ROMA. I casi ambientali di Siena riguardanti il taglio indiscriminato di settanta piante di pini sani e la costruzione di un mega complesso edilizio costruito in una vallata e sopra ad un fiume, approdano in Parlamento e sui tavoli dei Ministri dell'Ambiente, del Turismo, dell'Interno e dei Beni Culturali.
A porre l'attenzione alle istituzioni ed alla stampa locale era stato qualche giorno fa Lorenzo Rosso, dirigente dell'Esecutivo del Popolo delle Libertà, Consigliere Provinciale , consulente dell'ufficio legislativo del Gruppo PDL al Senato ed esperto in legislazione ambientale.
E questa mattina (16 dicembre) il Presidente della Commissione Ambiente di Palazzo Madama, Sen. Antonio D'Alì ed il Senatore toscano Achille Totaro, hanno presentato l'interrogazione che chiede tra l'altro anche "se non si ritenga opportuno interrompere le attività poste in essere".
Peraltro la presentazione dell'atto anche al Ministero degli Interni farà scattare anche una indagine d'ufficio.
Ma vediamo cosa dice nel dettaglio l'atto di sindacato ispettivo rivolto a ben quattro Ministri del Governo Berlusconi.
Il documento si divide in due parti, una riguardante il taglio indiscriminato dei bellissimi settanta pini marittimi sani che da qualche mese il Comune di Siena ha deciso di tagliare (ha già cominciato a farlo) sostituendoli con delle piante di pero: "le piante in oggetto sono sane e fanno bella mostra di sè da oltre sessant'anni nel Viale Mazzini, porta di accesso alla città del Palio da chi proviene dalla contigua Piazza della Stazione ferroviaria e da nord e che il Viale Mazzini è sottoposto a vincolo sulle bellezze panoramiche ex legge 1497/38; che l'amministrazione comunale di Siena tenderebbe a giustificare il taglio di tali piante sane con un generico "sono piante pericolose e vanno abbattute", che invece esistono oggi -ove ve ne fosse necessità, che non appare nela caso del Viale Mazzini- tecniche moderne per salvare le piante sane mettendole in sicurezza con tiranti, palificazioni e quant'altro".
Il Presidente della Commissione Parlamentare Ambiente del Senato passa poi ad analizzare la questione dell'area "ex-Socini", tra Viale Sardegna e Viale Toselli. L'interrogazione parla di un "mega complesso, in un area scoscesa sottostante a due importanti direttrici viarie, quella di Viale Sardegna e Via Simone Martini e della "strada fiume", tangenziali ad alto scorrimento viario e che tale area è stata interessata da smottamenti franosi, visto che è costituita da due ripidi pendii, attraversata dal torrente Riluogo e dal collettore fognario.Tale area era caratterizzata da alberi di alto fusto, che costituivano una "nicchia ecologica" frequentata persino da caprioli".
L'atto parlamentare prosegue sottolineando che "edificare in un area così impervia costituisce una vera e propria sfida alla natura, anche per un oggettivo aumento del rischio idrogeologico e che a Siena è avvenuto di recente, in una simile situazione, un crollo che ha coinvolto interi palazzi nella zona di Via Formichi a Porta Pispini. Che il torrente Riluogo che scorre nella valle è inserito nel quadro conoscitivo del PIT della Regione Toscana detta "misure di salvaguardia" che dal combinato disposto dei commi 3 e 4 non si attaglierebbe alla fattibilità del poderoso intervento e che la violazione di tali norme costituirebbe, per effetto della'art.48, comma 4, lettera D della legge regionale 1/2005, nullità testuale degli atti in contrasto con esse e che la nullità testuale sarebbe inesistenza giuridica dell'atto."
Poi l'atto punta l'indice sulla legge regionale che indica per "nuovi impegni di suolo ai fini insediativi e infrastrutturali sono consentiti esclusivamente qualora non sussistano alternative di riutilizzazione e riorganizzazione degli insediamenti e delle infrastrutture esistenti" ed indicano l'area industriale dismessa "ex-Idit" di Isola d'Arbia, come area degradata adatta all'utilizzazione per questo tipo di costruzione.
I parlamantari interrogano i quattro Ministri per sapere se "sono a conoscenza delle vicende descritte, se intendano perseguire eventuali responsabilità amministrative e/o penali (l'invio al Ministero dell'Interno ha anche questo scopo) e se non ritengano opportuno, nel mentre siano controllate eventuali violazioni di leggi, disposizioni, regolamenti, concessioni, interrompere le attività poste in essere nelle vicende sopra esposte."
Soddisfazione viene espressa da Lorenzo Rosso, ieri a Palazzo Madama alla presentazione dell'atto parlamentare. "Avevo dichiarato che sarei andato avanti su tali questioni ed è quello che intendo fare. Domani mattina porterò io stesso ai magistrati del tribunale di Siena l'atto del Presidente della Commssione Ambiente D'Alì e del Senatore Totaro. Gli scempi ambientali a Siena e provincia debbono cessare.Peraltro eventuali "tombamenti" del torrente Riluogo sono vietati dalla legge e non sarebbero autorizzati dall'Amministrazione Provinciale di Siena. Ringrazio comunque la sensibilità del Presidente della Commissione Ambiente del Senato D'Alì e il Sen. Totaro per l'interessamento del caso che ora diventa "nazionale"- conclude l'esponente del Popolo delle Libertà.
A porre l'attenzione alle istituzioni ed alla stampa locale era stato qualche giorno fa Lorenzo Rosso, dirigente dell'Esecutivo del Popolo delle Libertà, Consigliere Provinciale , consulente dell'ufficio legislativo del Gruppo PDL al Senato ed esperto in legislazione ambientale.
E questa mattina (16 dicembre) il Presidente della Commissione Ambiente di Palazzo Madama, Sen. Antonio D'Alì ed il Senatore toscano Achille Totaro, hanno presentato l'interrogazione che chiede tra l'altro anche "se non si ritenga opportuno interrompere le attività poste in essere".
Peraltro la presentazione dell'atto anche al Ministero degli Interni farà scattare anche una indagine d'ufficio.
Ma vediamo cosa dice nel dettaglio l'atto di sindacato ispettivo rivolto a ben quattro Ministri del Governo Berlusconi.
Il documento si divide in due parti, una riguardante il taglio indiscriminato dei bellissimi settanta pini marittimi sani che da qualche mese il Comune di Siena ha deciso di tagliare (ha già cominciato a farlo) sostituendoli con delle piante di pero: "le piante in oggetto sono sane e fanno bella mostra di sè da oltre sessant'anni nel Viale Mazzini, porta di accesso alla città del Palio da chi proviene dalla contigua Piazza della Stazione ferroviaria e da nord e che il Viale Mazzini è sottoposto a vincolo sulle bellezze panoramiche ex legge 1497/38; che l'amministrazione comunale di Siena tenderebbe a giustificare il taglio di tali piante sane con un generico "sono piante pericolose e vanno abbattute", che invece esistono oggi -ove ve ne fosse necessità, che non appare nela caso del Viale Mazzini- tecniche moderne per salvare le piante sane mettendole in sicurezza con tiranti, palificazioni e quant'altro".
Il Presidente della Commissione Parlamentare Ambiente del Senato passa poi ad analizzare la questione dell'area "ex-Socini", tra Viale Sardegna e Viale Toselli. L'interrogazione parla di un "mega complesso, in un area scoscesa sottostante a due importanti direttrici viarie, quella di Viale Sardegna e Via Simone Martini e della "strada fiume", tangenziali ad alto scorrimento viario e che tale area è stata interessata da smottamenti franosi, visto che è costituita da due ripidi pendii, attraversata dal torrente Riluogo e dal collettore fognario.Tale area era caratterizzata da alberi di alto fusto, che costituivano una "nicchia ecologica" frequentata persino da caprioli".
L'atto parlamentare prosegue sottolineando che "edificare in un area così impervia costituisce una vera e propria sfida alla natura, anche per un oggettivo aumento del rischio idrogeologico e che a Siena è avvenuto di recente, in una simile situazione, un crollo che ha coinvolto interi palazzi nella zona di Via Formichi a Porta Pispini. Che il torrente Riluogo che scorre nella valle è inserito nel quadro conoscitivo del PIT della Regione Toscana detta "misure di salvaguardia" che dal combinato disposto dei commi 3 e 4 non si attaglierebbe alla fattibilità del poderoso intervento e che la violazione di tali norme costituirebbe, per effetto della'art.48, comma 4, lettera D della legge regionale 1/2005, nullità testuale degli atti in contrasto con esse e che la nullità testuale sarebbe inesistenza giuridica dell'atto."
Poi l'atto punta l'indice sulla legge regionale che indica per "nuovi impegni di suolo ai fini insediativi e infrastrutturali sono consentiti esclusivamente qualora non sussistano alternative di riutilizzazione e riorganizzazione degli insediamenti e delle infrastrutture esistenti" ed indicano l'area industriale dismessa "ex-Idit" di Isola d'Arbia, come area degradata adatta all'utilizzazione per questo tipo di costruzione.
I parlamantari interrogano i quattro Ministri per sapere se "sono a conoscenza delle vicende descritte, se intendano perseguire eventuali responsabilità amministrative e/o penali (l'invio al Ministero dell'Interno ha anche questo scopo) e se non ritengano opportuno, nel mentre siano controllate eventuali violazioni di leggi, disposizioni, regolamenti, concessioni, interrompere le attività poste in essere nelle vicende sopra esposte."
Soddisfazione viene espressa da Lorenzo Rosso, ieri a Palazzo Madama alla presentazione dell'atto parlamentare. "Avevo dichiarato che sarei andato avanti su tali questioni ed è quello che intendo fare. Domani mattina porterò io stesso ai magistrati del tribunale di Siena l'atto del Presidente della Commssione Ambiente D'Alì e del Senatore Totaro. Gli scempi ambientali a Siena e provincia debbono cessare.Peraltro eventuali "tombamenti" del torrente Riluogo sono vietati dalla legge e non sarebbero autorizzati dall'Amministrazione Provinciale di Siena. Ringrazio comunque la sensibilità del Presidente della Commissione Ambiente del Senato D'Alì e il Sen. Totaro per l'interessamento del caso che ora diventa "nazionale"- conclude l'esponente del Popolo delle Libertà.