Al Festival di Roma una godibile pellicola brasiliana
di Paola Dei
SIENA. Una storia di amicizia, di tradimenti, di valori e rimorsi nel Film in concordo presentato al Festival del Cinema di Roma di Paulo e Pedro Morelli. Un’altra pellicola brasiliana dopo la faticosa A Vida invisivel di Vitos Gonçalves presentata domenica 10 novembre sempre in concorso.
Un gruppo di amici con personalità diverse ma tutti affamati di vita, amore e successo, si ritirano per alcuni giorni in una casa di campagna fra squarci di luce, sorrisi, colori e sapori pieni di freschezza ed entusiasmo e qui intraprendono la strada della scrittura e cimentandosi, ciascuno a suo modo, con elaborati nell’intento di trarne dei libri. Decidono poi di scrivere delle lettere a se stessi che seppelliscono sotto una pietra per potersi rileggere dieci anni dopo. Poi un incidente squarcia la vita di due di loro, il corso degli eventi prende altre strade, si formano le coppie, e, dieci anni dopo si ritrovano alla ricerca di un tempo che appare prima sprecato, poi perduto e infine ricercato. Emergono sensi di colpa, confessioni mentre gli amici sembrano non essere cresciuti radicati in meccanismi adolescenziali, falsi entusiasmi, silenzi che li costringono però ad illuminare le loro vite e passare all’età adulta nel giro di una notte. Gradevolissima una delle protagoniste, nella foto, amante del buon cibo, piena di gioia di vivere e desiderosa di un figlio che il compagno però non è disposto ad accogliere. Bella la ricerca psicologica dei personaggi, dense di colori e profumi che sembra di percepire nelle scene che si susseguono, buona la sceneggiatura e l’idea del tempo che scandisce, come nelle poesie giapponesi, il corso degli eventi.
SIENA. Una storia di amicizia, di tradimenti, di valori e rimorsi nel Film in concordo presentato al Festival del Cinema di Roma di Paulo e Pedro Morelli. Un’altra pellicola brasiliana dopo la faticosa A Vida invisivel di Vitos Gonçalves presentata domenica 10 novembre sempre in concorso.
Un gruppo di amici con personalità diverse ma tutti affamati di vita, amore e successo, si ritirano per alcuni giorni in una casa di campagna fra squarci di luce, sorrisi, colori e sapori pieni di freschezza ed entusiasmo e qui intraprendono la strada della scrittura e cimentandosi, ciascuno a suo modo, con elaborati nell’intento di trarne dei libri. Decidono poi di scrivere delle lettere a se stessi che seppelliscono sotto una pietra per potersi rileggere dieci anni dopo. Poi un incidente squarcia la vita di due di loro, il corso degli eventi prende altre strade, si formano le coppie, e, dieci anni dopo si ritrovano alla ricerca di un tempo che appare prima sprecato, poi perduto e infine ricercato. Emergono sensi di colpa, confessioni mentre gli amici sembrano non essere cresciuti radicati in meccanismi adolescenziali, falsi entusiasmi, silenzi che li costringono però ad illuminare le loro vite e passare all’età adulta nel giro di una notte. Gradevolissima una delle protagoniste, nella foto, amante del buon cibo, piena di gioia di vivere e desiderosa di un figlio che il compagno però non è disposto ad accogliere. Bella la ricerca psicologica dei personaggi, dense di colori e profumi che sembra di percepire nelle scene che si susseguono, buona la sceneggiatura e l’idea del tempo che scandisce, come nelle poesie giapponesi, il corso degli eventi.