"Come stupire con effetti speciali ma pochi risultati concreti"
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SIENA. All’Azienda Ospedaliera è in corso una profonda ristrutturazione di due importanti discipline: le Malattie Infettive e i suoi due reparti, i cui margini di cambiamento sono ancora incerti e insondabili e la Chirurgia Generale, percorso, invece, in via di perfezionamento definitivo. Intendiamo svolgere un’analisi approfondita delle proposte. La tradizione dell’Infettivologia della nostra città è solida e qualificata, sia nella sua espressione Ospedaliera, che in quella Universitaria. I suoi padri nobili del passato, il prof. Boggiano e il prof. Rossolini, quelli più recenti la dott.ssa Marchi e il dott. Pippi, sono molto vivi nella memoria sanitaria senese. Stessa alta qualità e autorevolezza degli attuali dirigenti il prof. De Luca e il dott. Almi. L’organizzazione di questa disciplina ha consentito ottimi risultati sulle gravi infezioni nosocomiali rispetto ad altri grossi ospedali quali Careggi di Firenze e il S.Chiara di Pisa, per l’accuratezza dei percorsi preventivi ed identificativi messi in atto. Questa organizzazione, altresì, ha consentito di costruire per gli epatopatici cronici e i malati di AIDS, un sicuro punto di riferimento, alle Scotte e risposte alla loro condizione di malati cronici e, molto spesso, socialmente fragili: tossici, ex tossici, carcerati, trapiantati d’organo. L’affermarsi di un mondo multietnico, presenta, inoltre nuove emergenze infettivologiche, come i numerosi casi tubercolosi, anche atipica, o di salmonellosi, ne territori ad alta densità di migrazione, come in Val d’Elsa. Nel progetto di ristrutturazione, si parla di una presunta diminuzione dei posti letto, con conseguente riassegnazione degli stessi: 10 alle malattie infettive Universitarie e 4 a quelle Ospedaliere, senza riferimento alcuno al cambiamento dei profili clinici assistenziali che fanno capo ai due reparti: cosa cambia per la collettività?
Qual è il destino del patrimonio tecnico umano che l’Infettivologia delle Scotte, con i suoi medici e i suoi infermieri rappresenta?
I malati di fegato e di AIDS, attualmente in carico alle Malattie Infettive Ospedaliere, quale nuovo interlocutore avranno? L’Azienda Ospedaliera deve rispondere con puntualità a questi interrogativi garantendo alla collettività gli stessi livelli assistenziali del presente.
Tutto ciò che funziona, in Sanità va sostenuto, non smontato e disperso ..in nome di una presunta modernità o di un generico risparmio.
Per il riordino dei percorsi assistenziali della Chirurgia Generale si sono scomodati toni iperbolici, da vera “rivoluzione copernicana”. In realtà la diversificazione tra percorso degli interventi urgenti e quelli programmati, in Chirurgia, sta nelle cose: da sempre nella storia della sanità, gli interventi urgenti vengono fatti il prima possibile, sennò sono guai.
Aver perfezionato il percorso fisico, oltre che concettuale, dell’urgenza e della programmazione, è sicuramente un valore aggiunto, ma altre sono le incertezze; nell’arco di tre anni, l’attuale generazione storica dei chirurghi di Chirurgia Generale, andrà in pensione: qual’è la futura progettualità? Il chirurgo generale è una delle principali figure di riferimento territoriale. Quale il ricambio delle “avanguardie chirurgiche”? Allievi locali o l’incognita dei trasferimenti per “mobilità”, tanto amati dalle Regioni?
Solo in minima parte i percorsi sanitari, ancorché accurati, o persino sofisticati, si traducono, di per sé, in qualità sanitaria collettiva; quello che veramente conta è la squadra sanitaria, gli operatori, le loro professionalità e competenza, il loro sapere e il valore della loro formazione, la progressione di un’esperienza: c’è per esempio finalmente lo sviluppo della chirurgia robotica e il perfezionamento di quella endoscopica? Ecco un ipotetico valore aggiunto!
Purtroppo, la percezione rimane sempre la stessa: quando si parla di sanità si ricorre a “polvere di stelle” o ad “effetti speciali”, come le operazioni “Pronto Soccorso” e “Robotica” fatte nel corso della campagna elettorale del 2011. Non si sono mai privilegiati fino in fondo i progetti durevoli e stabili, casomai meno pirotecnici, che avrebbero qualificato davvero la sicurezza sanitaria di una collettività e migliorato il vivere.
Qual è il destino del patrimonio tecnico umano che l’Infettivologia delle Scotte, con i suoi medici e i suoi infermieri rappresenta?
I malati di fegato e di AIDS, attualmente in carico alle Malattie Infettive Ospedaliere, quale nuovo interlocutore avranno? L’Azienda Ospedaliera deve rispondere con puntualità a questi interrogativi garantendo alla collettività gli stessi livelli assistenziali del presente.
Tutto ciò che funziona, in Sanità va sostenuto, non smontato e disperso ..in nome di una presunta modernità o di un generico risparmio.
Per il riordino dei percorsi assistenziali della Chirurgia Generale si sono scomodati toni iperbolici, da vera “rivoluzione copernicana”. In realtà la diversificazione tra percorso degli interventi urgenti e quelli programmati, in Chirurgia, sta nelle cose: da sempre nella storia della sanità, gli interventi urgenti vengono fatti il prima possibile, sennò sono guai.
Aver perfezionato il percorso fisico, oltre che concettuale, dell’urgenza e della programmazione, è sicuramente un valore aggiunto, ma altre sono le incertezze; nell’arco di tre anni, l’attuale generazione storica dei chirurghi di Chirurgia Generale, andrà in pensione: qual’è la futura progettualità? Il chirurgo generale è una delle principali figure di riferimento territoriale. Quale il ricambio delle “avanguardie chirurgiche”? Allievi locali o l’incognita dei trasferimenti per “mobilità”, tanto amati dalle Regioni?
Solo in minima parte i percorsi sanitari, ancorché accurati, o persino sofisticati, si traducono, di per sé, in qualità sanitaria collettiva; quello che veramente conta è la squadra sanitaria, gli operatori, le loro professionalità e competenza, il loro sapere e il valore della loro formazione, la progressione di un’esperienza: c’è per esempio finalmente lo sviluppo della chirurgia robotica e il perfezionamento di quella endoscopica? Ecco un ipotetico valore aggiunto!
Purtroppo, la percezione rimane sempre la stessa: quando si parla di sanità si ricorre a “polvere di stelle” o ad “effetti speciali”, come le operazioni “Pronto Soccorso” e “Robotica” fatte nel corso della campagna elettorale del 2011. Non si sono mai privilegiati fino in fondo i progetti durevoli e stabili, casomai meno pirotecnici, che avrebbero qualificato davvero la sicurezza sanitaria di una collettività e migliorato il vivere.
Laura Vigni e Antonella Buscalferri