Il candidato sindaco vuole valorizzare subito le enormi potenzialità di Siena
A questo scopo è indispensabile tornare, aggiornandolo, al progetto originario, partorito negli anni ’90, che voleva trasformare l’antico Spedale in un grande centro polifunzionale di produzione legato all’arte, al restauro, agli studi, alle tecnologie applicate, alla formazione, alle esposizioni, così come una sede di attività ricettive e commerciali, in grado di creare per gli operatori e per gli ospiti uno spazio integrato da vivere, non solo da visitare. Una vera e propria fabbrica per le culturedove modi diversi di produrre e linguaggi diversi si devono e si possono incontrare. Un progetto che nella proposta gestionale ribadisca che l’esposizione è il risultato di un percorso produttivo che crea lavoro e rilancia il territorio in cui lo Spedale e la sua antica rete organizzativa è storicamente insediato.
Per fare tutto ciò è necessario che l’amministrazione comunale recuperi il ruolo che le spetta, quello di committente capace, intelligente e lungimirante. Un Comune che non subisca le pressioni di organizzazioni che operano in questo settore che considerano il bene culturale, anche quello di proprietà pubblica, come semplice oggetto speculativo finalizzato all’interesse privato. Queste organizzazioni non fanno che riproporre rendite di posizione, di cui Siena è vittima, che non prevedono un rilancio innovativo e occupazionale all’altezza dei tempi di crisi e in grado di anticipare il futuro. Soltanto un ampio progetto sarà capace di attrarre i capitali privati necessari al rilancio del Santa Maria della Scala e di parte consistente dell’economia senese. Capitali che devono trovare nell’investimento a Siena una reale valorizzazione che non è detto debba per forza essere legata agli aspetti economici. È sempre necessario tener conto dell’immagine che operazioni mirate possono creare per gli investitori in uno spazio di grande prestigio, dove la storia si sedimenta diacronicamente dall’età classica ai nostri giorni. Dove, altresì, un forte committente pubblico e alcuni selezionati interessi privati devono essere capaci di non interrompere una storia, ma continuare a progettare per anticipare il futuro creando lavoro.
La dimensione internazionale del Santa Maria della Scala richiede inoltre una direzione di grande valore professionale che superi il localismo, che sappia dialogare con le istituzioni internazionali di pari livello, che introduca sistemi di previsione gestionali e di controllo operativo che faccia del bilancio il vero strumento di governo.
Lo sviluppo di buona parte dell’economia senese, come quella del turismo e della sua riqualificazione, passa per il rilancio intelligente del Santa Maria della Scalache costituisce, nonostante tutto e gli errori fatti nel passato, una occasione unica. L’antico Spedale può rappresentare per l’intero Paese un vero laboratorio dove si può dimostrare cheil bene culturale è capace di generare reddito e occupazionese non è relegato a semplice oggetto, ma inserito in un processo di valorizzazione complessivo che fa del territorio un asset vincente. Questa è la sfida che mi sento di lanciare e sulla quale mi impegno fin da subitosenza aspettare le “novelle” del 2019di un gruppo dirigente, come quello del PD, che ha sprecato occasioni e mortificato professionalità.
Marco Falorni – Candidato sindaco di Impegno per Siena