La Farnesina chiede il silenzio stampa per facilitare la liberazione del connazionale
ROMA. (Adnkronos) – Francesco Azzarà, operatore italiano di Emergency, è stato rapito a Nyala, capitale del sud Darfur, il 14 agosto, alle ore 17 locali, mentre si trovava in auto diretto verso l’aeroporto della città. Lo riferisce una nota dell’organizzazione, spiegando che Azzarà, 34 anni, è alla sua seconda missione a Nyala come logista del Centro pediatrico che Emergency ha aperto nel luglio del 2010. L’organizzazione ha immediatamente attivato in Darfur e a Khartoum tutti i contatti a sua disposizione. “Aspettiamo che la situazione di sblocchi, aspettiamo di ricevere segnali dai rapitori dai quali non abbiamo ancora avuto alcun contatto – spiega all’Adnkronos Rossella Miccio, coordinatrice dell’Ufficio umanitario di Emergency – e siamo assolutamente ottimisti che la vicenda si risolva positivamente”. “Tutti i canali possibili sono stati attivati – aggiunge Miccio – Le autorità locali, le istituzioni nazionali hanno agito con grande solerzia dimostrando così l’apprezzamento nei confronti del lavoro di Emergency. Ieri pomeriggio abbiamo inviato un team a Nyala per seguire più da vicino la vicenda con la polizia locale, ma non ci sono novità”.
“Certo, non ce lo aspettavamo – riferisce ancora Miccio – visto che l’ospedale offre servizi gratuiti e con la comunità locale non abbiamo mai avuto problemi anzi, in questo momento, ci sta dimostrando grande solidarietà e sostegno. Ma l’area è quella che è, da decenni turbolenta, complicata e teatro di conflitti: la criminalita, le bande ordinarie e i ribelli ci sono ed hanno agito anche in passato con rapimenti di operatori tedeschi o francesi”. “Francesco gestisce la parte ‘non medica’ dell’ospedale – sottolinea Miccio – l’organizzazione della manutenzione, la logistica, quella che permette, comunque, ai medici di lavorare: un ruolo importante che Francesco svolge con grande passione e impegno”.
“Abbiamo delle regole di sicurezza molto rigide per i nostri operatori – conclude la coordinatrice – le abitazioni sono di fronte l’ospedale, quindi gli operatori devono solo attraversare la strada, non possono uscire se non per strette ragioni di lavoro e Francesco stava andando all’aeroporto per accogliere un suo collega in arrivo da Khartoum: una strada principale, non isolata o remota e molto frequentata”. L’Unità di Crisi della Farnesina, in stretto contatto con Emergency e la missione Onu in Darfur (Unamid) e in pieno coordinamento con l’ambasciata a Khartoum, ha attivato tutti i canali disponibili presso le Autorità locali per una soluzione della vicenda. D’accordo con Emergency, con cui si mantiene un collegamento continuo, la Farnesina chiede inoltre il silenzio stampa per facilitare la liberazione del connazionale. Il ministro degli Esteri Franco Frattini, immediatamente informato del sequestro, riporta una nota del ministero, segue personalmente gli sviluppi e ha disposto il rientro a Khartoum dell’ambasciatore, momentaneamente in Italia.