di Augusto Mattioli
SIENA. “Il rinnovo del contratto dei collaboratori linguistici lo faremo il più presto possibile”. Questa l’intenzione del direttore amministrativo Antonio Barretta che si sta dimostrando sempre di più il vero uomo forte dell’ateneo.
Dopo la convulsa giornata di ieri questa mattina con il rettore Silvano Focardi ha tenuto una conferenza stampadurante la quale sono state spiegate le posizioni dell’amministrazione sulla vertenza che ha mandato in fibrillazione l’ateneo. Ha puntualizzato Barretta, rispondendo a Marco Jacoboni della Cgil (secondo il quale dopo aprile potrebbero non esserci più soldi per pagare gli stipendi dei dipendenti), “che fino a giugno c’è tranquillità. Questa è la previsione ufficiale dell’università”. Due mesi in più dunque. E dopo?
Ma veniamo alla vertenza. Che riguarda non la remunerazione base ma il trattamento integrativo dei collaboratori linguistici. “Il contratto collettivo fissa la prima voce – ha detto Baretta –, che a livello locale si può definire un integrativo che comunque deve avere una copertura finanziaria”. Quindi la posizione assunta dall’amministrazione universitaria parte da qui riguardo al contratto firmato nel 2006 e scaduto alla fine dello scorso anno. Ma ancora in vigore fino a quando non viene firmato quello nuovo. “Il che – ha sottolineato Barretta- non può durare a lungo, per cui siamo tenuti a cercare un nuovo accordo. In ogni caso nel 2006 c’era chi pensava che l’ateneo aveva la possibilità di pagare un contratto del genere”. Visto lo stato delle finanze dell’Università questo qualcuno si è molto sbagliato. Ora toccherà alle parti in causa cercare una soluzione tra le esigenze finanziarie dell’ateneo che sempre per bocca di Barretta dice che “non ci possiamo permettere di pagare cifre del genere”, e quelle altrettanto sacrosante dei collaboratori linguistici, che da un giorno all’altro non si possono certo vedere decurtate in modo consistente le proprie entrate. Un terzo in meno di entrate – come temono gli interessati – con i tempi che corrono non è certo qualcosa che si può accettare a cuor leggero. Ora si tratta di vedere in quale modo si potrà arrivare ad una difficile quadratura del cerchio, cercando di mantenere gli attuali standard di qualità dell’ateneo, firmando un contratto, ha detto il segretario amministrativo che tenga conto non solo dell’esperienza acquisita ma anche della produttività e delle compatibilità finanziarie. In ogni caso è difficile credere che una soluzione arrivi in tempi brevi.
Non ci addentriamo in aspetti tecnico-amministrativi che emersi nel corso della conferenza stampa. Meglio lasciare il tema agli esperti, vista la suscettibilità dell’ateneo Prima della conferenza stampa non è mancata qualche considerazione polemica del rettore Focardi nei confronti degli studenti che hanno organizzato la protesta di ieri pomeriggio. “Sono sempre gli stessi che hanno protestato per le biblioteche. Sarebbe meglio se studiassero e non facessero i professionisti delle manifestazioni”.
SIENA. “Il rinnovo del contratto dei collaboratori linguistici lo faremo il più presto possibile”. Questa l’intenzione del direttore amministrativo Antonio Barretta che si sta dimostrando sempre di più il vero uomo forte dell’ateneo.
Dopo la convulsa giornata di ieri questa mattina con il rettore Silvano Focardi ha tenuto una conferenza stampadurante la quale sono state spiegate le posizioni dell’amministrazione sulla vertenza che ha mandato in fibrillazione l’ateneo. Ha puntualizzato Barretta, rispondendo a Marco Jacoboni della Cgil (secondo il quale dopo aprile potrebbero non esserci più soldi per pagare gli stipendi dei dipendenti), “che fino a giugno c’è tranquillità. Questa è la previsione ufficiale dell’università”. Due mesi in più dunque. E dopo?
Ma veniamo alla vertenza. Che riguarda non la remunerazione base ma il trattamento integrativo dei collaboratori linguistici. “Il contratto collettivo fissa la prima voce – ha detto Baretta –, che a livello locale si può definire un integrativo che comunque deve avere una copertura finanziaria”. Quindi la posizione assunta dall’amministrazione universitaria parte da qui riguardo al contratto firmato nel 2006 e scaduto alla fine dello scorso anno. Ma ancora in vigore fino a quando non viene firmato quello nuovo. “Il che – ha sottolineato Barretta- non può durare a lungo, per cui siamo tenuti a cercare un nuovo accordo. In ogni caso nel 2006 c’era chi pensava che l’ateneo aveva la possibilità di pagare un contratto del genere”. Visto lo stato delle finanze dell’Università questo qualcuno si è molto sbagliato. Ora toccherà alle parti in causa cercare una soluzione tra le esigenze finanziarie dell’ateneo che sempre per bocca di Barretta dice che “non ci possiamo permettere di pagare cifre del genere”, e quelle altrettanto sacrosante dei collaboratori linguistici, che da un giorno all’altro non si possono certo vedere decurtate in modo consistente le proprie entrate. Un terzo in meno di entrate – come temono gli interessati – con i tempi che corrono non è certo qualcosa che si può accettare a cuor leggero. Ora si tratta di vedere in quale modo si potrà arrivare ad una difficile quadratura del cerchio, cercando di mantenere gli attuali standard di qualità dell’ateneo, firmando un contratto, ha detto il segretario amministrativo che tenga conto non solo dell’esperienza acquisita ma anche della produttività e delle compatibilità finanziarie. In ogni caso è difficile credere che una soluzione arrivi in tempi brevi.
Non ci addentriamo in aspetti tecnico-amministrativi che emersi nel corso della conferenza stampa. Meglio lasciare il tema agli esperti, vista la suscettibilità dell’ateneo Prima della conferenza stampa non è mancata qualche considerazione polemica del rettore Focardi nei confronti degli studenti che hanno organizzato la protesta di ieri pomeriggio. “Sono sempre gli stessi che hanno protestato per le biblioteche. Sarebbe meglio se studiassero e non facessero i professionisti delle manifestazioni”.