"No alle politiche di esternalizzazione dei lavoratori"
La responsabilità degli errori compiuti – i cui frutti avvelenati sono stati squadernati nei mesi scorsi sui media nazionali con grande enfasi – ricade essenzialmente sul PD, e il non aver voluto affrontare in tempo una coerente e trasparente discussione sul ruolo della fondazione come azionista della banca ha indebolito patrimonialmente la stessa fondazione, oltre a consentire ogni libertà alla pessima gestione di MPS. L’arroccamento della Fondazione al 51%, cavallo di battaglia di Franco Ceccuzzi nella campagna elettorale di due anni fa, si è rivelato essenzialmente uno stratagemma per controllare il consenso e utilizzare la banca per meri scopi politici.
È indubbio che in questo momento la banca necessiti di una spinta forte per risollevarsi, ma in direzione contraria a quella voluta da Profumo. Occorrono garanzie per la clientela e per i lavoratori, mentre la città necessita di un rinnovato rapporto tra fondazione e banca, tra banca e territorio.
Ogni seria riflessione sull’argomento deve partire da due inderogabili presupposti: bloccare il piano delle esternalizzazioni e preservare il tetto del 4%. Ci sembra infine naturale che un eventuale nuovo socio della banca debba essere scelto in accordo con l’azionista Fondazione MPS, non in base alle esigenze del presidente della banca.
Chiediamo ai senesi di respingere le velleità di Valentini e di esprimere un voto di radicale rottura con il passato a sostegno della nostra lista e di Laura Vigni, per un Comune davvero autorevole e per una Fondazione libera, non più vittima di accordi sottobanco.
Siena si muove