"La città deve poter scegliere dopo l'insediamento del nuovo consiglio comunale"
«Anche per quello che riguarda le modifiche allo statuto della banca, mi riferisco al limite di partecipazione azionaria-diritto di voto del 4 per cento per i soci – continua Valentini – la Fondazione non deve prendere decisioni prima dell?insediamento del nuovo consiglio comunale. Non parlo per conto della politica che vuole continuare a determinare le scelte strategiche della banca. Lo chiede Siena, tutti i senesi, che vogliono vedere rappresentati i propri diritti nel processo di rinnovamento della banca attraverso la consultazione delle principali istituzioni, ed in primo luogo del futuro consiglio comunale. Certamente il nuovo Statuto andrà integrato con precise indicazioni sulle competenza e sulla indipendenza dei futuri amministratori, da ridurre nel numero e nel compenso».
«In un momento cruciale per il futuro della città – spiega il candidato sindaco del Centrosinistra – dobbiamo mettere in campo tutte le risorse possibili per salvare la Fondazione minacciata dai troppi debiti e mantenere il governo della banca a Siena. Mi auguro che che la Deputazione acceleri sull?azione di responsabilità per i danni arrecati al suo patrimonio arrivando presto al voto così come ha fatto l?assemblea dei soci della banca. Allo stesso tempo auspichiamo che prima possibile siano visibili i risultati di un rilancio commerciale di MPS – continua Valentini ? che può tornare a fare utili se la sua attività caratteristica tornerà ad essere vicina alle imprese, alle famiglie, al territorio non solo senese ma anche toscano».
«Lunedì, sono intervenuto in qualità di dipendente-azionista, all’assemblea di Banca MPS. Il mio voto al bilancio 2012 è stato favorevole perché azionisti, dipendenti, clienti e territorio di riferimento hanno interesse affinché prosegua l’azione di accertamento della verità, di risanamento, rilancio e risarcimento iniziata dall’attuale Cda che da oggi diviene più misurabile attraverso l’andamento del corso azionario del titolo Mps. Ma ovviamente siamo arrabbiati per la maxi perdita di 3,17 miliardi».
«Il compito dell’attuale Cda è di portata storica perché a loro spetta traghettare la banca verso un nuovo inizio. Adesso la priorità è tornare a guadagnare, a fare redditività, che tendenzialmente dovrà tradursi in autofinanziamento per ricapitalizzarsi, mentre gli azionisti dovranno puntare solo nel medio periodo alla rivalutazione della quotazione. Nel dibattito sul modello territoriale della banca (mi ricordo i riferimenti dell’Ad Viola alla tipologia della banca regionale) gli interrogativi sul futuro dell’occupazione locale sono importanti. C’è stato però un corto circuito nella fiducia fra banca e clienti, che come accade per le tasse pagate dai cittadini, si attendono servizi a equo corrispettivo dei tassi di interesse o dei costi sostenuti. Per una banca e per MPS in particolare, la fiducia è un requisito chiave. I clienti vogliono essere assistiti con proposte e soluzioni per le quali non si può privilegiare l’interesse immediato dell’intermediario bancario».
«Allo stesso tempo bisogna fare di tutto per difendere l’occupazione diretta ed indiretta e riassorbire lavorazioni esternalizzate attraverso un rilancio commerciale di MPS, la crisi sociale e della finanza pubblica deve spingerci a valutare nuove forme di rafforzamento dei rapporti con i dipendenti, relativi alla copertura delle spese sanitarie, alle modalità del trasporto, persino asili aziendali, magari in collaborazione con altre imprese nel territorio. Bisogna investire di più nella formazione e nel coinvolgimento consapevole del capitale umano formatosi in MPS. Nel bilancio 2012 le perdite su crediti hanno superato per valore il costo del personale ed evidentemente c’è un problema di professionalità sul controllo della gestione dei prestiti su cui serve più attenzione. Anche la riduzione dei dirigenti evidenzia criticità perché la ridefinizione del management interno sembra soprattutto di taglio sostitutivo piuttosto che di valorizzazione delle competenze interne, quasi fosse in atto una sorta di “pulizia etnica” dei quadri MPS».
Bruno Valentini
(foto Corrado De Serio)