Il candidato sindaco Valentini dice che i costi di gestione vanno pagati
Questo l’intervento di Bruno Valentini relativo all’appello per difendere l’acqua come bene pubblico e comune, in cui il candidato sindaco del centrosinistra interviene in favore dei valori che stanno alla base della proposta ma ritiene indispensabile ragionare su come coprire i costi di gestione del servizio idrico, per evitare l’interruzione del servizio .
“Io ho sostenuto i due referendum (a differenza di gran parte della compagine che appoggia Neri), facendo anche da relatore a diverse iniziative pubbliche di sostegno. il primo quesito ha cancellato la norma che affidava la gestione dei servizi pubblici locali (acqua, rifiuti, trasporti) a società pubbliche, private o miste attraverso una gara d’appalto. Avendo la società Acquedotto del Fiora già fatto la gara (con durata 25 anni), il referendum non influisce sulla situazione attuale”.
“Il secondo quesito evita che i gestori di servizio idrico ricevano il 7% del capitale investito come remunerazione per lo sforzo economico fatto. Anche questo punto non riguarda il Fiora, perché la società è stata finanziata dalle banche (per gli ingenti investimenti sugli acquedotti e sulla depurazione) a condizione che non vengano distribuiti utili, che quindi rimangono come autofinanziamento. Va chiarito che i gestori, siano essi pubblici o privati, non riceveranno più il 7% del capitale investito ma hanno diritto per legge alla «copertura integrale dei costi di investimento», perché altrimenti salta tutto, è il fallimento totale”.
“Poiché i costi di gestione qualcuno li deve pagare, se non lo si fa attraverso le tariffe occorre attingere alla fiscalità, cioè alle tasse a carico dei cittadini. Dobbiamo quindi capire come coprire questi costi. Se si preferisce una bolletta dell’acqua più economica (si tenga conto che la media nazionale è la metà di quella europea) scarseggeranno fondi pubblici per altri servizi od opere pubbliche. Oppure si chiede alla società di gestione di investire sul potenziamento degli acquedotti, sull’estensione di fognature e depurazione, sulla ricerca di altri fonti di approvvigionamento. Bisognerà anche essere rigorosi sul funzionamento delle società, riducendo numero e compensi degli amministratori. Inoltre occorre una maggiore consapevolezza nell’uso del bene, evitando sprechi inutili”.
“I privati comunque non hanno alcun potere decisionale sulle tariffe, perché spetta all’Autorità pubblica indipendente. Il consorzio dei Comuni di Siena e Grosseto ha comunque deciso nel recente passato di restituire agli utenti non depurati il canone appunto della depurazione e siamo l’unico Ambito d’Italia che ha riconosciuto tale diritto senza bisogno di avanzare la relativa richiesta, visto che in Italia non esiste nessun altro territorio che attribuisce questo diritto al risarcimento in maniera automatica”.