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A Siena, in particolare, il 13 novembre dello scorso anno, si era verificata la manomissione di due casse continue installate all’esterno di due distinte filiali della città della Banca Monte dei Paschi di Siena. In un caso, chi aveva manomesso l’apparecchiatura era riuscito a recuperare i contenitori con i soldi depositati da ignari correntisti che avevano effettuato le relative operazioni automatiche di versamento per un ammontare complessivo di circa 7.000 euro, mentre l’altra manomissione aveva determinato l’inceppamento dei meccanismi automatici della cassa continua, che era per questo andata in avaria. In entrambe le circostanze, gli uomini della Squadra Mobile di Siena, diretti dal Vice Questore Aggiunto Sabatino Fortunato, avevano recuperato i congegni meccanici ed elettronici utilizzati per realizzare le azioni delittuose.
Attraverso una microcamera con relativo trasmettitore radio, le operazioni di versamento venivano riprese e visionate a distanza, mentre un ingegnoso sistema di calamite, ganci, cavi e cilindretti impediva al contenitore del denaro versato di passare, dopo essere stato riposto nel cassetto che normalmente si apre e si richiude durante le fasi delle operazioni, nel successivo condotto comunicante con la cassaforte. Conclusa l’operazione ed allontanatosi chi l’aveva effettuata, il contenitore con il denaro versato veniva recuperato attraverso il sistema di calamite, ganci, cavi e cilindretti che ne aveva impedito il trasferimento nella cassaforte e che lo aveva bloccato nel cassetto superficiale della cassa continua.
Convinti di trovarsi di fronte a “professionisti”, gli uomini della Squadra Mobile senese, nel quadro del più ampio scambio informativo con i colleghi del resto d’Italia, hanno rilevato che vicende analoghe si erano verificate anche in altre province. Numerosi casi, precedenti anche a quelli registrati a Siena, si erano verificati, ad esempio, a Trento, di altri c’era traccia a Bolzano, altri ancora ce ne erano a Perugia. In tutti i casi erano disponibili le immagini del sistema di video sorveglianza delle banche prese di mira e, benché non tutti i filmati fossero chiari, emergeva che ad agire era sempre la stessa persona.
La svolta alle indagini l’ha impressa l’analisi e la comparazione delle fotografie dei pregiudicati noti a livello nazionale come dediti a reati del genere. È così che gli investigatori della Squadra Mobile di Siena sono riusciti ad individuare il responsabile dei fatti in Antonio Cozzuto, che, infatti, già il 5 gennaio 2007 era stato fermato in auto a Chiusi, presso il casello autostrade, ed era stato trovato in possesso di tutto l’occorrente per manomettere le casse continue delle filiali bancarie.
La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Siena, per i due episodi verificatisi in città, ha emesso decreto di perquisizione a carico dell'uomo, mentre il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Trento, per i fatti lì commessi, ha emesso nei suoi confronti ordinanza di custodia cautelare in carcere perché responsabile di vari furti aggravati continuati commessi con modalità analoghe in quella provincia.
A Genova, dove Cozzuto si era da tempo stabilito con la famiglia, gli uomini della Squadra Mobile senese, in collaborazione con i colleghi di Trento e del Capoluogo ligure, hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, associando l’uomo alla Casa Circondariale di Genova a disposizione delle Autorità Giudiziarie che in varie località del territorio nazionale stanno procedendo sul suo conto. Tuttavia, non è stato tratto in arresto solo per la misura cautelare emessa nei suoi confronti dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Trento, ma anche in flagranza di reato, poiché è emerso che, da tempo sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel comune di Volla (NA), irrogatagli nel giugno 2008 dal Tribunale di Genova in quanto ritenuto persona pericolosa in virtù dei numerosi precedenti penali e di polizia a carico, violava le prescrizioni connesse a tale misura, essendosi allontanato da Volla (NA). Inoltre, è stata effettuata la perquisizione disposta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Siena.
Proprio la perquisizione ha permesso di raccogliere prove schiaccianti che inchiodano il malvivente alle sue responsabilità, poiché in casa gli è stato trovato tutto l’occorrente per la manomissione delle casse continue degli sportelli bancari, i capi di vestiario che indossava nelle immagini registrate dai circuiti di video sorveglianza installati presso le casse continue manomesse, nonché la somma di denaro di 13.000 euro, accuratamente nascosta nella cassetta del contatore del gas metano ed evidentemente frutto degli ultimi colpi messi a segno.