sociali, culturali, identitari ed economici omogenei che perseguono obiettivi comuni in modo autonomo attingendo direttamente alle risorse prodotte al proprio interno. Noi della Lega Nord crediamo che questa sia la strada migliore per riprenderci quella carta e quella penna che qualcuno ci ha sottratto in modo coatto e per ricominciare a scrivere il nostro futuro. Crediamo che la Toscana possa tranquillamente collocarsi all’interno di questo progetto in modo autonomo ed indipendente, perché ha una propria identità forte e tutte le risorse materiali e soprattutto umane per ritornare ad essere grandi e per vincere le sfide del futuro. Senz’altro stringendo delle alleanze con le regioni del Nord che sono la locomotiva d’Italia e d’Europa. Ma per fare questo dobbiamo stare attenti che, dopo carta e penna, nessuno ci tolga il portafoglio con all’interno i nostri soldi, come invece sotto sotto sta avvenendo con il Monte dei Paschi. Magari il primo passo in questa direzione potrebbe essere quello di una Toscana a Statuto Speciale. Queste sono battaglie che non si vincono in un giorno. Ci vuole tenacia ed unità. Noi di tenacia ne abbiamo da vendere, speriamo che qualcun altro si unisca per darci più forza.»