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SIENA. Restano numerosi interrogativi nell'omicidio del giovane albanese di 27 anni raggiunto da diversi colpi di pistola nella tarda serata di domenica (21 febbraio) mentre stava rientrando nel suo appartamento ad Arbia Scalo, frazione del comune di Asciano.
Le immediate indagini messe in campo dai carabinieri di Siena, che poche ore dopo il delitto avevano già ascoltato il fratello, la cognata ed alcuni conoscenti della vittima, al momento non lasciano trapelare le ragioni che possono aver fatto cadere il giovane albanese nelle maglie di quella che pare essere stata una "resa dei conti" o una "vendetta". Lorenz Lamia aveva un regolare permesso di soggiorno, ed un lavoro saltuario come cameriere in un locale di Siena e la sua vita, al momento, non mostra legami espliciti con ambienti malavitosi.
Queste le modalità dell'agguato: uno o forse più killer sono arrivati nella frazione con una monovolume, con la quale, dopo aver ucciso il giovane albanese, si sono dati alla fuga. Il mezzo è stato poi ritrovato in nottata vicino al cimitero completamente distrutto dal fuoco e senza targa. Il che rende ancora più difficili le indagini.
Ecco gli ingredienti di un assassinio che, al momento, non trova una spiegazione e che potrebbe avere moventi in ambienti disparati. Droga il cui traffico resta fiorente anche a Siena, oppure il racket dello sfruttamento della prostituzione. O, infine, un regolamento di conti per qualche episodio accaduto in passato in Albania.
Non potevano certo mancare le reazioni politiche alla vicenda.
A partire dal sindaco di Asciano, Roberto Pianigiani che ha commentato la drammatica vicenda: "Si tratta di un fatto riprovevole che mi lascia un profondo sconcerto. Ciò che è accaduto preoccupa me quanto l’intera comunità e confido nel lavoro delle forze dell’ordine affinché questo o questi delinquenti siano assicurati quanto prima alla legge. A nome dell’amministrazione e di tutti i cittadini – prosegue il sindaco di Asciano – voglio esprimere le condoglianze a familiari, amici e conoscenti di Lorenc che, ormai da diverso tempo, viveva ad Arbia. Nella frazione ci sono circa 90 residenti di origine albanese e gran parte di loro sono assolutamente ben integrati nella vita sociale del paese. Anche e soprattutto per questo motivo quanto avvenuto la sera di domenica è un fatto gravissimo che non può e non deve minare la sicurezza pubblica e, al contempo, quel processo di integrazione che è e deve restare alla base del vivere quotidiano ad Arbia come su tutto il territorio ascianese. Non è questo il momento di falsi processi, allarmismi o illazioni su quanto accaduto. Come primo cittadino non posso tollerare che questo territorio sia teatro di una così spietata violenza e confido in tutte le autorità e le forze d’ordine preposte al controllo e alle indagini garantendo l’impegno di questa amministrazione a collaborare affinché la giustizia faccia il suo corso. In prima persona – ha concluso il primo cittadino di Asciano – mi impegno a seguire da vicino gli sviluppi della vicenda in costante e continuo contatto con chi, fin da subito, si è messo al lavoro per le indagini".