A farla da padrone non poteva che essere Mario Cardinali, direttore del Vernacoliere
di Michele Longo
LUCCA. Seconda giornata all’insegna della satira, in una Lucca letteralmente invasa da gente di tutte le età. Le strette vie del centro davano l’impressione di un vero e proprio tappeto umano con migliaia di giovani che si sono divertiti a sfoggiare i costumi dei propri eroi dei fumetti e dei videogames.
Gli incontri della seconda giornata del Lucca Comics sono stati all’insegna del giornalismo sotto forma di fumetto. A fare da padrone non poteva che esserci Mario Cardinali, direttore del Vernacoliere, che ha presentato il nuovo libro “Berlusconi cià rotti i……”. Il libro, che raccoglie le prime pagine più belle dello storico mensile satirico livornese, è stato fatto proprio per ripercorrere il cammino intrapreso da Max Greggio negli anni ’70, nel tentativo di fare del giornalismo utilizzando il potere della satira. Dal titolo “Madonna Trogolona” (titolo del Vernacoliere dopo una serie di scatti osè della cantante), finito con un’assoluzione in tribunale dopo una causa mossa dal Vaticano, al “Era meglio un Papa pisano”, Cardinali ha
Cardinali: “E’ la forza di indignarsi, di sentirsi libero di dire ciò che si pensa. Noi alla fine facciamo giornalismo”
raccontato come nascono un titolo e una prima pagina di un mensile di fumetti satirici.
“La satira – spiega Mario Cardinali al Cittadino Online – è semplicemente vedere la realtà. Un esercizio critico dell’intelligenza, una passione civile che permette di affrontare certi temi con leggerezza in modo che tutti possano comprenderli.” Secondo Cardinali, ogni personaggio fumettistico raffigurato sul Vernacoliere rappresenta un qualcosa che è presente nella nostra società. “Il Troio per esempio – continua il direttore – è un personaggio che rappresenta quella che possiamo chiamare satira sociale. E’ un giovane senza arte né parte, che vive a spese dei suoi genitori, che non ha voglia di fare nulla e che non deve essere assolutamente confuso con chi durante questi ultimi tempi viene chiamato bamboccione. Rappresenta il ragazzo che vuole rimanere in famiglia, perché sa di non avere nessuno spazio fuori da questo contesto e perché sta troppo bene li dentro.”
Non poteva mancare neanche una battutta sugli ultimi eventi di cronaca, sulle nuove feste di Arcore e sul nuovo tormentone del Bunga Bunga: “Io lo faccio da una vita! Adesso è diventato famoso perché lo fa Berlusconi, ma con la mi moglie è na vita che si fa”.
In conclusione Cardinali pone l’accento sullo stimolo che gli permette di continuare a fare questo lavoro divertendosi come se fosse il primo giorno: “E’ la forza di indignarsi, di sentirsi libero di dire ciò che si pensa. Noi alla fine facciamo giornalismo. Cambiamo il contesto del fatto di cronaca e ne creiamo uno immaginario, ma alla fine si tratta solo di una maneira diversa di dare le notizie.