Bruxelles richiede un piano industriale credibile
di Red
SIENA. Giovedì (13 giugno) è il giorno in cui si riunisce il CdA di banca MPS. I media di tutto il mondo finanziario internazionale sono in attesa di sapere cosa partorirà questo consiglio, che dovrebbe gettare le fondamenta del “nuovo” Monte. Due sono le questioni principali sul tappeto e non appare scontato a favore delle tesi di Profumo il risultato delle discussioni tra amministratori. La questione fondamentale riguarda l’eliminazione del tetto del 4% ai diritti di voto ai soci diversi dalla Fondazione. Secondo quanto riferiscono fonti finanziarie all’Huffington Post, infatti, all’eliminazione del tetto sarebbero contrari almeno due rappresentanti del board: il vicepresidente della banca Marco Turchi e il consigliere Angelo Dringoli. Anche Reuters riferisce che è in corso una fase di discussione difficile. Ma una decisione positiva di apertura spalancherebbe il libro soci della banca sicuramente in favore di quello che verrà scelto dal consiglio di amministrazione, che ha avuto mandato esclusivo dall’assemblea straordinaria dei soci dello scorso 9 ottobre per scegliersi l’investitore che ritiene più conveniente. La contendibilità sul mercato è un’altra cosa…
La scelta di apertura si rifletterà sul nuovo piano industriale che il prossimo 17 giugno Viola deve presentare a Bruxelles. E il Tandem ha bisogno di incassare l’approvazione della Commissione e della Bce perché i 4,07 miliardi dei Monti bond sono già stati utilizzati dagli amministratori senesi. Misteri della finanza, come quando Mussari chiuse l’operazione Antonveneta a maggio 2008 e il benestare della Banca d’Italia arrivò a ottobre, quando i soldi erano già all’estero e non si sarebbe potuti tornare indietro nelle decisioni in alcun modo. La banca ha rifiutato di commentare le indiscrezioni sul prossimo CdA.
Nel piano industriale ci sarà anche l’avviso di convocazione di una Assemblea straordinaria (la terza in dieci mesi), da svolgersi entro fine luglio, a cui sottoporre l’eliminazione del vincolo del 4%: lo esigono le regole di cambiamento previste dallo statuto. La Commissione Ue vorrà essere sicura che anche Rocca Salimbeni si aprirà al libero mercato: chissà se chiederà la modifica dell’esclusiva riservata a Profumo dall’assemblea straordinaria del 9 ottobre 2012 e permetterà a chi voglia di versare il miliardo di capitale richiesto. Non è un aspetto secondario: al giorno d’oggi con una capitalizzazione di 2,579 miliardi di euro (fonte: Borsa Italiana) un miliardo corrisponde ad una quota leggermente superiore a quella detenuta dalla Fondazione. Ma l’apertura al libero mercato è solo un esercizio teorico, ci sono sempre 4,07 miliardi da rimborsare allo Stato italiano e chi è fuori dalle grazie della politica nazionale si tiene alla larga dall’istituto di credito in attività più antico del mondo.