di Fabrizio Pinzuti
PIANCASTAGNAIO. Nella calza della Befana quest'anno i Pianesi – e tutti i cittadini dell'Amiata – potrebbero trovare un regalo a lungo atteso: il termodotto che, partendo dalla centrale dell'Asca (denominata dai tecnici PC3), dovrebbe servire tutta la zona industriale di Casa del Corto, dove sorgono anche le serre di Floramiata, con notevole vantaggio per le aziende interessate (che potrebbero così fruire di calore ed energia sempre disponibili e a un prezzo abbordabile), e per il paese di Piancastagnaio, che potrebbe liberarsi della vetusta ed obsoleta centrale della Madonnella (PC2), che continua a emettere il suo pennacchio bianco di fumo e di altre emissioni a ridosso del paese e che non può essere dimessa perché attualmente costituisce l'unico punto di approvvigionamento di vapore per le serre.
Per essere più precisi nella calza della Befana i Pianesi non trovano un nuovo impianto ma un segmento di quella lunga retta che si chiama termodotto, tanto lunga da costituire una snervante storia infinita o, come qualcuno l'ha voluta definire, la favola bella della geotermia dell'Amiata. Ancora più esattamente con l'approvazione del decreto 6582 del 22 dicembre 2009), a firma del dirigente del settore miniere ed energia della regione Toscana, l'Enel potrà dare avvio allo stralcio funzionale, comunque sottoposto a valutazione di impatto ambientale (V.I.A.), per alcune opere di riassetto e di riqualificazione del comparto geotermico. Una volta realizzato il termodotto passerà in proprietà all'amministrazione Comunale in base all'accordo generale sulla geotermia sottoscritto da Enti Locali Territoriali, Regione Toscana ed Enel il 20.12.2007. I due anni trascorsi tra i due provvedimenti danno comunque un'idea dei tempi tecnici, burocratici e amministrativi, necessari; l'autorizzazione regionale è giunta a seguiti dei pareri ricevuti, nella conferenza dei servizi, dal Comune di Piancastagnaio, dalla provincia di Siena, dalla Comunità Montana Amiata Val D'Orcia, dall'Autorità di bacino del fiume Tevere, dalla Sovrintendenza Archeologica della Toscana, e dei contributi tecnici forniti dall'Agenzia regionale per l'Ambiente (ARPAT). Il decreto regionale destina l'area della ex centrale di Bellavista (PC5) a struttura logistica di supporto delle attività geotermiche e impegna il colosso dell'energia ENEL all'istallazione nella centrale dei Paicci (PC4) di un impianto AMIS (abbattitore di mercurio e idrogeno solforato) e di accorgimenti sulle torri di raffreddamento delle centrali per condensare i vapori di emissione.
A garanzia della corretta realizzazione delle opere autorizzate, delle prescrizioni di ripristino ambientale e del rispetto dei tempi previsti, l'Enel ha sottoscritto una fideiussione di 300mila euro depositata presso gli uffici regionali.
Se son rose… fioriranno.
PIANCASTAGNAIO. Nella calza della Befana quest'anno i Pianesi – e tutti i cittadini dell'Amiata – potrebbero trovare un regalo a lungo atteso: il termodotto che, partendo dalla centrale dell'Asca (denominata dai tecnici PC3), dovrebbe servire tutta la zona industriale di Casa del Corto, dove sorgono anche le serre di Floramiata, con notevole vantaggio per le aziende interessate (che potrebbero così fruire di calore ed energia sempre disponibili e a un prezzo abbordabile), e per il paese di Piancastagnaio, che potrebbe liberarsi della vetusta ed obsoleta centrale della Madonnella (PC2), che continua a emettere il suo pennacchio bianco di fumo e di altre emissioni a ridosso del paese e che non può essere dimessa perché attualmente costituisce l'unico punto di approvvigionamento di vapore per le serre.
Per essere più precisi nella calza della Befana i Pianesi non trovano un nuovo impianto ma un segmento di quella lunga retta che si chiama termodotto, tanto lunga da costituire una snervante storia infinita o, come qualcuno l'ha voluta definire, la favola bella della geotermia dell'Amiata. Ancora più esattamente con l'approvazione del decreto 6582 del 22 dicembre 2009), a firma del dirigente del settore miniere ed energia della regione Toscana, l'Enel potrà dare avvio allo stralcio funzionale, comunque sottoposto a valutazione di impatto ambientale (V.I.A.), per alcune opere di riassetto e di riqualificazione del comparto geotermico. Una volta realizzato il termodotto passerà in proprietà all'amministrazione Comunale in base all'accordo generale sulla geotermia sottoscritto da Enti Locali Territoriali, Regione Toscana ed Enel il 20.12.2007. I due anni trascorsi tra i due provvedimenti danno comunque un'idea dei tempi tecnici, burocratici e amministrativi, necessari; l'autorizzazione regionale è giunta a seguiti dei pareri ricevuti, nella conferenza dei servizi, dal Comune di Piancastagnaio, dalla provincia di Siena, dalla Comunità Montana Amiata Val D'Orcia, dall'Autorità di bacino del fiume Tevere, dalla Sovrintendenza Archeologica della Toscana, e dei contributi tecnici forniti dall'Agenzia regionale per l'Ambiente (ARPAT). Il decreto regionale destina l'area della ex centrale di Bellavista (PC5) a struttura logistica di supporto delle attività geotermiche e impegna il colosso dell'energia ENEL all'istallazione nella centrale dei Paicci (PC4) di un impianto AMIS (abbattitore di mercurio e idrogeno solforato) e di accorgimenti sulle torri di raffreddamento delle centrali per condensare i vapori di emissione.
A garanzia della corretta realizzazione delle opere autorizzate, delle prescrizioni di ripristino ambientale e del rispetto dei tempi previsti, l'Enel ha sottoscritto una fideiussione di 300mila euro depositata presso gli uffici regionali.
Se son rose… fioriranno.