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SIENA. Si discute di carceri, argomento di grande attualità anche per il territorio senese, lunedì prossimo (11 gennaio) alla Camera dei Deputati. All’ordine del giorno della prima seduta dopo la pausa natalizia ci sono infatti due mozioni, (entrambe sottoscritte anche dalla deputata senese del Pd Susanna Cenni), presentate rispettivamente da Rita Bernardini, parlamentare del gruppo Radicali-Pd, e da Dario Franceschini, presidente del gruppo Pd alla Camera.
“E' importante che avvenga questa discussione. Entrambe le mozioni – spiega Susanna Cenni – chiedono l’impegno del Governo per una riforma condivisa del sistema giudiziario e penitenziario, che non può più essere rimandata. Sono a rischio i diritti civili e della persona previsti dalla nostra Costituzione. Attualmente gli istituti di pena nel nostro Paese ospitano quasi 65mila detenuti, a fronte di una capienza regolamentare di circa 41mila. Anche il Presidente Napolitano, durante il discorso di Capodanno, ha ricordato come il problema del sovraffollamento rischi di compromettere la funzione rieducativa della stessa istituzione carceraria, oltre che la sicurezza dei detenuti e del personale. Sono problemi che interessano anche le case circondariali senesi. Il Governo Berlusconi non ha ad oggi mai risposto a nessuna delle interrogazioni che io, Franco Ceccuzzi ed altri deputati abbiamo ripetutamente presentato sui problemi di Santo Spirito e Ranza. Auspichiamo che la discussione in Parlamento intorno a questi temi possa finalmente portare a un impegno concreto. Finora abbiamo assistito solo ad annunci, come quelli sull’edilizia carceraria, ma non abbiamo ottenuto mai risposte. Nonostante alcuni primi, parziali impegni dell'amministrazione penitenziaria, di fatto sono in atto ulteriori tagli a risorse e personale, già gravemente insufficienti”.
“Il carcere di Santo Spirito a Siena – continua Cenni – ha bisogno urgente di interventi di ristrutturazione e ammodernamento dei locali per assicurare i dovuti standard igienici e di sicurezza, sia per i detenuti che per il personale. Il carcere di Ranza a San Gimignano vive invece una situazione di vera emergenza: la carenza del personale di custodia è addirittura del 40%. Le continue mobilitazioni del personale carcerario sostenute dalle istituzioni del territorio, i tentativi di suicidio di detenuti e gli episodi di aggressione agli agenti avvenuti all’interno della struttura sono segnali che non possono più essere trascurati. Le amministrazioni locali hanno fatto e stanno facendo, nell'ambito delle loro competenze, ogni sforzo di collaborazione. Adesso però chiediamo per entrambe le strutture una risposta concreta, non più rinviabile da parte del Ministero della Giustizia”.
“Nell’ultimo anno – conclude Cenni – la situazione delle carceri italiane si è ulteriormente aggravata. Il 2009 ha fatto registrare il record di suicidi fra i detenuti, 71 in un anno. Lo stesso ministro Alfano ha definito la situazione attuale del nostro sistema penitenziario sostanzialmente al di fuori della legalità costituzionale. Eppure, di fronte all’aggravarsi di tutti questi problemi, il Governo Berlusconi ancora una volta taglia le risorse. Gli organici degli agenti penitenziari, già sottodimensionati di 5mila unità, prevedono per il prossimo triennio l’uscita di 2.500 persone, a fronte di solo 1.800 assunzioni. Mancano anche medici, psicologi, educatori”.
“E' importante che avvenga questa discussione. Entrambe le mozioni – spiega Susanna Cenni – chiedono l’impegno del Governo per una riforma condivisa del sistema giudiziario e penitenziario, che non può più essere rimandata. Sono a rischio i diritti civili e della persona previsti dalla nostra Costituzione. Attualmente gli istituti di pena nel nostro Paese ospitano quasi 65mila detenuti, a fronte di una capienza regolamentare di circa 41mila. Anche il Presidente Napolitano, durante il discorso di Capodanno, ha ricordato come il problema del sovraffollamento rischi di compromettere la funzione rieducativa della stessa istituzione carceraria, oltre che la sicurezza dei detenuti e del personale. Sono problemi che interessano anche le case circondariali senesi. Il Governo Berlusconi non ha ad oggi mai risposto a nessuna delle interrogazioni che io, Franco Ceccuzzi ed altri deputati abbiamo ripetutamente presentato sui problemi di Santo Spirito e Ranza. Auspichiamo che la discussione in Parlamento intorno a questi temi possa finalmente portare a un impegno concreto. Finora abbiamo assistito solo ad annunci, come quelli sull’edilizia carceraria, ma non abbiamo ottenuto mai risposte. Nonostante alcuni primi, parziali impegni dell'amministrazione penitenziaria, di fatto sono in atto ulteriori tagli a risorse e personale, già gravemente insufficienti”.
“Il carcere di Santo Spirito a Siena – continua Cenni – ha bisogno urgente di interventi di ristrutturazione e ammodernamento dei locali per assicurare i dovuti standard igienici e di sicurezza, sia per i detenuti che per il personale. Il carcere di Ranza a San Gimignano vive invece una situazione di vera emergenza: la carenza del personale di custodia è addirittura del 40%. Le continue mobilitazioni del personale carcerario sostenute dalle istituzioni del territorio, i tentativi di suicidio di detenuti e gli episodi di aggressione agli agenti avvenuti all’interno della struttura sono segnali che non possono più essere trascurati. Le amministrazioni locali hanno fatto e stanno facendo, nell'ambito delle loro competenze, ogni sforzo di collaborazione. Adesso però chiediamo per entrambe le strutture una risposta concreta, non più rinviabile da parte del Ministero della Giustizia”.
“Nell’ultimo anno – conclude Cenni – la situazione delle carceri italiane si è ulteriormente aggravata. Il 2009 ha fatto registrare il record di suicidi fra i detenuti, 71 in un anno. Lo stesso ministro Alfano ha definito la situazione attuale del nostro sistema penitenziario sostanzialmente al di fuori della legalità costituzionale. Eppure, di fronte all’aggravarsi di tutti questi problemi, il Governo Berlusconi ancora una volta taglia le risorse. Gli organici degli agenti penitenziari, già sottodimensionati di 5mila unità, prevedono per il prossimo triennio l’uscita di 2.500 persone, a fronte di solo 1.800 assunzioni. Mancano anche medici, psicologi, educatori”.