La crisi libica non minaccia le forniture ma la disponibilità di petrolio non mette i paesi consumatori al riparo da aumenti del prezzo del greggio
ROMA. (Adnkronos/Ign) – Nel II semestre 2010 le imprese italiane hanno pagato prezzi dell’elettricità superiori del 26% alla media Ue per tutte le classi di consumo, al lordo delle imposte. E’ quanto si legge nella relazione annuale dell’Autorità per l’Energia che è stata presentata oggi alla Camera dal presidente dell’Authority, Guido Bortoni. Dalla relazione emerge inoltre che si riduce il divario con l’Ue per le famiglie con alti consumi di elettricità. Le famiglie italiane con bassi consumi, si rileva nella relazione, ”pagano l’energia elettrica ad un prezzo inferiore del 12% al lordo delle imposte, rispetto ai livelli medi europei. Si può stimare che il 60% delle famiglie italiane residenti (escludendo quindi le seconde case), con consumi annui inferiori a 2.500 kWh, paghi per l’elettricità prezzi più bassi della media europea”.
Per i consumi più elevati, sottolinea l’Authority, ”l’Italia presenta prezzi lordi dell’energia elettrica relativamente più elevati della media europea (+12,3% al lordo imposte), sebbene il divario si sia attenuato rispetto al passato”.
Quanto alla crisi libica, si legge nella relazione, non minaccia le forniture ma la disponibilità di petrolio non mette i paesi consumatori al riparo da aumenti, pure sostenuti, del prezzo del greggio.
Nel corso della sua relazione annuale il presidente Bortoni ha detto che l’Autorità per l’Energia è pronta ad intervenire sulle attivazioni non richieste di contratti di vendita: se non si arriverà ad un intervento condiviso con gli operatori, l’Authority è pronta ad agire da sola. Nei mercati liberi, ha rilevato, ”è da tempo presente una patologia più deleteria di altre per lo sviluppo e la credibilità della concorrenza: quella dell’attivazione di contratti di vendita non richiesti. Si tratta di un fenomeno particolarmente odioso perché più di altri contiene un esplicito elemento di malafede e di fraudolenza che rende il consumatore diffidente nei confronti del mercato libero e delle imprese che vi operano”.
Nella relazione il presidente dell’Authority ha inoltre rimarcato che un contributo alla crescita del paese può arrivare dallo sviluppo di un sistema energetico ambientalmente sostenibile. Il settore dell’energia, ha rilevato Bortoni, ”può giocare un ruolo fondamentale per la ripresa dello sviluppo: non più solo indirettamente, attraverso la riduzione del costo degli input energetici – da perseguire comunque attraverso un aumento dell’efficienza, della concorrenza e delle infrastrutture di interconnessione e di adduzione – ma anche direttamente, grazie all’effetto-volano per l’intera economia che può venire dagli investimenti nel settore”.
Ancor di più, ha sottolineato Bortoni, ”può contribuire alla crescita del Paese lo sviluppo di un sistema energetico ambientalmente sostenibile. Perché ciò possa avvenire, però, è necessario che l’impulso agli investimenti in questo settore sia tale da indurre uno sviluppo regolare, non caotico, non artatamente sostenuto (se non nella fase iniziale) e, soprattutto, equilibrato nell’allocazione delle risorse, così da trainare e supportare lo sviluppo dell’intera filiera nazionale della cosiddetta green economy”.
E quest’anno l’Authority ha deciso di mostrare l’esempio con una relazione ‘green’. La relazione dell’Autorità, infatti, è stata presentata in versione ‘verde’, all’insegna del risparmio e dell’efficienza energetica. I tradizionali volumi non sono stati stampati, ma sostituiti da una chiave Usb, con un risparmio di 2.500 kg di carta, 1.100.000 litri d’acqua e di circa 3 tonnellate di emissioni di CO2; gli altri materiali sono stati realizzati con carta e supporti ecologici.