Il candidato di IpS tocca anche tutti i temi caldi
SIENA. Era fine primavera del 1988: io (PSI) e Luca Bonechi (PCI) scrivemmo l’impianto programmatico su cui, di lì a poco, sarebbe nata la giunta di programma, appunto, del Comune di Siena. Se la memoria non mi falla fu in quel documento che per la prima volta si previde la necessità di favorire la nascita, nella nostra città, di spazi di sperimentazione e/o aggregazione musicale per i giovani. Da allora, immancabilmente, ad ogni campagna elettorale, in forme più o meno mutate, questo obiettivo – che non fu mai realizzato – viene riproposto.
Ci sono temi che come fiumi carsici scorrono sotterranei nella politica senese, per riaffiorare solo in tempo di elezioni, inabissandosi subito dopo: la musica per i giovani, il parco di Costalpino, l’abbattimento delle barriere architettoniche, il centro congressi… In questi giorni si è acceso un dibattito circa l’opportunità di veder sorgere a Siena locali di tendenza per i giovani, dove incontrarsi per ascoltare o fare musica. Per la verità nessuno ha auspicato la nascita di un tale locale nel centro di Siena, cioè in un luogo densamente abitato, il che sarebbe follia; ma subito altri sono insorti paventando la trasformazione del Campo in una discoteca a cielo aperto e immaginando orde di lanzichenecchi sciamare dai diabolici antri rock per mettere a ferro e fuoco la città.
E’ giusto che gli abitanti del centro storico e dei quartieri residenziali siano tenuti al riparo da eccessi di inquinamento acustico, già quello che c’è non è poco. Ma è anche giusto evitare che i ragazzi di Siena o i nostri studenti debbano per forza migrare fuori Comune per ascoltare un po’ di musica e per ballare. Un locale di questo tipo potrebbe benissimo sorgere nella nostra periferia non residenziale (Massetana, Toselli, eccetera) e magari essere collegato col centro città da un servizio di navette. Il problema è che, con i tempi che corrono, non è possibile pensare che una tale intrapresa possa sorgere per iniziativa pubblica. La palla starebbe ai privati.
Ma a questo riguardo si deve aprire un altro campo di riflessione: come mai oggi per trovare un locale del genere bisogna andare fuori dal nostro Comune? Come mai da Siena dobbiamo percorrere decine di chilometri per trovare un cinema multisala o un out-let? Come mai è così difficile o avventuroso in questa città aprire certi generi di esercizi in certe aree? La mia sensazione è che tra i mali che hanno afflitto Siena fino ad oggi, esistita anche una certa forma di protezionismo a vantaggio di alcuni e a danno di molti. Una mano morta che grazie a compiacenze del potere politico ha frenato le possibilità di espansione economica della città. Ripeto: si tratta di una sensazione, ma condivisa da molti.
Chi andrà ad amministrare Siena nel prossimo futuro dovrà porsi anche questo obiettivo: una vera e profonda liberalizzazione del tessuto economico della città, che liberi energie, favorisca opportunità e produca lavoro.
Fausto Tanzarella