Possono saltare gli equilibri del commercio e della finanza mondiali
PECHINO. L’intero mondo avanzato non ha fatto in tempo a tirare su un sospiro di sollievo per la conclusione del pericolo del default incontrollato della Grecia, che comunque sarà pagato a caro prezzo dai piccoli risparmiatori più che dalle banche sul modello del fallimento dell’Argentina, che un nuovissimo pericolo viene evidenziato dai dati dei due primi mesi dell’anno.
Stiamo parlando del deficit commerciale della Cina: un qualcosa di imponderabile a cui il mondo non è preparato, e che ha fatto volare i coefficienti di rischio implicito in ogni modello di trading mondiale. La bilancia commerciale cinese nei primi due mesi dell’anno ha registrato un passivo di 4,2 miliardi di dollari. Non succedeva almeno dagli anni Ottanta. Tuttavia non c’è nulla di cui esser contenti. Con l’ingresso della Cina nel WTO nel 2001 si è costruito un sistema che si basa sull’estensione del motore della crescita. Cioè, spalancando i mercati occidentali ad alta intensità di assorbimento di beni a basso valore aggiunto ai produttori cinesi, si contava sul fatto che il surplus finanziario fosse reinvestito in titoli di debito sovrani e di corporate degli Usa e dell’Occidente.
Un meccanismo inceppatosi durante la crisi del 2008, e la Cina ha cominciato ad rallentare vistosamente gli acquisti finanziari occidentali. Ma se la crescita cinese dal suo 10% anno scende verso ritmi assai più bassi, sarà destinato a svanire. E l’allarme rosso lo lancia appunto il deficit commerciale. A nulla sembrano essere serviti gli interventi della banca centrale cinese, che vorrebbe evitare il surriscaldamento dell’economia interna al paese.
Tuttavia con l’America con il freno a mano tirato e l’Europa tecnicamente in recessione, il rallentamento del mercato cino-asiatico, che coinvolge direttamente sia Australia che Brasile e indirettamente tutti (pensare che l’import di auto è aumentato del 33% dal 2011 al 2012, le importazioni in Cina di prodotti agricoli sono quadruplicate in dieci anni), una crescita cinese abbondantemente sotto la doppia cifra corre il rischio di diventare un grande problema per tutti.